STAGIONE 2015: NIZZA – TIRRENO, UNA SFIDA A TUTTO TONDO
marzo 6, 2015
Categoria: Approfondimenti
Non è solo una sfida prettamente agonistica, è anche una gara “diplomatica” che, da diversi anni a questa parte, vede l’Italia surclassare nettamente la Francia. Il terreno di gara sono le due tradizionali corse a tappe di preparazione alla Milano-Sanremo, la Parigi-Nizza e la Tirreno-Adriatico. Prima che i corridori scendano in campo, a sfidarsi sono gli organizzatori, pronti a sfornare percorsi che attraggano i campioni. E, mai come quest’anno, la “corsa dei due mari” sfoggia una starting list luccicante, resa tale dai nomi dei più grandi campioni del momento.
Nel mondo del ciclismo non ci sono solo le sfide tra i grandi campioni. Esistono, infatti, tenzoni tra i grandi organizzatori nell’allestire la corsa dall’aspetto più appettitoso, in grado di accaparrarsi una starting list migliore dell’altra. La più sentita tra queste sfide è quella che contrappone gli organizzatori di Giro (RCS Sport) e Tour (ASO), ma non riguarda le loro gare di punta – nelle quali da sempre è netto il predominio, soprattutto per prestigio, della Grande Boucle – bensì le due tradizionali corse a tappe di preparazione alla Milano-Sanremo, la Tirreno-Adriatico e la Parigi-Nizza, “gara” a colpi di percorso che, in questi ultimi anni, ha visto un netto sorpasso dell’Italia, nonostante una mossa all’apparenza controproducente, quella cioè di confezionare tracciati decisamente più impegnativi della corsa francese e non certo tarati sulle note della “classicissima”, gara nota per la sua facilità altimetrica, la stessa che negli ultimi anni è stata adottata proprio alla Parigi-Nizza. I tentativi francesi si sono, però, rivelati vani poiché non solo è continuata la “diaspora” dei grandi nomi verso l’Italia, ma nell’ultimo decennio il nome del vincitore della Sanremo è quasi sempre stato quello di un corridore che aveva scelto di schierarsi al via della Tirreno.
Così, quest’anno gli uomini di Prudhomme hanno pensato di correre ai ripari e predisporre un tracciato un pochino più intrigante di quello proposto nel 2014, insipido e letteralmente ridotto all’osso per la scelta di fare a meno delle cronometro e di salite in grado di garantire un po’ di selezione.
Contemporaneamente, Vegni e soci hanno compiuto un passo indietro poiché l’edizione 2015 della “Corsa dei due mari” appare un gradino sotto gli standard visti negli ultimi anni, ma non si tratta, in questo caso, di una volontà di alleggerire il percorso, ma da squisite questioni tecniche che hanno costretto gli uomini di RCS a levare una salita, quella del Monte San Vicino, che era prevista nel tracciato originario della Tirreno, svelato a dicembre. Una modifica che non ha impedito alla Gazzetta di sventolare sotto il naso dei francesi un elenco partenti decisamente luccicante di stelle, tra le quali rifulgono quelle di Contador, Froome, Nibali e Quintana e, per quanto riguarda i velocisti che puntano alla Sanremo, quelle di Cavendish e Kittel.
Passiamo ora a svelare i dettagli delle due gare che, come tradizione, si svolgono quasi contemporanente essendo la Nizza in calendario dall’8 al 15 Marzo, mentre la Tirreno scatterà l’11 per terminare il 17.
PARIGI-NIZZA
La 73a edizione della “Course au soleil” – com’è soprannominata questa gara, disputata per la prima volta nel 1933 – scatterà alle 13.35 di domenica 8 Marzo, quando scenderà dalla rampa di lancio il primo corridore che andrà ad affrontare i 6,7 Km del veloce cronoprologo disegnato sulle veloci strade di Maurepas (prima parte in dolcissima discesa, modesto zampellotto e piattone negli ultimi 2,5 Km), comune del dipartimento degli Yvelines situato 30 Km a ovest della capitale francese.
Assegnata la prima maglia di leader della classifica, gialla come quella del Tour, l’indomani si ripartirà da Saint-Rémy-lès-Chevreuse per la prima delle quattro frazioni destinate ai velocisti, che terminerà dopo 196,5 Km a Contres e che, tolta la facilissima ascesa della Côte de Bel Air (1,2 Km al 5%), da affrontare subito dopo il via, non presenterà altre difficoltà altimetriche.
