RAPALLO – SESTRI LEVANTE: PRIME MONTAGNE, PRIMI DOLORI
Debuttano le salite al Giro 2015 in una frazione che, sulla carta, parrebbe abbastanza trascurabile a causa della totale mancanza di difficoltà negli ultimi 45 Km di gara. Prima, invece, si dovranno affrontare sei ascese consecutive, tutte abbastanza pedabalili ma inserite una dietro l’altra, in una fase di gara che non concederà quasi mai di tirare il fiato. In un simile contesto, i 7 Km al 6,5% di Barbagelata, ultima delle sei asperità di giornata, potrebbero far boccheggiare qualche grosso calibro se la tappa si sarà rivelata più dispendiosa del previsto. Dopo di spazio per recuperare ce ne sarà parecchio, ma per i ”malcapitati” comincerà a suonare un inquietante campanello d’allarme…
La Liguria è un autentico ginepraio orografico e questo fattore sarà particolarmente evidente negli ultimi due atti della quattro giorni che la corsa rosa ha messo in cartellone tra Sanremo e La Spezia. Se nelle prime quarantottore le salite erano, più che altro, un fuori programma per variare un attimo il tema della pianura imperante, nelle restanti saranno le protagoniste, con ben 12 ascese in programma, equamente distribuite tra le frazioni di Sestri Levante e della Spezia e inserite nel contesto di tappe molto intricate anche dal punto planimetrico, che faranno di queste frazioni autentici trabocchetti, nonostante non siano mai previste pendenze rilevanti. La prima di queste due giornate parrebbe, tra l’altro, disegnata con scarsa intelligenza, poiché nei 137 Km che condurranno da Rapallo a Sestri le sei ascese di turno, tutte pedalabili, saranno ‘’ammucchiate’’ entro i primi 93 Km mentre nei restanti 45 Km ci sarà solo discesa e pianura. Ma non per questo la terza frazione del Giro 2015 dovrà essere assolutamente sottovalutata perché potrebbe offrire le prime indicazioni circa la condizione in salita dei nomi più attesi. L’ultima delle sei in programma, infatti, è la più impegnativa e qualcuno dei pretendenti alla maglia rosa finale potrebbe sfruttarla per imprimere un’accelerazione di prova, giusto per vedere chi si stacca e chi no, certamente non con finalità di vittoria odierna considerata la mole di chilometri che separa la cima di Barbagelata dal traguardo e che, quasi certamente, consentirà a chi avrà perso le ruote del gruppo di rientrare. Ma questo primo gap, subìto e immediatamente rientrato, farà risuonare un campanello d’allarme nelle orecchie dei malcapitati di turno, cominciando a minarne anche la sicurezza e i nervi. Sugli effetti di questa tappa peserà molto anche il basso chilometraggio (escluse le due crono, questa sarà la tappa più breve assieme a quella di Lugano) che, come spesso accade, potrebbe invogliare il gruppo a una partenza piuttosto veloce, anche se le salite previste in partenza faranno certamente da ‘’freno’’. Per quanto riguarda il successo di giornata, invece, verosimilmente questo arriverà al termine di una volata ristretta e a imporsi, favoriti dal finale piatto, potrebbero essere tutti quei velocisti resistenti che sanno rimanere a ‘’galla’’ su percorsi impervi come il tedesco Degenkolb e il francese Bouhanni, che tiene bene anche quando il traguardo è posto al termine di un breve e pedalabile tratto in salita. Più difficile che vada in porto una fuga poiché, essendo appena il terzo giorno di Giro, la classifica sarà ancora apertissima e parecchi corridori avranno la possibilità di conquistare oggi la maglia rosa: di certo le loro formazioni s’impegneranno perché il tentativo che nascerà nei chilometri iniziali non assuma dimensioni incolmabili. Va notato, a questo proposito, che la prima parte del tracciato favorisce più chi sta all’attacco piuttosto che il più numeroso gruppo inseguitore, proprio per il terreno accidentato e la presenza di tratti tortuosi.
Si partirà da Rapallo, dunque, e questo sarà anche un modo per ricordare ancora Wouter Weylandt, il corridore olandese deceduto il 9 maggio del 2011, durante la terza tappa della corsa rosa, frazione che si concludeva nella ridente località del Tigullio.
