MONTECATINI TERME – CASTIGLIONE DELLA PESCAIA: SIA BENEDETTA MAREMMA, STAVOLTA L’UCCELLO CHE CI VA NON PERDE LA PENNA
Un tempo avventurarsi nella Maremma equivaleva a imbarcarsi in un viaggio altamente rischioso, a causa del territorio malsano che la caratterizzava e che oggi è stato bonificato e reso più umano. Lo stesso si può dire della tappa della corsa rosa che vi farà scalo al sesto giorno di Giro, al termine di una frazione decisamente più snella e agevole rispetto alle tre che l’hanno preceduta. Oggi le difficoltà saranno limitate al toboga delle Colline Metallifere, piazzato a distanza di sicurezza da uno dei traguardi più ambiti dagli sprinter, costretti nelle precedenti frazioni a remare nelle retrovie del gruppo.
Non è più la Maremma d’una volta, quella terra lungi ancora dall’esser bonificata e che in una canzone composta nei primi anni dell’800 era definita ‘’maledetta’’, al punto d’essere una landa fatale anche per i volatili di passaggio, che ci rischiavano di ‘’perdere la penna’’. Infatti, la sesta tappa del Giro d’Italia rispecchierà l’odierno volto acquisito con fatica dalla terra dei butteri poiché, dopo tre frazioni consecutive particolarmente insidiose, oggi si tornerà a gareggiare su di un percorso tranquillo, privo di particolari difficoltà e che, dunque, non presenterà ai corridori il rischio di lasciare le ‘’penne’’ nelle maglie di un tracciato che vedrà le difficoltà altimetriche tenute a distanza dal traguardo. La fase più intricata inizierà a un’ottantina di chilometri dal via e, quando se ne uscirà , mancheranno circa 60 Km a Castiglione della Pescaia, con parecchio terreno ideale per le squadre dei velocisti per organizzarsi e rientrare sul tentativo che, quasi certamente, sarà nato nelle prime ore di questa frazione. Per molti sprinter sarà , poi, già ora di rinfoderare le armi perché la tappa del giorno successivo taglierà fuori dai giochi i velocisti meno resistenti e poi si tornerà a parlare di conclusione allo sprint solamente a Forlì, cinque giorni più avanti.
L’alba sul sesto giorno del Giro si leverà a Montecatini Terme, dove la carovana si radunerà presso il settecentesco edificio delle Terme Tettuccio, lo stesso che fece da corona alle battute iniziali del mondiale fiorentino vinto dal portoghese Rui Alberto Faria da Costa e, per cambiar genere di ‘’battute’’, anche a quelle cinematografiche, come quelle che videro in scena tre ‘’mostri sacri’’ del cinema italiano del calibro di Alberto Sordi, Marcello Mastroianni e Nino Manfredi, che qui, separatamente, presero rispettivamente partei ai film ‘’Dove vai in vacanza?’’ (Sordi , 1978), ‘’Oci Ciornie’’ (Mastroianni , 1987), ‘’Camping’’ (Manfredi, 1958) e ‘’Questo e quello’’ (Manfredi, 1983).
I primi chilometri di questa frazione richiameranno il finale e non soltanto per la comune natura pianeggiante ma anche perché il tracciato, in questa parte, si snoderà tra coltivazioni di fiori che sono tra le più celebri d’Italia e che spesso sono state ‘’fornitori’’ di molte manifestazioni sportive, non ultimo il Giro d’Italia, che hanno consegnato al vincitore un mazzo di ‘’fiori di Pescia’’. In questo tratto inziziale si punterà verso il Monte Pisano, la catena che separa la città della Torre Pendente da Lucca e sulle cui pendici s’annida San Giusto di Compito, la piccola frazione di Capannori della quale è originario Mario Cipollini.
