LA SPEZIA – ABETONE: ALLE SORGENTI DEL CAMPIONISSIMO
Prima tappa di montagna sulle rotte di una storica frazione del Giro d’Italia, la Firenze – Modena lungo la quale, il 29 maggio del 1940, si concretizzò la prima, storica ‘’cavalcata’’ di Fausto Coppi, consacrata non solo dal successo ma anche dalla conquista della prima maglia rosa della carriera del Campionissimo di Novi Ligure. Di quella frazione i ‘’girini’’ del 2015 ricalcheranno solo i 17 Km più ostici, quelli dell’ascesa che li condurrà sino ai 1386 metri del Passo dell’Abetone, primo dei sei arrivi in salita previsti quest’anno. Normalmente, almeno per il ciclismo d’oggi, non è una salita particolarmente dura, ma i quasi 20 Km d’arrampicata potrebbero rivelarsi più interessanti alla luce di come si sarà usciti dalle tormentate ultime tappe liguri.
Il Campionissimo nacque il 29 maggio 1940. Fino al giorno prima era semplicemente Fausto Coppi, giovane neoprofessionista della Legnano partito per il suo primo Giro d’Italia con compiti di gregariato per capitan Bartali, trovatosi ben presto fuori gara a causa di una caduta giù dalla Scoffera. Liberato dagli impegni di squadra, Fausto potè fare corsa per sé e, se al primo tentativo fallì (il giorno prima, nella Arezzo – Firenze, quando fu ‘’richiamato’’ in seno al gruppo) ), il colpaccio – complice anche due forature ravvicinate di Gino – gli riuscì la seconda volta, nella Firenze – Modena, tappa appenninica di 184 Km caratterizzata da un ’’tridente’’ centrale costituito dalle tre ascese consecutive del Monte Oppio, dell’Abetone e di Barigazzo, non particolarmente puntute ma che, grazie anche allo stato delle strade, gli consentirono di confezionare una fuga lunga un centinaio di chilometri, portata a termine con un vantaggio di quasi 4 minuti sui più immediati inseguitori e la prima maglia rosa della sua carriera sulle spalle, insegna del primato che poi porterà sino a Milano. Il 13 maggio del 2015, a pochi giorni dal 75° anniversario del primo volo dell’”Airone”, il più alto rebbio di quel tridente, l’Abetone, sarà l’oggetto del primo arrivo in salita del 98° Giro d’Italia, posto al termine di una tappa non particolarmente impegnativa, ma che potrebbe far registrare ai giornalisti al seguito le prime sorprese. Due facili ascese, collocate lontano dalle fasi calde, faranno da companatico a quella finale, certamente la più gustosa seppur non dotata di grandi pendenze, anche se il chilometraggio è già importante, essendo lunga circa 17 Km. Le sorprese arriveranno tutte alla luce della tappa del giorno precedente, che potrebbe aver lasciato sul campo molti feriti illustri che dovranno già muoversi ora, se dotati in salita, per cercare di ridurre lo svantaggio accumulato. Chi ne avrà accumulato parecchio avrà vita più facile, mentre chi avrà accusato gap più rimediabili sarà controllato a vista e un suo tentativo potrebbe dare la ‘’stura’’ alla corsa, con le pronte reazioni dei corridori di punta meglio piazzati in classifica e, di conseguenza, un aumento del ritmo che renderà la salita finale più selettiva del previsto.