I primi 3 km privi di difficoltà altimetriche serviranno per non far ‘’decollare’’ immediatamente la tappa in salita, poi si affronteranno i pedalabili 5 Km d’ascesa al 4,8% verso la Ruta, piccola frazione di Camogli situata sull’insellatura che separa la catena appenninica dal Monte di Porfofino, il promontorio dove si trovano l’omonima e celeberrima località e l’Abbazia di San Fruttuoso di Capodimonte, costruita da monaci greci alla metà del X secolo e affacciata nella baia dov’è immersa dal 1954 la statua bronzea del Cristo degli Abissi. Si planerà, quindi, su Recco – patria riconosciuta di una delle varianti più apprezzate della ‘’fugassa’’, quella con formaggio – per riprendere immediatamente a puntare in alto, ora diretti al primo GPM ufficiale di giornata, previsto ai 470 metri del Colle Caprile, dove si giungerà dopo aver coperto 7,8 Km di strada inclinata al 4,9%, che si snoda attraverso le frazioni del comune sparso di Uscio, località nota a livello mondiale per la presenza della fonderia Trebino, che dal 1824 produce non solo campane ma anche orologi da torre e da campanile esportati in tutto il mondo. Scesi nella Val Fontanabuona – una delle più lunghe della provincia di Genova, conosciuta per le sue cave di ardesia – si tornerà a salire, diretti ora al Passo della Scoffèra, valico privo di particolare ‘’appeal’’ ciclistico a causa della facilità delle pendenze (il versante affrontato dai ‘’girini’’ misura una dozzina di chilometri, inclinati al 3,7% medio) e che fu teatro nel 1747 di una battaglia combattuta tra 3500 contadini di queste valli e un gruppo di militari austriaci che aveva partecipato all’Assedio di Genova e che furono sconfitti nella tenzone. Agli appassionati dello sport del pedale, invece, questo luogo richiamerà alla memoria la rovinosa caduta che, in discesa, occorse a Gino Bartali al Giro del 1940, l’edizione della corsa rosa che vide sbocciare la storica rivalità con Fausto Coppi. Siamo alle porte della fase più tortuosa della tappa che, poco dopo aver superato la Scoffèra, riprenderà a salire verso Torriglia, località di villeggiatura che in passato fu a capo di un omonimo principato e presso la quale si trovano le sorgenti del Laccio, torrente che unendosi al Pentemina da vita al più conosciuto Scrivia che, percorsa l’omonima valle, entra in Piemonte per andare a confluire nel corso del Po nei pressi di Cornale, in territorio lombardo. Girando attorno al Lago del Brugneto – il più vasto della Liguria, realizzato nel 1959 per l’approvvigionamento idrico della città di Genova, che andava sempre più estendendosi – si completerà la quarta salita di giornata portandosi ai quasi 1000 metri del Valico della Cappella di Garaventa dopo aver affrontato due balze di 3,2 Km cadauna (la prima al 4,4%, la seconda al 5,9% con un picco al 9,5%) separate da 2600 metri di strada in falsopiano. Rasentando e, per un breve tratto anche attraversando, il territorio del parco naturale regionale dell’Antola si giungerà alle porte di Rondanina, il comune meno popoloso dell’intera regione, al termine della penultima difficoltà altimetrica di giornata, uno strappo di 1500 metri poco pendenti. Tutto l’opposto della successiva discesa che, con 4,4 Km al 7,7%, deporrà il gruppo ai piedi dell’ultima e più impegnativa salita, che inizierà poco dopo il passaggio da Montebruno, centro della Val Trebbia dove un santuario eretto a partire dal 1486 rammenta che, alcuni anni prima, in questo paese ebbe luogo un’apparizione mariana che ebbe come unico testimone un pastore muto che, miracolosamente, riacquistò l’uso della parola. E proprio ora accadrà l’apparizione più attesa della giornata, quella dei 7 Km che condurranno al GPM di Barbagelata, tetto della tappa dall’alto dei suoi 1115 metri di quota e culmine dell’impegno giornaliero in virtù di una pendenza media del 6,5% e di uno strappo al 17,5% che potrebbe far dannare chi si sarà presentato al via del Giro con una condizione non ancora al top. Fortunatamente, lassù termineranno le ostilità e nel rimanente tratto di tappa le montagne interverranno solo a incorniciare un tracciato che ora proporrà l’interminabile discesa (quasi 16 Km) che rincondurrà in Val Fontanabuona transitando per Favale di Malvaro, il centro dal quale prenderebbe il nome la valle, con riferimento alla leggerissima acqua che sgorgava dalle fontane di questo comune. Ritrovata la pianura e ripresa la strada del mare, a Carasco il tracciato di questa terza frazione incrocerà la strada che scende dal Passo del Bocco, poi transiterà ai piedi della Val Graveglia, terra d’origine degli avi di Giuseppe Garibaldi, e quindi da Cogorno, presso il quale si trova il principale monumento della valle, la basilica di San Salvatore dei Fieschi, costruita in stile gotico-romanico a partire dal 1244 su iniziativa di Papa Innocenzo IV, appartenente alla famiglia Fieschi, feudataria della valle nonché una dei maggiori casati della nobilità genovese. Poco dopo il gruppo rivedrà il mare e inizierà l’ultima porzione della tappa, i 6000 scorrevoli metri di pianeggiante statale Aurelia che, pressochè privi di curve, punteranno dritti verso l’incantevole ‘’Baia delle Favole’’, un nome che riporta a quello di Hans Christian Andersen, ospite a Sestri Levante nel 1835, proprio nell’anno nel quale iniziò la sua carriera di scrittore di fiabe. Ma per qualcuno, oggi, la favola rosa del Giro potrebbe cominciare a tinteggiarsi di dramma….
