BENEVENTO – SAN GIORGIO DEL SANNIO: MANGIA, BEVI E… RISCHIO INDIGESTIONE

maggio 17, 2015
Categoria: News

Non ci sarà un momento nel quale tirare il fiato nella tappa più meridionale del Giro 2015. Poca pianura e continui saliscendi – talvolta con l’aspetto della salita vera e proprio – renderanno la frazione di San Giorgio del Sannio una vera e propria trappola, che potrebbe fare anche vittime illustri, se qualche “vip” del gruppo incapasse in una giornata storta. Da temere, in particolare, la corta ma ripida ascesa del Passo Serra, piazzata quando si saranno percorsi esattamente 200 Km e 12 ne mancheranno al traguardo.Tutto dipenderà dalla voglia di “belligerare” che si avrà in seno al gruppo, altrimenti questa tappa terminerà senza scossoni, mentre davanti un piccolo drappello s’involerà a portare a termine la fuga di giornata.

È la frazione alla quale più calza a pennello la definizione di “tappa trabocchetto”, ancor più che a quella vissuta qualche giorno prima sulle tormentate strade delle Cinque Terre, che presentava i principali ostacoli prevalentemente accumulati negli ultimi 100 Km di gara. Stavolta, invece, le difficoltà altimetriche saranno sparse come il cacio sui maccheroni su tutto l’asse della tappa e, se fossero realmente commestibili, con tutti i “mangia e bevi” – come si definiscono in gergo i saliscendi – in programma, mischiati ad altre salite più consistenti al palato e a sole due brevi porzioni di reale pianura, si rischierà davvero l’indigestione, soprattutto se il gruppo o qualche corridore con velleità di far saltare il banco interpreteranno al massimo un tracciato che propone nove salite, servite su un piatto lungo 212 Km e, dunque, considerevole anche per la distanza in programma. Chi vorrà rendere la corsa dura avrà dalla sua la possibilità di buttare sul piatto energie senza troppi patemi, poiché l’indomani si potrà recuperarle in occasione delle prime due giornate di riposo. Il momento della verità, quello nel quale si potrebbe scoprire chi avrà pagato gli sforzi, arriverà a una dozzina di chilometri dal traguardo, quando sotto le ruote dei corridori si parerà la salita del Passo Serra, dotata di due tratti a forte pendenza che metteranno in croce i corridori più stanchi. Se il gruppo, invece, rimarrà guardingo ci sarà la possibilità che la tappa si chiuda con un nulla di fatto per la classifica e che riesca, molto più probabile, ad andare in porto la fuga da lontano, poiché il tracciato complicato agevola di più l’avanguardia della corsa rispetto agli inseguitori, più attenti al fatto che il vantaggio degli attaccanti non assuma proporzioni pericolose – a questo punto del Giro i distacchi in classifica non dovrebbero essere ancora marcatissimi – e che si ripeta una situazione come quella vissuta nella tappa dell’Aquila al Giro del 2010.
Questa movimentata frazione, la più meridionale di questa edizione della corsa rosa, prenderà le mosse da Benevento e, manco a farlo apposta, debutterà in pedalabile salita verso Pesco Sannita, per poi rientrare alla base di partenza completando un anello iniziale di una trentina di chilometri nel corso del quale si transiterà per Pietrelcina, il paese dove il 25 maggio del 1887 nacque Padre Pio. Ritornati nella città del leggendario noce sotto il quale si radunavano le streghe e che vanta importantissimi monumenti – sui quali spicca l’altomedioevale chiesa di Santa Sofia, iscritta nell’elenco dei patrimoni mondiali dell’umanità dell’UNESCO in quanto uno dei luoghi del potere longobardo in Italia – inizierà il primo dei due settori di pianura della tappa, circa 12 Km che “traghetterano” la tappa dai colli del Sannio – teatro delle fasi iniziali e finali della frazione – alla montagnosa Irpinia, regione-storico geografica che ricade in gran parte nel territorio della provincia di Avellino e che deve la sua triste notorietà al terremoto che la sconvolse il 23 novembre del 1980. Ancor più disastroso fu il sisma che accadde in questa porzione della Campania nel 1694, violento al punto da causare uno tsunami a Napoli. La porta d’ingresso del gruppo in Irpinia sarà la salita – la seconda delle nove in programma – verso il piccolo centro di Montefredane (9,2 Km al 4,1%), superato il quale si planerà nella valle del Sabato, fiume che ha le sue sorgenti sul Monte Terminio, la prossima meta dei “girini”, che raggiungeranno dopo aver percorso la seconda e ultima tratta pianeggiante, lunga poco più della precedente, e affrontato la più lunga delle salite previste dalla tabella di marcia, 14 Km al 4,7% per salire fino a 1240 metri di quota, ai piedi della terza cima per altezza della catena dei Monti Picentini, frequentata per sport invernali e sulla quale si notato diversi fenomeni carsici, come la “Bocca del Dragone”). Scendendo dolcemente verso l’altopiano di Verteglia e poi, con maggior pendenza, sull’abitato di Montella, presso il convento di San Francesco a Folloni, fondato dal santo d’Assisi durante una sosta di un pellegrinaggio verso Monte Sant’Angelo, si attaccherà la salita ciclisticamente più celebre di questa tappa, il Colle Molella, più nota con il nome di Lago Laceno poiché introduce nella conca dove si trova il piccolo bacino, sulle cui rive sono finite tre tappe del Giro d’Italia, la prima nel 1976 (vinta da Roger De Vlaeminck), la seconda nel 1998 (Alex Zülle) e