Si ripartirà dalla Spezia e per una ventina di chilometri si pedalerà ancora sul suolo ligure, costeggiando inizialmente il Golfo dei Poeti per poi tagliare nel mezzo il promontorio di Montemarcello e raggiungere quindi la cittadina di Sarzana, dominata dalla fortezza di Sarzanello, simbolo della città e antica sede vescovile. Nel tratto successivo il gruppo pedalerà sulla statale che percorre la bassa Lunigiana, regione storica che deriva il nome dalla ricca colonia romana di Luni e sulle cui strade dal 1975 si disputa una corsa a tappe riservata alla categoria juniores che ha avuto, tra i vincitori, cinque corridori che, da professionisti, metteranno il Giro d’Italia nel loro palmares (Chioccioli nel 1977, Simoni nel 1989, Di Luca nel 1994, Cunego nel 1998 e Nibali nel 2002). Il primo centro toscano toccato dal gruppo sarà Aulla, località che ebbe notevole importanza in epoca romana prima e in quella medioevale poi per il suo situarsi lungo due importanti ‘’vie’’ dell’epoca, l’Emilia Scauri e la Francigena e, anche per questo motivo, come Sarzana dotata di un fortilizio, la ‘’Brunella’’, considerato il più potente della Lunigiana. Abbandonando questo territorio si prenderà dolcemente a risalire la valle del torrente Aulella per portarsi quindi ai piedi della prima difficoltà altimetrica di giornata, la Foce Carpinelli. Questo pedalabile valico (10,5 Km al 5,1%), stretto tra la catena appenninica e le Alpi Apuane, costituisce la porta d’accesso occidentale alla Garfagnana, la principale valle della provincia di Lucca, ricca di ghiotti richiami per i turisti, assecondandone tutti i gusti. Sul versante apuano, oltre le celebri cave si trovano, per fare qualche esempio, la Grotta del Vento (una delle principali d’Europa), il minuscolo Teatrino di Vetriano (gestito dal FAI, è il più piccolo teatro pubblico storico del mondo con appena 95 posti a sedere) e il Lago di Vagli, bacino artificiale che quando viene svuotato fa riemerge il paesino medioevale sommerso di Fabbriche di Careggine, per vedere il quale negli altri periodi sono stati progettati da tempo, ma non ancora realizzati, un ponte tibetano che lo ‘’sorvoli’’ e una cupola protettiva. L’altro versante, invece, offre il Parco dell’Orecchiella e il santuario di San Pellegrino in Alpe, noto all’appassionato di ciclismo perché la strada che vi giunge è una delle più ripide dell’Appennino, affrontata tre volte anche al Giro d’Italia, l’ultima in occasione di una tappa vinta da Francesco Casagrande e che terminava proprio all’Abetone, affrontato però dal lato emiliano, opposto rispetto a quello odierno. In mezzo tra i due versanti, invece, si colloca presso il fondovalle Castelvecchio Pascoli, il ‘’buen retiro’’ dove il celebre poeta bolognese trovò l’ispirazione per molte sue opere, ai piedi del colle dove dagli anni ’70 sorge il Ciocco, tenuta privata e frequentato centro sportivo il cui ‘’lancio’’ passò anche attraverso il Giro d’Italia, che in quegli anni vi fece terminare tre frazioni, una delle quali si rivelò determinante perché è al termine della cronoscalata del 1975 che prese la maglia rosa Fausto Bertoglio. Proprio dopo il passaggio da Castelvecchio avrà inizio la seconda salita della giornata che, molto più facile della precedente, in poco meno di 5 Km (media inferiore al 4%) conduce al bel borgo di Barga, che conserva intatta la sua struttura medioevale, dalla quale emerge il duomo di San Cristoforo. Tornato nel fondavalle del Serchio, il Giro lascerà la Garfagnana pedalando per poco meno di 10 Km sul velluto della vecchia statale che percorre il settore iniziale della valle attraversando le frazioni più basse del comune sparso di Coreglia Antelminelli, la maggior parte delle quali punteggiano il versante orientale della valle. Tra queste ultime c’è Tereglio, posta lungo l’antica ‘’Via Ducale’’, strada che superava la catena appenninica al valico della Foce a Giovo, costruita nel ‘800 per collegare direttamente i ducati di Lucca e Modena evitando l’Abetone, passaggio che all’epoca ricadeva nel territorio del Granducato di Toscana e che, dunque, comportava il pagamento di gabelle alle dogane. Il successivo abbandono di questo itinerario, frequentato regolarmente per una ventina d’anni, fu causato sia dall’annessione di tutti i ducati all’unico Regno d’Italia, sia dalle frane che spesso lo rendevano difficilmente transitabile nei mesi estivi, mentre d’inverno l’accesso era spesso precluso dalla neve. Probabilmente a ‘’portar male’’ al valico fu la cerimonia d’inaugurazione dello stesso che ebbe una curiosa eco di bisticci quando – dopo essersi strette le mani in cima – i rispettivi duchi tornarono nei loro palazzi lanciandosi reciproche e velenose ‘’frecciatine’’. Si racconta, infatti, che Maria Luisa di Spagna ebbe a dire “in alto nevica”, riferendosi alla capigliatura oramai bianca del duca di Modena Francesco IV, il quale replicò irrispettosamente con ‘’quando in alto nevica, è bene che le vacche tornino a valle’’. All’uscita dalla Garfagnana si transiterà dai Bagni di Lucca, località frequentata sin dall’epoca romana – quando qui venivano a curarsi Giulio Cesare, Pompeo e Crasso – e ‘’lanciata’’ a livello internazionale prima da Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone, che ne fece la capitale estiva del principato di Lucca e Piombino, e poi, dopo la Restaurazione, dai Borbone, sotto i quali divenne una delle principali località termali d’Europa, dotata anche di un casinò, il primo costruito in Europa. Dopo i Bagni la strada comincerà lentamente a prendere quota e manterrà quest’assetto per circa 25 Km, sino ai piedi dell’ascesa finale, diretta a un valico di ‘’genesi’’ settecentesca, la cui realizzazione comportò l’abbattimento di un gigantesco abete (sei persone non bastavano per abbracciarlo) dal quale prese poi nome il valico. Il versante che affronteranno i ‘’girini’’ è il più impegnativo tra le due vie d’accesso ma anche il più appagante, poiché gli ultimi 4 dei 17,3 Km al 5,4% – che racchiudono un cuore di 8 Km al 7,2% – si snodano nella secolare foresta demaniale di Boscolungo, 3700 metri quadrati d’incontaminata frescura all’ombra della quale prenderanno corpo i primi verdetti in salita del Giro 2014. Se saranno lieti o meno lo dirà la strada che consacrò Coppi.
