ZONCOLAN DELUDENTE, TAPPA A ROGERS

maggio 31, 2014
Categoria: News

Il Kaiser non muta gli equilibri stabiliti dalle prime diciannove tappe: Quintana controlla, Uran consolida il secondo posto, Aru difende il podio. Con i big sulla difensiva, sono i fuggitivi a giocarsi il successo parziale, con Rogers che stacca tutti e centra la seconda vittoria in questo Giro. Secondo posto per Pellizotti, davanti ad un Bongiorno costretto a mettere piede a terra dalla maldestra spinta di un tifoso, quando pedalava in compagnia dell’australiano.

La classifica generale fissata dalla cronoscalata del Monte Grappa, con Quintana virtualmente certo della maglia rosa finale e Uran e Aru destinati ad occupare gli altri gradini del podio, aveva di fatto reso quasi pleonastica l’ascesa al Monte Zoncolan; un po’ troppo romanticamente, forse, ci eravamo però illusi che l’unicità del traguardo e i pochi rischi che un eventuale atto di coraggio avrebbe comportato, vista la classifica molto allungata già in coda alla top 10, inducessero qualcuno a smentirci, dando un senso ad una tappa troppo affascinante per essere relegata al ruolo di passerella. Speranze mal riposte, visto che l’attesa scalata al Kaiser, per la prima volta collocato al penultimo giorno di gara, in veste di estremo giudice, è stata – se possibile – ancor meno entusiasmante del previsto, perlomeno per quel che concerne la (non) battaglia tra gli uomini di classifica.
E dire che la prima metà di gara aveva alimentato aspettative ben diverse per il finale, con una fuga molto nutrita (20 uomini: Arashiro, Belkov, Bongiorno, Bookwalter, Cataldo, Cattaneo, Domont, Geschke, Hondo, Monfort, Monsalve, Pellizotti, Preidler, Rabottini, Roche, Rodriguez, Rogers, Serry, Tjallingii e Zoidl, in rigoroso ordine alfabetico) tenuta sotto controllo da Cannondale e Colombia, entrambe escluse dal tentativo, capaci di portare il gruppo con un distacco di un paio di minuti appena ai piedi del Passo del Pura. Proprio qui, però, la corsa ha cominciato a prendere la piega sonnolenta che l’avrebbe poi contrassegnata fino all’arrivo, allorché la formazione di Claudio Corti ha spedito in avanscoperta Chalapud, seguito da Quémeneur e dai soliti Wellens e Zardini, e il gruppo si è rimesso al placido ritmo della Movistar, che non nutriva ovviamente alcun interesse a dar battaglia.
La definitiva svolta a favore dei fuggitivi si è però concretizzata sulla salita di Sella Razzo, i cui primi due terzi sono stati scalati dal plotone ad andatura para-turistica, lasciando lievitare il gap oltre i cinque minuti. Pierre Rolland ha ridestato per qualche chilometro la gara dal suo torpore all’inizio del tratto più duro dell’ascesa, ordinando a Sicard di cambiare passo, e la tappa è parsa addirittura sul punto di infiammarsi quando alla ruota del francese si sono portati Majka e Pozzovivo, mentre Evans ed Hesjedal perdevano le ruote del plotone. Il lucano e il polacco non se la sono tuttavia sentita di dar seguito all’iniziativa, lasciandosi riassorbire dagli altri favoriti.
Con una compattissima Movistar di nuovo a comandare le operazioni, il vantaggio dei battistrada ha ripreso a lievitare, fino a lambire gli otto minuti in fondo alla discesa: una condanna per chi sperava di giocarsi la tappa attendendo lo Zoncolan, che ha ulteriormente addormentato una corsa già sedata da stanchezza e chiarezza dei valori in gioco.
Davanti, Pellizotti è stato il primo a lanciare l’attacco, trascinandosi dietro i soli Rogers e Bongiorno. Quest’ultimo, poco dopo, ha fatto onore una volta di più alla classe 1990 – rappresentata fra gli altri da Quintana, Aru e Bouhanni -, scattando a sua volta e mettendo in difficoltà proprio il promotore del tentativo dei tre. Rogers, già trionfatore a Savona nell’11a tappa, si è invece accodato, lasciando sfogare un Bongiorno che, nei chilometri immediatamente successivi, avrebbe prodotto una serie di allunghi tanto numerosi quanto vani.
A 2 km e mezzo circa dalla vetta, a guastare un’interessante sfida tra due generazioni e due stili diversi ha purtroppo provveduto uno spettatore, al quale risparmieremo la qualifica di imbecille solo perché molti ci hanno battuti sul tempo: nel maldestro tentativo di spingere l’italiano, lo sciagurato gli ha fatto perdere l’equilibrio, costringendolo a mettere piede a terra e a ripartire su pendenze che superavano il 15%. Rogers, forse neppure accortosi dell’accaduto, ha allora dato fondo a quella riserva che già sembrava amministrare, scavando in breve un solco incolmabile fra sé e Bongiorno.