l’ultima nel 2012, conquistata dal corridore “quasi” di casa Domenico Pozzovivo. L’approccio è dolce nei primi 5 Km verso Bagnoli Irpino, località di villeggiatura conosciuta per una varietà locale di tartufo nero – recentemente riscoperta dalla gastronomia, dopo i fasti del passato, quando costituiva una delle prelibatezze “elitarie” che si poteva trovare sulla tavola dei sovrani borbonici del Regno delle Due Sicilie – e presso la quale nel 2003 furono girate alcune scene del film “Alla fine della notte”, con l’attore Ennio Fantastichini in scena di fronte alla chiesa di San Domenico. All’uscita da Bagnoli la salita cambia di botto volto e propone il suo tratto più duro, che termina in vista dello scollinamento, misura 2 Km e presenta una pendenza media del 9,4%, inclinazione che ispirò anche Pantani in occasione della tappa del 1998, tentativo naufragato ben presto sotto i colpi dell’elvetico Zülle, che s’involò a riprendere prima il “Pirata”, poi il successo di tappa e anche quella maglia rosa che aveva perduto dopo la tappa di Forte dei Marmi e che lo stesso scalatore di Cesenatico gli sfilerà definitivamente sulle Dolomiti.
Arrivati a quota 1087, si transiterà sotto lo striscione del GPM ma, in realtà, la salita non sarà ancora conclusa perché, costeggiata la conca del Laceno con 2500 di strada in lievissima discesa, ci sarà poi da scavalcare l’inedita appendice del Serro Tondo (3,4 Km al 3,3%), tetto della tappa dall’alto dei suoi 1243 metri, prima d’intraprendere la discesa verso Lioni, che porrà termine alla fase montagnosa di questa nona frazione. A questo punto, concluso una sorta di “giro di boa”, inizierà l’itinerario di ritorno verso il Sannio, poco meno di 70 Km costantemente vallonati all’inizio dei quali il tracciato transiterà non distante dall’abbazia, in parte diroccata, di San Gugliemo in Goleto, fondata nel 1133 da San Guglielmo da Vercelli e inizialmente composta insolitamente da un doppio monastero, femminile e maschile. La prima delle quattro ascese che caratterizzano il finale – tutte pedalabili, escluso il Serra – si concluderà ai piedi del colle sul quale sorge Sant’Angelo dei Lombardi, uno dei centri maggiormente colpiti dal sisma del 1980, al punto d’esser stato definito “la capitale del terremoto”, non solo perché fu il comune dove si registrò il maggior numero di vittime ma anche per l’abnegazione, lo spirito di sacrificio e l’impegno che i santangiolesi profusero nelle opere di soccorso e ricostruzione, per le quali il municipio fu insignito della Medaglia d’oro al Merito Civile. Lasciata la valle dell’Ofanto – il principale fiume della Puglia, che ha le sue sorgenti proprio nelle terre ora attraversate dai “girini” – il percorso salirà ora verso i 764 metri di Castelvetere sul Calore, centro fondato all’epoca delle incursioni barbariche, anche se alcuni sostengono che il “padre” di questo comune sia stato il console romano Lucio Cornelio Scipione Barbato, che conquistò il colle sul quale sorge per la sua importanza strategica. Planando molto lentamente su secondarie strade provinciali si farà, quindi, ritorno nella valle del Sabato, dove ci sarà l’appuntamento più atteso di questa tappa, quello con il Passo della Serra, vero e proprio “canino” che spunta d’incanto nel mezzo di morbidi saliscendi e che potrà anche trasformarsi, per qualcuno, in un doloroso “dente del giudizio”. La salita è lunga appena 3 Km e 600 metri ma ha una pendenza media di tutto rispetto (8%) e, come anticipato, contiene due tratti a doppia cifra – il primo di 1000 metri al 10,2%, il secondo di 800 metri al 9,6% – che potrebbero mandare in panne i motori dei corridori che avranno ancora sullo stomaco i dislivelli di giornata. Giunti in vetta mancheranno 12 Km spaccati al traguardo e ci si lancerà giù per una breve picchiata, non meno ripida della scalata che l’ha preceduta, un vero e proprio “tuffo” verso le frazioni di Pietradefusi, terra di produzione d’una varietà di torrone esportato in tutto il mondo e d’origine dei genitori di Mario Puzo, lo scrittore statunitense celebre per essere l’autore de “Il Padrino”, il romanzo dal quale saranno tratti tre film – due dei quali conquisteranno il premio Oscar come “miglior film” – diretti dal regista Francis Ford Coppola, anch’esso di lontane origini italiane (i nonni erano originari di Bernalda, centro della provincia di Matera).
Fatiche concluse? Giammai! Dulcis in fundo ci sarà un ultimo dentello proprio alle porte di San Giorgio del Sannio, un “dente da latte” se rapportato alla Serra, ma che contribuirà a render ancor più dura la vita a chi si troverà a impiegarsi nell’affannoso esercizio del recupero.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Valico del Faggio (1152). Non segnalato sul testo di riferimento “Valichi stradali d’Italia” (Georges Rossini, Ediciclo), è valicato dalla SS 574 “del Monte Terminio” lungo la salita da Serino al GPM del Monte Terminio. La salita del Terminio nel 2015 sarà alla sua terza “apparizione” al Giro d’Italia. La prima volta fu scalato nel 1983 durante la tappa Campitello Matese – Salerno (vinta da Moreno Argentin), la seconda nel corso della Maddaloni – Lago Laceno del 1998, la frazione citata nell’articolo e vinta da Zülle: i due corridori che scollinarono in testa al GPM furono l’olandese Lucien Van Impe e Roberto Sgambelluri.