Raggiunta Bientina (cittadina nella quale si trova, tra gli altri edifici, Palazzo Pancani… chissà , magari un antico possidemento della famiglia dell’attuale ‘’voce’’ della RAI per il Giro d’Italia, erede del grande Adriano De Zan e di Auro Bulbarelli), il gruppo supererà il corso dell’Arno alle porte di Pontendera, il paese natale della Vespa, uscita per la prima volta il 23 aprile del 1946 dagli stabilimenti della Piaggio, le cui officine oggi sono state in parte trasformate in museo, intitolato a Giovanni Alberto Agnelli (nipote del celebre ‘’avvocato’’) e dedicato alla storia di quest’azienda, fondata nel 1884 a Sestri Ponente e inizialmente dedita alla produzione di arredamenti navale e poi alla fabbricazione di aeromobili. I 45 Km successivi si snoderanno interamente nella Valdera, percorrendone la strada che segue il corso del fiume Era, in un contesto collinare che, però, rimarrà ai margini di un tracciato che, per tutto questo tratto, continuerà a proporsi pianeggiante. Sono strade abbastanza note al gruppo quelle che si andranno ora a solcare, in particolare quando si transiterà non lontano da Peccioli, il piccolo centro dove dal 1952 si disputa la Coppa Sabatini, una delle ultime corse della stagione ciclistica (l’edizione 2015 si correrà l’8 ottobre), intitolata alla memoria del pecciolese Giuseppe Sabatini, che gareggiò tra i professionisti tra il 1936 e il 1940 e che scomparve prematuramente, a soli 36 anni, nel 1951.
La prima razione odierna di pianura terminerà poco dopo il passaggio dalle saline di Volterra, luogo dove ancora oggi è estratto sale da sorgenti utilizzate a tale scopo fin dall’epoca etrusca e situate a una decina di chilometri dalla ‘’città madre’’, centro che recentemente è stato scoperto anche dal turismo giovanile grazie alla scrittrice statunitense Stephenie Meyer, che vi ha ambientato – per esempio, nel Palazzo dei Priori, il più antico palazzo comunale toscano – diverse pagine del romanzo New Moon, secondo capitolo della saga di Twilight (anche se poi, per esigenze logistiche, l’omonimo film è stato girato nella più ‘’comoda’’ cittadina di Montepulciano). Per il gruppo Volterra costituirà una sorta di porta d’accesso al settore centrale della tappa, il più impegnativo, nel corso del quale si attraverserà l’intricata area delle Colline Metallifere, l’area collinare più estesa del cosiddetto ‘’Antiappennino toscano’’ e che deve il nome ai numerosi giacimenti che la caratterizzavano e che saranno intensamente sfruttatti, in particolare tra la seconda metà del XIX secolo e il secondo dopoguerra, per l’estrazione di allume, blenda, calamina, galena, pirite, calcopirite e, soprattutto, della lignite, il carbon fossile che fino agli anni ’60 sarà ampiamente utilizzato come combustibile per produrre energia elettrica.
Tecnicamente questo settore sarà lungo una quarantina di chilometri, con tre salite più corpose – anche se mai impegnative – da superare all’inizio, mentre la seconda parte sarà movimentata dai ‘’mangia e bevi’’, come in gergo si definiscono i saliscendi continui, il tutto condito da un andamento tortuoso.  La prima salita non è la più dura delle tre ma certamente la più importante perché sarà l’unica a mettere in palio i punti del GPM, previsti al passaggio da Pomarance, al termine di un’ascesa che è più ‘’pomo’’ che ‘’arancia’’, in virtù di una pendenza media molto dolce (4,3% su 5,9 Km, con un picco dell’8,9%). Attraversato questo borgo dal nome poetico, che deriverebbe proprio dalle arance (chiamate melarance nel I secolo, quando erano già coltivate in Sicilia, 1300 anni prima della data ufficiale d’importazione dalla Cina di questi frutti, per opera di marinai portoghesi), un tratto in quota precederà la più breve e ancor più pedalabile asperità successiva (2,9 Km al 4,2%), scollinata in vista del passaggio da Larderello, nota località collocata al centro della ‘’Valle del diavolo’’, così chiamata per il fumante paesaggio dei soffioni boraciferi che ispirarono a Dante Alighieri gli scenari dell’Inferno e che a partire dal 1905 saranno utilizzati massicciamente per la produzione di energia elettrica, al punto che al giorno d’oggi in questa landa un tempo ritenuta ‘’maledetta’’ è ricavato il 10% dell’energia geotermica mondiale. Le maggiori pendenze di giornata saranno offerte dal picco all’11,8% che ‘’sprizzerà ’’ dalla terza ed ultima ascesa, i 4,5 Km al 4,4% che si dovranno affrontare per salire a Castelnuovo di Val di Cecina, comune dal quale il Giro transitò l’11 maggio del 1933 durante la tappa Firenze – Grosseto (vinta da Learco Guerra), data e momento