L’australiano, convocato soltanto in extremis dalla Tinkoff, per via delle noie burocratiche che l’hanno costretta a rivedere il roster originariamente selezionato, si è così involato verso il secondo e più prestigioso successo del suo Giro, in mezzo ad uno stadio naturale che ha rappresentato lo spettacolo migliore offerto dalla tappa. La facilità con la quale Rogers ha dilatato il proprio vantaggio nel finale autorizza a ritenere che il verdetto non sarebbe cambiato anche senza l’intervento del fenomeno a bordo strada; proprio per questo, tuttavia, fa ulteriormente rabbia la sua interferenza, che ha privato Bongiorno – scavalcato nel finale anche da Pellizotti – della chance di giocarsi la prima vittoria da professionista, e ha in parte macchiato l’affermazione del vincitore.
Più indietro, gli uomini di classifica davano luogo alla scalata meno esaltante mai registrata sulle rampe del Kaiser. Igor Anton, trionfatore qui nel 2011, si è incaricato di ridurre il drappello dei favoriti ad una dozzina di unità, e di mandare definitivamente alla deriva Kelderman, Evans, Hesjedal e Kiserlovski, quest’ultimo autore di un effimero scatto all’inizio dei 6 km infernali. Per assistere ad una selezione degna dello Zoncolan, però, si è dovuta attendere quasi la metà dell’ascesa, quando Rigoberto Uran, notando la sofferenza dipinta sul volto degli inseguitori in classifica, ha ordinato ad un Poels in giornata di grazia di incrementare l’andatura. Quintana ha replicato con irrisoria facilità, mentre Pozzovivo, Majka, Rolland e Aru hanno preferito lasciar scappare i colombiani, affidandosi al ritmo del lucano, e cristallizzando di fatto le prime sei piazze della generale finale.
La situazione si è mantenuta più o meno stabile fin quasi all’ultimo chilometro, quando il quasi-rientro dei quattro sul terzetto maglia rosa ha indotto Uran ad una nuova accelerazione – questa volta in prima persona – che ha definitivamente ricacciato indietro Aru e gli altri. La lotta per classifica generale del Giro si è di fatto chiusa così, lasciando a Quintana giusto il tempo di superare il connazionale e ribadire negli ultimi 300 metri superiorità apparsa chiara durante tutta la scalata.
La nuova graduatoria, verosimilmente destinata a coincidere al 99% con quella finale, vede Quintana precedere Uran di 3’07’’ e Fabio Aru di 4’04’’. Rolland, che per coraggio avrebbe forse meritato più di tutti un posto sul podio, è 4°, a 5’46’’ dal leader, e precede di 55’’ un Pozzovivo calato leggermente nella terza settimana, al quale va però imputata soprattutto una mancanza di intraprendenza poco comprensibile per un corridore che, a 31 anni, si trovava forse all’ultima chiamata per il salto di qualità. Majka, 6° a 7’13’’, migliora rispetto al 7° posto dell’anno passato, lasciando se non altro l’impressione di una discreta crescita in salita. Discorso simile per Kelderman, la cui 7a piazza rappresenta tuttavia un balzo ben più consistente rispetto alla 17a del 2013, e che ha dalla sua un anno di margine rispetto a Quintana e Aru e due su Majka, divario non trascurabile in quella fascia di età. Per Evans ed Hesjedal, l’8° e 9° posto rischiano di rappresentare un canto del cigno, benché la catena di sventure che ha flagellato il Giro del canadese obblighi quantomeno a concedergli una prova d’appello fra 12 mesi. Chiude la top 10 Kiserlovski, pesantemente bocciato in quella che rischia di essere stata l’ultima chance di capitanare una squadra in un GT. Dietro di lui, un buco nero di oltre 9 minuti prima di trovare Alexis Vuillermoz, il cui 11° posto, ottenuto lavorando da gregario di Pozzovivo e dando l’impressione di preoccuparsi più della classifica a squadre che di quella individuale, dà la misura di un livello medio francamente piuttosto mediocre. In attesa della passerella di Trieste, si dovrà forse iniziare ad orchestrare lavori diplomatici per portare al Giro, nel 2015, un po’ di quella nobiltà ciclistica che quest’anno si darà appuntamento al Tour de France.

Matteo Novarini

ORDINE D’ARRIVO
1 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 4:41:55
2 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:00:38
3 Francesco Manuel Bongiorno (Ita) Bardiani-CSF 0:00:49
4 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo 0:01:35
5 Brent Bookwalter (USA) BMC Racing Team 0:01:37
6 Robinson Eduardo Chalapud Gomez (Col) Colombia 0:01:46
7 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 0:01:52
8 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:02:12
9 Dario Cataldo (Ita) Team Sky 0:02:24
10 Simon Geschke (Ger) Team Giant-Shimano 0:02:37
11 Mattia Cattaneo (Ita) Lampre-Merida 0:02:39
12 Jonathan Monsalve (Ven) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:03:02
13 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 0:03:14
14 Axel Domont (Fra) AG2R La Mondiale 0:03:21
15 Maxim Belkov (Rus) Team Katusha 0:03:46
16 Edoardo Zardini (Ita) