DA SUPER TONY A SUPER MARIO IL PASSO E’ BREVE. GERMANIA UBER ALLES

luglio 14, 2014
Categoria: News

La superiorità del calcio tedesco raggiunge la massima espressione conquistando la Coppa del Mondo 2014. Un sistema collaudato e sviluppato sulla forza e la ricchezza dei vivai e dalla volontà di innovazione più che di conservazione. Questo modello anche negli altri sport può fare la differenza e dare un impulso per creare qualcosa di buono, ciclismo compreso.

‘Il calcio è un gioco semplice: si gioca undici contro undici, e alla fine vincono i tedeschi.’ Questo celebre aforisma di Gary Lineker ritorna oggi più che mai di stretta attualità visto che la Germania ha vinto la sua quarta coppa del Mondo, raggiungendo l’Italia. Italia che a sua volta può vantarsi in modo dimesso di questo primato, visto che proprio le ultime due edizioni sono state disastrose, dopo la vittoria nel 2006. Un po’ di orgoglio può esserci trasmesso solo dal fatto che nei Mondiali di calcio l’Italia le ha sempre date alla Germania. Per la terza volta consecutiva la finale del Mondiale si decide dopo il novantesimo e se l’aggiudica una squadra europea. E comunque il trionfo teutonico noi lo sentivamo nell’aria. Eh sì, perché nel pomeriggio un certo Tony Martin si era prodotto in una fuga al Tour di oltre 150 km! Va bene che per una buona metà la aveva condivisa con Alessandro De Marchi, promettente ragazzone della Cannondale, ma a un certo punto, sull’ultimo GPM di giornata, l’andatura del campione del mondo a cronometro diventava insostenibile anche per l’italiano che avrebbe rivisto l’uomo dell’Omega Pharma, insieme ai fuggitivi della prima ora, soltanto dopo il traguardo di Mulhouse. La potenza dimostrata da Tony Martin, ma anche da Kittel e da Greipel (finora al Tour 2014 la Germania ha fatto sue cinque tappe su nove) fa il pari con la superiorità dei calciatori tedeschi in tutto questo Mondiale brasiliano. L’ultima ad arrendersi è stata l’Argentina, in una finale che ha visto sprazzi di bel gioco, buone manovre a centrocampo, in cui l’appassionato di calcio ha potuto gustarsi una bella partita, soprattutto nei primi 45 minuti. Nel primo tempo le clamorose occasioni da gol di Higuaín da una parte e di Howedes dall’altra facevano quasi da freno a ulteriori schermaglie, visto che nella ripresa la tattica prendeva il sopravvento, con la mediana di gioco ben occupata da entrambe le squadre. Anche le fasce risentivano del cambiamento di rotta, visto che sia Lahm che Zabaleta, i cursori più penetranti a disposizione di entrambe le squadre, tendevano a conservare una posizione difensiva più che propositiva. Anche i chiavistelli in attacco come Mueller e Messi non riuscivano ad incidere in una manovra che perdeva gli sbocchi che si erano creati nel primo tempo. I portieri restavano a guardare per lungo tempo, con Romero alla fine più impegnato di Neuer. Una partita che si è giocata anche sulle sostituzioni. Sabella ha tolto Lavezzi e Higuaín, gli uomini più pericolosi nell’area tedesca, lasciando in campo Messi, che è sembrato visibilmente in serata no. La Germania ha saputo aspettare fino a otto minuti dalla fine dei tempi supplementari. Risolveva Mario Götze con una bella volée di sinistro al volo su invitante assist di Schürrle, guarda caso proprio i due subentrati al posto di Kramer e Klose. Abbiamo già parlato in un articolo precedente del progetto vincente del calcio tedesco in questi ultimi 10-15 anni. Ebbene, la Germania ha semplicemente raccolto i frutti di questa operazione, o meglio semina, affiancandola a dirigenti virtuosi e capaci. Considerando che in panchina c’era gente come Draxler o Grosskreuz, in procinto di diventare i nuovi Schweinsteiger e Lahm, per non parlare di Marco Reus che ha dovuto saltare il Mondiale per infortunio ed un Neuer che sarà ancora a lungo il miglior portiere del mondo, la Germania ha solide basi sulle quali costruire squadre ancora più forti e complete. Speriamo che anche adesso in Italia si parta da un anno zero del calcio in cui sono molte le mele marce da eliminare e i rami secchi da potare. Sia tra i calciatori che tra i dirigenti. Il nuovo avanzerà? Lo speriamo, anzi lo pretendiamo, per una nuova ondata di talenti calcistici e successi sportivi. Non dimenticando il ciclismo che, come detto, ha forse già trovato in qualche illuminato dirigente – il riferimento alla famiglia Reverberi è del tutto non casuale – la soluzione, o almeno la concreta volontà, di uscire dalle sabbie mobili di un passato burrascoso. Il modello Germania prevale, è valido e produce risultati. Aspettiamo gli Europei in Francia tra due anni e i Mondiali in Russia nel 2018 per la conferme.

Giuseppe Scarfone

La nazionale tedesca stringe tra le mani la Coppa del Mondo appena conquistata (foto AP /Hassan Ammar)

La nazionale tedesca stringe tra le mani la Coppa del Mondo appena conquistata (foto AP /Hassan Ammar)

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