Rivincita il giorno dopo, al termine dei 172 Km della Zooparc de Beauval (Saint-Aignan) – Saint-Amand-Montrond, tappa che si concluderà con circuito di 45 Km nel corso del quale si dovrà superare un’altra salitella modestissima, la Côte de la Tour (2,1 Km al 4,2%, a 41 Km dall’arrivo). È una frazione che, a dispetto dell’incosistenza altimetrica del tracciato, dovrà comunque essere temuta e affrontata con circospezione poiché le strade che si percorreranno nel finale sono le stesse della storica tappa dei ventagli del Tour del 2013, nella quale lo spagnolo Valverde, complice anche un incidente meccanico, accusò quasi 10 minuti di ritardo, un distacco irrecuperabile in montagna e ancor più su un tracciato come quello della Parigi-Nizza.
La terza tappa si snoderà tra Saint-Amand e Saint-Pourçain-sur-Sioule e presenterà un tracciato di 179 Km più movimentato rispetto alle due frazioni precedenti, anche se sarà ancora “affaire” per i velocisti, poiché le tre salite ufficiali in programma sono tutte pedalabili e collocate a distanza dal traguardo, al quale si giungerà 61 Km dopo aver scollinato gli 1,6 Km al 5,8% della Côte de Vicq, preceduta dal “tetto della tappa”, i 702 metri del Col de La Bosse (2,4 Km al 5,1%), e dalla Côte de la Croix du Chêne (2,1 Km al 4,1%).
La musica cambierà decisamente il giorno successivo, quando si disputerà la tappa “regina”, sia sotto l’aspetto della distanza da coprire (204 Km), sia sotto l’aspetto altimetrico, “forte” dei sette GPM che punteggeranno la marcia d’avvicinamento da Varennes-sur-Allier al colle della Croix de Chaubouret, in cima al quale sarà collocato il traguardo. Sono tutti pedalabili ma di certo – in particolare gli ultimi 5 – rimarranno nelle gambe al momento d’affrontare l’ascesa finale, lunga 10 Km e caratterizzata da una pendenza media del 6,7%: non si tratta d’inclinazioni estreme, ma a Marzo – con il clima ancora rigido e le condizioni di molti non ancora al top – possono bastare per far selezione.
Non ci sarà una replica il giorno successivo poiché la quinta tappa sarà un’altra occasione, l’ultima, offerta agli sprinter, la più impegnativa per loro. Partenza da Saint-Etienne, l’arrivo sarà a Rasteau dopo 192,5 Km e aver affrontato una facile “côte” a 8,5 Km dall’arrivo e, soprattutto, la breve ed egualmente pedalabile salitella che condurrà al traguardo e che potrebbe respingere qualche velocista.
Se l’ascesa verso la Croix de Chaubouret avrà lasciato la classifica ancora molto fluente il momento buono per rimescolarla, alla vigilia della crono conclusiva, potrebbe arrivare nel corso della penultima tappa. È un classico tracciato di media montagna quello che condurrà il gruppo da Vence a Nizza, affrontando sei colli in 180 Km. Anche oggi le pendenze che si incontreranno non saranno insormontabili (il non plus ultra saranno i 6,6 Km al 6,8% della Côte de Peille, a 26 Km dall’arrivo) ma se prenderà il via un attacco serio, complice anche la tortuosità del tracciato, ci saranno i margini per cambiare i connotati alla Parigi-Nizza, come accadde nella famosa tappa di Fayence del 2009, quando Contador crollò dopo aver conquistato, con ampio margine, la maglia di leader il giorno prima sulla Montagne de Lure.
Visto nel complesso il disegno della Parigi-Nizza, la tappa decisiva dovrebbe, quindi, essere la tradizionale cronoscalata al Col d’Èze dell’ultimo giorno, 9600 metri variopinti, che debuttano impegnativi, per poi addolcirsi, riprendere piglio e infine tornare morbidi, divenendo addirittura quasi pianeggianti in vista del traguardo: continue variazioni di ritmo in grado di far naufragare le speranze di qualcuno in dirittura d’arrivo.
TIRRENO-ADRIATICO
L’11 Marzo, mentre alla Parigi-Nizza sarà in corso la frazione di Saint-Pourçain-sur-Sioule, a quasi 800 Km di distanza scatterà la 50° edizione della Tirreno-Adriatica, corsa nata nel 1966, su iniziativa del compianto Franco Mealli, per proporre un’alternativa italiana alla Parigi-Nizza, fino allora unica corsa a tappe prepatoria della Sanremo, gara nella quale i successi italiani latitavano da ben 13 anni.
La corsa avrebbe dovuto aprirsi con una cronometro a squadre di una ventina di chilometri, disegnata sul litorale della Versilia, ma il maltempo che ha colpito la zona di Forte dei Marmi negli scorsi giorni ha costretto gli organizzatori a rivederne il tracciato all’ultimo momento, limitandolo al solo territorio di Lido di Camaiore, dove già erano previste la partenza e l’arrivo della tappa, e cambiandone la “natura”, trasformandola in una prova individuale lunga poco più di 5 Km, una sorta di cronoprologo che assegnerà la prima maglia azzurra di leader della classifica.