rimasti nella storia perché, istituita quell’anno la classifica degli scalatori, quel passaggio coincise con il primissimo Gran Premio della Montagna inserito nel tracciato della corsa rosa, conquistato da Alfredo Binda, che poi, 17 giorni più tardi, vestirà in quel di Milano sia la sua ultima maglia rosa, sia la neonata maglia verde, ottenuta scollinando in testa a tutti e quattro i passaggi in vetta che furono considerati ‘’GPM’’ (Castelnuovo di Val di Cecina, Castelnuovo della Daunia, Osteria della Crocetta e Passo del Tonale). Trasferendosi dalla provincia di Livorno (quelle che si stanno percorrendo sono state alcune delle strade degli allenamenti di Paolo Bettini) a quella di Grosseto si dovrà percorrere un toboga di saliscendi che precederà la dolce discesa che ricondurrà il gruppo in pianura, lungo la quale si lambiranno il borgo di Niccioleta, triste teatro di una strage nazifascista il 13 giugno del 1944, e quindi un’altra splendida città d’arte, Massa Marittima, il cui centro gravita attorno a Piazza Garibaldi, nella quale fa bella mostra di sé la cattedrale romanica di San Cerbone. Si tornerà a pedalare sul piano in vista del passaggio da Ribolla, la frazione di Roccastrada presso la quale si trovava una delle principali miniere di lignite dell’area delle Metallifere, chiusa dopo che, il 4 maggio del 1954, vi accadde il più grave incidente minerario italiano del secondo dopoguerra, quando la morte di 43 operai fu provocata dall’esplosione del famigerato grisù, il gas che tende ad accumularsi nella parte alta delle gallerie minerarie.
Gli ultimi 20 Km di gara si snoderanno costantemente ai piedi del massiccio del Poggio Ballone, estrema appendice sudoccidentale delle Colline Metallifere, sulla cui cima più elevata si trova l’omonimo centro radar dell’Aeronautica Militare, fino al 2014 utilizzato per la sorveglianza del traffico aereo nell’area del Tirreno. Percorrendo quest’ultimo tratto il gruppo sfilerà tra le pendici sulle quali si adagia l’antica cittadina di Vetulonia, con il suo borgo medioevale e le necropoli d’origine etrusca, e i resti del Lago Preglio, l’antica palude che un tempo impestava di malaria queste terre e oggi, al contrario, è ‘’venerata’’ e protetta dalla Riserva naturale Diaccia Botrona, nella cui area ricadono i resti dell’abbazia altomedioevale di San Pancrazio al Fango e la caratteristica Casa Rossa Ximenes, edificio costruito nel ‘700, all’epoca della bonifica di queste malsane terre, dall’ingegnere incaricato dai granduchi di Lorena di risanare la Maremma Grossetana e che vi concepì una serie di cateratte per controllare il flusso dell’acqua.
In questo scenario si svilupperanno gli ultimi, intensi minuti di questa tappa, che di lì a breve si concluderà sul bel lungomare di Castiglione, lo stesso che vide sfilare, uno per volta, i corridori impegnati in due passate frazioni a cronometro della corsa rosa. In entrambi i casi si gareggiava tra Grosseto e Follonica e destino volle che, in ambedue le occasioni, il favorito per il successo di tappa ne uscisse con le ossa peste: nel 1953 Coppi a sorpresa fu preceduto dall’elvetico Koblet (di 1’21’’) e dal conterraneo Fornara (di 35’’) mentre peggio andò allo spagnolo Indurain nel 1994, sopravanzato dal ‘’Campionissimo’’ anche nella cocente sconfitta e che finì 4° dietro Berzin (2’34’’), De las Cuevas (1’18’’) e Bugno (53’’).
Quelle furono le uniche volte che l’’’uccell di Giro’’ ci perse la penna. Eccome, se ce la perse!!!
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Sella (Castelnuovo di Val di Cecina) (576). Valicata dalla SS 439 ‘’Sarzanese Valdera’’ tra l’omonimo abitato e il bivio per Monterotondo Marittimo.
Valico (567). Valicata dalla SS 439 ‘’Sarzanese Valdera’’ tra il bivio per Monterotondo Marittimo e Massa Marittima.
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità .
FOTOGALLERY
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La catena del Monte Pisano vista dalla strada che esce da Altopascio in direzione di Bientina
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Bientina, Palazzo Pancani
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La sede della Piaggio di Pontedera
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Uno scorcio di Peccioli
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Volterra, Palazzo dei Priori
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Niccioleta, il monumento che ricorda la strage nazi-fascista del 13 giugno 1944
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Il viale di Castiglione dell Pescaia sul quale si concluderà la tappa