FESTA A MEZZ’ASTA IN CASA LAMPRE
Per la Lampre arriva il terzo successo parziale al Giro di Sardegna, ma oggi non è stata festa piena. Danilo Hondo ha miracolosamente salvato la giornata alla squadra di patron Galbusera, ribaltando un destino che sembrava compromesso dalla caduta di Petacchi, lanciatissimo verso il bis consecutivo e caduto a 100 metri dal traguardo, agganciato da un incauto spettatore. Nulla cambia in classifica, anche a causa di un percorso più facile rispetto a quanto annunciato dalle cartine e che ha permesso a una quarantina di unità di arrivare a giocarsi il successo. Per Kreuziger è praticamente fatta: a meno di sorprese – e la tappa di Iglesias ne ha riservata una spiacevole – sarà lui il 28° vincitore del Giro di Sardegna.
Foto copertina: la caduta che ha contraddistinto il finale della tappa di Iglesias (foto Bettini.)
La Lampre piazza il terzo corridore diverso sul gradino più alto. A vincere ieri, sul traguardo di Iglesias, è stato il tedesco Danilo Hondo, che si è imposto al termine di una volata complicata, precedendo Giovanni Visconti e Sacha Modolo.
Il rettilineo d’arrivo è stato teatro di una caduta ai centocinquanta metri e che ha coinvolto principalmente Petacchi, agganciatosi al braccio di uno spettatore mentre sprintava a pochi centimetri dalle transenne. Sono volati a terra con lo spezzino anche Sabatini, Gatti e Colli: tutti hanno riportato solo qualche escoriazione. Nulla di grave per tutti, insomma, solo il rammarico di Petacchi nel non aver potuto bissare la vittoria di Oristano.
La partenza da Carbonia era stata battezzata da qualche goccia di pioggia, ma la media altissima delle prime due ore di corsa ha certamente “asciugato” i corridori: 48,520 Km/h nella prima, 45,120 Km/h la seconda.
A contribuire a questi ritmi è stata la fuga di sei uomini: Pavel Brutt (Team Katusha), Alberto Contoli e Alan Marangoni (Colnago – Csf Inox), Luca Celli (Ceramica Flaminia), Stafano Usai (Maridiana Kamen Team) e l’onnipresente Giairo Ermeti (De Rosa – Stac Plastic), al suo terzo tentativo. Come spesso è capitato in questo Giro di Sardegna, dopo che avevano accumulato fino a 3’30’’ di vantaggio, al chilometro 87, i fuggitivi sono stati riacciuffati: è accadato al 148 Km, quando erano rimasti in quattro per il rientro in gruppo di Ermeti e Usai. Gli ultimi chilometri di gara hanno visto il gruppo guidato dai treni della Lampre – Farnese Vini e della Liquigas – Doimo.
La classifica rimane immutata, anche per Petacchi, il cui distacco è stato bonificato dal regolamento, che non prevede di conteggiare i secondi persi negli ultimi 3 Km quando s’incappa in cadute.
Con una tappa conclusiva sostanzialmente priva di difficoltà altimetriche, 140 Km dall’isola di Sant’Antioco a Cagliari, Kreuziger può considerarsi in una botte di ferro e cominciare a pregustare il successo finale.
DALLA PANCIA DEL GRUPPO: CRISTIANO SALERNO
Cristiano Salerno, soddisfa le nostre curiosità anche mentre, intorno alle 18, è impegnato al massaggio.
Ci ha rivelato che le prime due ore percorse ad alta velocità si sono fatte sentire e, forse anche per questo, la prima salita di giornata, segnalata come GPM di seconda categoria, “ci è sembrata più dura del previsto e ci siamo addirittura preoccupati in vista della seconda ascesa, che era di prima categoria, anche se poi è risultata più facile della precedente. Comunque noi dovevamo solo stare tranquilli in gruppo perché avevamo in fuga Giairo Ermeti che ha ormai in tasca la classifica dei traguardi volanti. E’ un grande Giairo!”.
Il racconto di Cristiano continua: “Come al solito il vento contrario e qualche azione a sorpresa, mi pare di Petrov su uno strappetto ai meno cinque, ci stava sorprendendo perché si era creato un “buco” e a così poco dall’arrivo, io e i miei compagni abbiamo dovuto spingere per rientrare. Poi la volata è nota, credo che Petacchi avrebbe vinto facile, anche se non l’ho vista benissimo dal mio 11° posto. Sono contento, invece, che il mio compagno di squadra Caruso sia risalito al quarto posto della generale grazie al decimo posto di oggi. Sono in quattro in coabitazione (Caruso, lo sloveno Brajkovic, il polacco Niemiec e Michele Scarponi) e il gioco dei piazzamenti conta per la classifica. Non aggiungo altro. Aspettiamo domani per tirare le somme”
Domenico Occhipinti