DELFINATO 2014, UN CRITERIUM SALENTE… MA NON TROPPO

giugno 7, 2014
Categoria: Approfondimenti

Tre arrivi in salita, due tappe di media montagna e una sola prova contro il tempo di 10 Km quale atto d’apertura potrebbero far pensare che l’edizione 2014 del Critérium du Dauphiné sia un vero e proprio invito a nozze per gli scalatori. Non sarà, invece, così perché gli organizzatori, depennata la cronometro lunga, hanno decisamente “addomesticato” anche le tappe di montagna: almeno per quest’anno, niente Ventoux, niente Alpe d’Huez e nemmeno passaggi su colli decantati come il Galibier e l’Izoard e a far classifica saranno gli arrivi, comunque impegnativi ma meno “invasivi” e blasonati, sul Col du Béal e al Lago d’Emosson, in terra di Svizzera.

Sarà una sorta di prova generale del Tour che scatterà un mese più tardi dalla terra d’Albione la 66a edizione dell’imminente Criterium del Delfinato. Ai nastri di partenza, infatti, si schiereranno i tre grandi favoriti della Grande Boucle, vale a dire l’italiano Vincenzo Nibali, che quest’anno ha scelto di snobbare il Giro per preparare al meglio l’assalto alla corsa francese, il due volte maglia gialla finale Contador e, soprattutto, il britannico Froome, che veste i panni di vincitore uscente sia del Tour, sia del Delfinato, entrambi conquistati grazie alle prestazioni contro il tempo. Ma non avrà vita facile quest’anno l’anglo-keniota, in entrambe le corse: gli organizzatori, infatti, le hanno “confinate” nei 54 Km della penultima frazione per quanto concerne il Tour e negli appena 10 Km scarsi che, nel primo pomeriggio di domenica 8 giugno, in quel di Lione daranno il via al Delfinato. Si tratterà di una frazione d’apertura non troppo agevole per le cilindrate di corridori come Froome e colleghi passistoni che, strada facendo, si troveranno di fronte ampi tratti in cui lanciarsi ma anche la salita verso la Montée de l’Observance, breve e pedalabile (0,8 Km al 5,5%) e la successiva discesa a stretti tornanti che infastidiranno non poco la loro marcia, se è vero che gli organizzatori hanno previsto una media di gara di circa 48 Km/h, mentre solitamente in questo tipo di frazioni si viaggia a oltre 50 orari. Nonostante questa partenza un po’ ad “handicap” per i cronoman, i loro diretti avversari scalatori non potranno, però, certo gongolare perché gli uomini di ASO non si sono solo accontentati di ridurre le crono, ma anche decisamente addolcito le altimetrie delle frazioni di montagna di una corsa che, negli anni scorsi, era andata ad affrontare ascese di peso e blasone come il Mont Ventoux e l’Alpe d’Huez, il Galibier e l’Izoard. Le occasioni, comunque, non mancheranno e bisognerà muoversi sin da subito per sfruttarle, anche perché la seconda frazione sarà una delle più impegnative, con il traguardo fissato al termine dei 13,6 Km al 6,6% dell’arrampicata verso il Col du Béal, ascesa che sarà affrontata per la prima volta in una grande corsa professionistica dopo aver debuttato nel 2010, quando accolse il traguardo di una frazione del Tour de l’Avenir, conquistata dal belga Yannick Eijssen precedendo di 21” il colombiano Atapuma e di 26” lo statunitense Talansky. Da segnalare che, a render pesante la giornata interverranno altre cinque ascese disseminate lungo l’intero tracciato (156 Km), tra le quali tre colli di 2a categoria (il primo da affrontare subito dopo il via da Tarare) mentre l’ascesa finale sarà considerata “Hors Catégorie”.
L’indomani è programmata tra Ambert e Le Teil la prima delle due tappe destinate ai velocisti, che avranno dalla loro parte l’assoluta mancanza di difficoltà negli ultimi 40 Km di gara, ai quali si giungerà dopo aver superato una prima parte di tracciato movimentata altimetricamente e caratterizzata da due GPM di 2a categoria, il più impegnativo dei quali è il Col de la Mûre, 3,8 Km al 6,3% piazzati proprio all’inizio del tratto più agevole.
