VAKOC BEFFA TUTTI A VARSAVIA
Il giovanissimo ceco della Omega Pharma – Quickstep resiste al ritorno del gruppo e corona una lunga fuga con la seconda tappa del Giro di Polonia, conquistando anche la maglia gialla di leader. Valido solo per il secondo posto lo sprint, di Matthews, arrivato al traguardo convinto della vittoria. Domani e mercoledì altri due sprint, prima delle salite.
Dopo aver annullato in extremis la fuga di Paterski nella prima tappa, i velocisti sono invece stati beffati, nella seconda, da Petr Vakoc, 22enne ceco della Omega Pharma – Quickstep. Per il talento di Hlavni Mesto si tratta del primo successo in carriera tra i professionisti, dopo averlo soltanto sfiorato al campionato nazionale di giugno (secondo alle spalle di Jan Barta, davanti ad un atleta ben più quotato quale Stybar). Molto probabilmente, non sarà l’ultimo, e l’affermazione non è dovuta soltanto alla verdissima età .
Come ieri, il gruppo ha peccato di presunzione, sottovalutando il pericolo portato dallo stesso Vakoc e dai padroni di casa Matysiak e Kasperkiewicz. Se nella prima frazione il peccato era stato quello di concedere un vantaggio massimo di un quarto d’ora, oggi è stato quello di rimandare troppo l’inizio della caccia ai battistrada, presentatisi ancora forti di sette minuti di vantaggio a 50 km dal traguardo.
Ancora una volta, le formazioni degli sprinter hanno quasi del tutto delegato l’inseguimento alla Tinkoff-Saxo, interessata però soltanto a non concedere vantaggi extra-large ai fuggitivi dei primi giorni, e non a pilotare le ruote veloci fino alla volata. Se ieri le maglie giallo-blu dei Tinkoff si sono fatte da parte ad appena 3 km dal termine, quando Paterski, ultimo reduce dell’offensiva della prima ora, distava soltanto pochi secondi, quest’oggi gli uomini di Majka si sono ritenuti soddisfatti già ad una ventina di chilometri dall’arrivo, quando Vakoc, sbarazzatosi nel mentre dei due compagni di viaggio, vantava ancora un margine superiore ai due minuti.
Una coalizione di Belkin, Giant-Shimano e Lotto non è stata sufficiente a completare l’opera di ricongiungimento, complice la tortuosità dei 4800 metri (da ripetere 3 volte) del circuito conclusivo. Pur pagando una lieve e comprensibilissima flessione nel finale, Vakoc è così riuscito a salvaguardare 21’’ nei confronti di un gruppo nel quale lo sprint ha avuto ben poco a che spartire con quello di ieri.
Forse anche per via delle diverse condizioni meteo, che hanno reso gli ultimi chilometri assai più lineari rispetto a quelli di ieri, flagellati dal maltempo e innervositi dalle cadute, i valori in gioco si sono ribaltati: Hutarovich e Maikin, arrivati a giocarsi all’ultimo metro la prima frazione, si sono dovuti accontentare di un 5° e un 11° posto; Mori, terzo a Bydgoszcz , ha chiuso addirittura 13°. La parte recitata ventiquattro ore fa dal bielorusso è andata a Michael Matthews, capace di piegare Boris Vallée e Ramon Sinkeldam, prima di alzare le braccia in segno di trionfo, ignorando evidentemente la presenza di Vakoc più avanti. Le bandierine italiane, dopo aver colonizzato tre piazze della top 10 di ieri, si sono invece dissolte dalle zone di testa, con Mori ancora migliore degli azzurri, malgrado il peggioramento di 8 posizioni.
La tappa di domani, 174 km da Kielce a Rzeszow, offrirà ancora una volta – nemmeno a dirlo – terreno favorevole ai velocisti, evitando accuratamente qualsiasi asperità degna di nota (l’unico Gran Premio della Montagna è posto in pianura, e non è un’iperbole). Basterà , a loro e alle loro squadre, evitare di dormire per qualche chilometro di troppo. Sempre che, dopo una giornata di vacanza, a scombinare di nuovo la corsa non intervenga la pioggia, attesa al ritorno in scena già domani, in un’estate che non accenna a diventare tale neppure in Polonia.
Matteo Novarini