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Valico di Pugliola Guercio (tunnel) (49). È uno dei valichi più bassi d’Italia, valicato in galleria dalla SS 331 “di Lerici”, tra le località di Muggiano e Romito. La corsa rosa vi è transitata l’ultima volta nel 2012, nel corso della tappa Seravezza – Sestri Levante, vinta dal danese Lars Ytting Bak. Non si tratta del valico geografico vero e proprio (Sella di Pugliola), situato una quarantina di metri più in alto e valicato dalla strada asfaltata che mette in comunicazione Lerici con Pitelli.
Foce dei Carpinelli (Il Casone) (842). Valicato dalla SS 445 ‘’della Garfagnana’’, tra Casola in Lunigiana e Piazza al Serchio, è quotato 839 sulle cartine del Giro 2015. La corsa rosa vi è transitata sette volte: il primo a scollinarvi è stato lo spagnolo José Pérez Francés nel corso della tappa Sestri Levante – Panicagliora del Giro del 1962 (vinta dal connazionale Angelino Soler), l’ultimo Eddy Mazzoleni durante la Pontemoli – Corno alle Scale del 2004, vinta da Gilberto Simoni. Dominarono questo facile passo anche Enrico Paolini nel 1975 (Il Ciocco – Arenzano, Bitossi), Italo Zilioli nel 1976 (Il Ciocco – Arenzano, Moser), l’elvetico Ueli Sutter nel 1978 (La Spezia – Cascina, De Muynck), Stefano Giuliani nel 1989 (La Spezia – Prato, Bugno) e Massimo Podenzana nel 1995 (Pietrasanta – Il Ciocco, Zaina).
Sella di Poggio (451). Coincide con l’omonima località, frazione del comune di Camporgiano, situata lungo la SS 445 ‘’della Garfagnana’’ (scendendo dalla Foce dei Carpinelli).
Passo dell’Abetone (1388). Valicato dalla SS 12 ‘’dell’Abetone e del Brennero’’ tra le località di Pianosinatico (Toscana) e Fiumalbo (Emilia-Romagna), vi sorge l’omonima stazione di villeggiatura ed è quotato 1386 sulle cartine del Giro 2015. Un tempo chiamato anche ‘’Serrabassa’’, dall’anno dell’istituzione della classifica dei GPM (1933) è stato scalato 17 volte al Giro d’Italia, inagurato come tale proprio nel giorno dell’impresa di Fausto Coppi nella Firenze – Modena del 1940, anche se a scollinare per primo fu Ezio Cecchi. Traguardo di tappa lo è già stato in tre occasioni, quando in cima al passo si imposero Mauro Gianneschi nel 1954, Charly Gaul nel 1959 e Francesco Casagrande nel 2000. Tra gli altri conquistatori dell’Abetone spiccano i nomi di ”giganti” del calibro di Bartali (primo due volte, nel bienno 47-48), di Taccone (1961), di Merckx (1969) e di Fignon (1989).
FOTOGALLERY
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Sarzana, fortezza di Sarzanello
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Aulla, fortezza della Brunella
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Il santuario di San Pellegrino in Alpe
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Castelvecchio Pascoli, la casa di Pascoli
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Un tratto dell’antica strada per la Foce a Giovo, rimasta in parte sterrata
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Il casinò dei Bagni di Lucca, il primo costruito in Europa
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Un tratto della salita dell’Abetone attraverso la foresta di Boscolungo
Fausto Coppi e, in trasparenza, le altimetrie delle tappe Firenze – Modena (1940) e La Spezia – Abetone (http://cycling-passion.com/wp-content/uploads/2012/09/fausto-coppi-giro-d-italia.jpg