I traguardi delle prime due frazioni in linea saranno i medesimi della scorsa edizione e vedranno il gruppo far scalo a Cascina il 12 Marzo e ad Arezzo il giorno successivo. Si tratta, in entrambi i casi, di tappe destinate ai velocisti, anche se presenteranno tipologie differenti di finale. La prima è una classica frazione per sprinter lunga 153 Km che, dopo aver affrontato in partenza la doppia ascesa al Monte Pitoro (tributo al GP di Camaiore, che quest’anno non si svolgerà), non presenterà ulteriori difficoltà altimetriche sin sul traguardo, dove si dovranno effettuare due tornate di un circuito di 20,6 Km. La terza tappa, 203 Km per andare da Cascina ad Arezzo, avrà una struttura simile (tratto in linea con qualche collina e poi un circuito di 11 Km da ripetere cinque volte) ma presenterà un finale più ostico perché il traguardo sarà collocato in vetta ad una rampetta in lastricato di un chilometro, in cima alla quale lo scorso anno s’impose lo slovacco Sagan, precedendo allo sprint un gruppetto ridotto a otto unità, con dentro anche velocisti del calibro di Impey, Greipel e Bennati. Sarebbe un finale sul quale sarebbe andato a “nozze” uno sprinter del calibro del tedesco Degenkolb, che ha dimostrato di saperci fare nei finali più ardui al recente Dubai Tour, ma che ha scelto di preparare la Sanremo sulle strade francesi.
Il week end di mezza Tirreno ospiterà le due giornate di montagna, quelle destinate a dar costume alla classifica generale, introdotte dalla tappa che dalla frazione aretina di Indicatore condurrà nelle Marche dove, dopo 226 Km (sarà la frazione più lunga delle sette previste), si farà traguardo a Castelraimondo. Era la frazione che prevedeva l’ascesa ai 1210 metri del Monte San Vicino, tolto da un percorso che, invece, conferma il valico precedente (Poggio San Romualdo, 934 metri, 10,8 Km al 6,4%) e raddoppia l’ascesa finale a Crispiero, che nel tracciato originario dovea essere affrontata una sola volta. Quest’ultima è un aguzzo dente di 3 Km, vero e proprio canino tagliente con la sua pendenza medai del 9,3%, la massima del 15% e la sede stradale stretta, da superare l’ultima volta quando mancheranno poco più di 4 Km alla linea d’arrivo.
La frazione regina sarà quella di domenica 15 Marzo, che scatterà da Esanatoglia per raggiungere un traguardo inedito per la Tirreno-Adriatico ma ben conosciuto al mondo del ciclismo perché, dopo 197 Km di gara, lo striscione sarà collocato ai 1675 metri di Campoforogna, sul Terminillo. Quella alla “Montagna di Roma” è una classica ascesa da prima settimana di Giro d’Italia, che alla “corsa rosa” viene inserita più che altro per dare una prima scremata alla classifica, ma in questo caso vale lo stesso discorso fatto per la tappa della Croix de Chaubouret. Aspettiamoci, dunque, una selezione più netta di quella che si vedrebbe a Maggio, anche perché 16,1 Km al 7,3% non sono comunque una passeggiata e, altro particolare da tenere presente, questo sarà l’arrivo più alto della storia della “corsa dei due mari”.
Spenti i riflettori sul Terminillo, se la classifica sarà ancora traballante questi si riaccenderanno sulla cronometro individuale finale, prima della quale si disputerà una penultima tappa poco impegnativa, tracciata per 210 Km tra Rieti e Porto Sant’Elpidio, attraversando la nervosa geografia delle colline marchigiane, solitamente terreno di gara di frazioni altimetricamente “nevrasteniche”. Stavolta s’è scelto un percorso poco impegnativo, che offrirà ai velocisti la terza e ultima opportunità di dare libero sfogo alle loro potenzialità, aiutati anche da un facile circuito finale di 14,4 Km, da inanellare due volte, che allontanerà dal traguardo le poche e facili salite presenti lungo la strada.
L’atto di chiusura, come detto, sarà contro il tempo, e si disputerà sul tracciato di 10 Km spaccati che caratterizza stabilmente l’ultimo giorno della Tirreno dal 2011. Si snoderà in andata-ritorno sul bel lungomare ombreggiato dalle palme che danno nome all’omonima riviera, con giro di boa al passaggio da Porto d’Ascoli, altimetria piatta come un biliardo e l’unica insidia del vento, sempre in agguato negli ambienti rivieraschi.
Mauro Facoltosi