Le due frazioni successive rientrano nella categoria delle tappe trabocchetto e, pur non essendo di vera e propria montagna, saranno meritevoli d’attenzione e saranno certamente segnate in rosso sui road-book dei corridori che puntano al successo finale, perché ci sono tutte le premesse per inscenare azioni a sorpresa. La prima di queste tappe si snoderà tra Montélimar e Gap, andando a ricalcare fedelmente il finale di due frazioni recentemente disputate al Tour de France (2011 e 2013) e che prevede la scalata ai 1269 metri del Col de Manse. I suoi numeri non sono di quelli che fan paura (9,5 Km al 5,2%) ma lassù, in occasione della tappa del 2011, ci fu l’inatteso attacco di Alberto Contador: con il corridore spagnolo rimasero il connazionale Samuel Sánchez e l’australiano Evans (vincitore, poi, della classifica finale), che a Gap si presentarono con una ventina di secondi sui rivali più accreditati mentre il dazio più pesante sarà pagato da uno dei favoriti per il successo finale, il lussemburghese Andy Schleck, giunto al traguardo con più d’un minuto di ritardo. Il giorno dopo si andrà da Sisteron a La Mure scavalcando sei ascese in quasi 190 Km, con il ritorno sul Manse e poi un nervoso circuito finale di una sessantina di chilometri che proporrà i 3 Km all’8,4% del “Colle della Morte” (un nome che è tutto un programma) e infine, i 6,3 Km al 6,2% della Côte de Laffrey, iscritta nella storia del ciclismo poiché si tratta della prima salita alpina affrontata al Grande Boucle, inserita nel percorso della tappa Grenoble – Tolone del Tour del 1905. Non si salirà dal versante storico, che presenta pendenze più elevate, ma quest’ascesa potrebbe comunque lasciare il segno, sia per il tracciato altalenante, sia perché subito dopo non si affronterà una discesa ma si rimarrà costantemente in quota nei 20 Km che dallo scollinamento condurrano al traguardo, tratto nel quale i distacchi accusati potrebbero facilmente lievitare.
Dopo il via da Grenoble, l’ultima delle due tappe di trasferimento proporrà a Poisy un traguardo che spalancherà le proprie porte ai velocisti più “coriacei”, in grado di resistere ai due GPM di 4a categoria piazzati entro gli ultimi 20 Km (indigesti per qualcuno di loro potrebbero essere gli 1,7 Km al 6,3% della Côte de Ronzy), con la strada che procede a “spizzichi e bocconi” e che favorirà anche le azioni dei finisseur alla Gilbert, soprattutto per la presenza di un’ultima “côte” al 15%, non considerata per la classifica degli scalatori e che andrà a terminare proprio sotto lo striscione dei -2 Km all’arrivo.
Per i “big” questa frazione appena trascorsa sarà solo la vigilia della tappa “regina”, la più dura delle otto in programma che, lasciata Ville-la-Grand, condurrà la carovana fuori dai confini nazionali francesi per proporre l’impegnativo epilogo in salita al Lago d’Emosson, nel comune elvetico di Finhaut. Impegnativa non sarà soltanto l’ascesa finale (10,2 Km all’8% e un picco del 17%), che porterà il gruppo fino a 1929 metri di quota (tetto del Delfinato 2014), ma la tappa nella sua totalità, caratterizzata da quasi 4000 metri di dislivello complessivo, distribuiti su cinque salite, tra le quali non dovrà essere sottovalutata quella del Col de la Forclaz (12,6 Km all’8,2%), anche perché collocata a ridosso dell’ascesa conclusiva.
L’indomani si rientrerà in “patria” per la frazione conclusiva, che scatterà da Megève e avrà come meta la nota stazione invernale di Courchevel, nel cuore di tutti gli appassionati perché teatro delle ultime gesta vittoriose della carriera di Marco Pantani, al Tour del 2000. Gli spazi per ribaltare i verdetti stabiliti dalla tappa del giorno prima, però, non saranno moltissimi perché di questa storica ascesa sarà affrontato solo il tratto centrale, non particolarmente impegnativo (5,9 Km al 6,2%), fermandosi presso la località di Le Praz (1267 metri, la salita “totale” arriva fino a 2000 metri) dopo aver affrontato la Côte de Montagny (8 Km al 6,5%) e, nelle battute iniziali, la Côte de Domancy (2,5 Km al 9,6%, è la salita che venne inserira nel circuito dei durissimi mondiali di Sallanches, disputati nel 1980) e i 1650 del Col des Saisies (13,4 Km al 5.2%).

Mauro Facoltosi

Il Lac dEmosson, traguardo della tappa più impegnativa (www.myswitzerland.com)

Il Lac d'Emosson, traguardo della tappa più impegnativa (www.myswitzerland.com)

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