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Sella di San Lorenzo (192). Coincide con la località San Lorenzo della Costa, attraversata dalla SS 1 “Via Aurelia” lungo la salita alla Ruta.
Valico di Ruta (tunnel – 254). Quotato 269 sulle cartine del Giro 2015, è valicato in galleria dalla SS 1 “Via Aurelia” tra San Lorenzo della Costa (Rapallo) e Recco. Il valico geografico è la Sella di Ruta (278), situata sulla displuviale che divide i due versanti del promontorio di Portofino. Il Giro l’ha scalato fin dalla prima edizione (1909), ma solo in due occasioni il passaggio è stato considerato valido per la classifica del GPM: a imporsi lassù sono stati il portoghese Da Silva nel 1991 (Sala Baganza – Savona, 1° Sciandri) e Germano Pierdomenico l’anno successivo (Genova – Uliveto Terme, 1° Leoni).
Colle Caprile (470). Valicato dalla SS 333 ‘’di Uscio’’ tra Uscio e Gattorna, il Giro l’ha già scalato in passato, mai come traguardo GPM.
Colletta di Boasi (tunnel – 642). Mette in comunicazione la Val Fontanabuona con la Val Bisagno ed è attraversata dalla SP 77 ‘’di Boasi’’, tra l’omonima località e il Passo della Scoffèra.
Passo della Scoffèra (674). Quotato 671 sulle cartine del Giro 2015, è raggiungibile da quattro diverse vie d’accesso (Davagna, Laccio, Ferriere e dalla SS 45 ‘’di Val Trebbia’’, che oggi evita il valico con un traforo lungo quasi 1,4 Km). Nonostante la sua notorietà, il Giro l’ho ha affrontato solo quattro volte come GPM e ha visto transitare in testa Aldo Moser nel 1958 (tappa Mondovì – Chiavari, vinta da Silvano Ciampi), Giuseppe Saronni nel 1978 (tappa Novi Ligure – La Spezia, vinta dallo stesso corridore), Flavio Zappi nel 1984 (tappa Lerici – Alessandria, vinta da Sergio Santimaria) e l’elvetico Pascal Richard nel 1994 (tappa Lavagna – Bra, vinta da Massimo Ghirotto), occasione nella quale non si salì fino al valico ma si termino la scalata all’imbocco della sottostante galleria.
Valico di Sottocolle (tunnel – 1018), Valico della Cappella di Garaventa (tunnel – 1038). Valicati dalla SP 15 tra Torriglia e Garaventa.
Sella della Cappella di Sant’Anna (1054). Valicato dalla SP 15 tra Propata e Conio d’Avena, coincide con il bivio per Rondanina
Colletta di Costa Finale (1111). Quotata 1115 sulle cartine del Giro 2015, è valicata dalla SP 56 ‘’di Barbagelata’’ tra Montebruno e Barbagelata. Coincide con il GPM di Barbagelata.
Valico di Barbagelata (1125). Coincide con l’omonima località.
Passo della Scoglina (922). Quotato 921 sulle cartine del Giro 2015 e 920 sul pannello di valico, è toccato nel corso della discesa da Barbagelata a Favale di Malvaro. Coincide con il bivio tra la SP 56 ‘’di Barbagelata’’ e la SP 23 ‘’della Scoglina’’.
FOTOGALLERY
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Castello di Rapallo
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Abbazia di San Fruttuoso
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Colle Caprile
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Passo della Scoffèra
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Valico della Cappella di Garaventa
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Lago del Brugneto
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La cappella al bivio per Rondanina, il paese meno popoloso della Liguria
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Santuario di Nostra Signora di Montebruno
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Salendo verso Barbagelata