Valico del Piano di Verteglia (1230). Valicato dalla SS 574 “del Monte Terminio” scendendo dal GPM del Terminio a Montella.

Passo Cruci (980). Valicato dalla SS 574 “del Monte Terminio” scendendo dal GPM del Terminio a Montella. Inoltre, vi confluisce una strada provinciale proveniente da Volturara Irpina. È stato traguardo GPM nel 1994, durante la tappa Potenza – Caserta vinta da Marco Saligari: il traguardo della montagna fu di Gianni Faresin.

Passo della Serra (585). Valicato dalla SP 423 tra Pratola Serra e Dentecane, è quotato 584 sulle cartine del Giro 2015. Già affrontato in passato, mai come traguardo GPM.

RINGRAZIAMENTI

Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY


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Benevento, chiesa di Santa Sofia

Pietrelcina, casa natale di Padre Pio (www.donatocalabrese.it)

Pietrelcina, casa natale di Padre Pio (www.donatocalabrese.it)


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L’altopiano al culmine della salite del Monte Terminio


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Convento di San Francesco a Folloni

Scena di Alla fine della notte girata in Largo San Domenico a Bagnoli Irpino (www.davinotti.com)

Scena di ''Alla fine della notte'' girata in Largo San Domenico a Bagnoli Irpino (www.davinotti.com)


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Panorama dalla salita verso Lago Laceno


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Lago Laceno

Abbazia di San Gugliemo in Goleto (ec2.it)

Abbazia di San Gugliemo in Goleto (ec2.it)


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Cappelletta allo scollinamento del Passo Serra

Foto aerea di San Giorgio del Sannio e, in trasparenza, l’altimetria della nona tappa del Giro 2015 (www.comune.sangiorgiodelsannio.bn.it)

Foto aerea di San Giorgio del Sannio e, in trasparenza, l’altimetria della nona tappa del Giro 2015 (www.comune.sangiorgiodelsannio.bn.it)

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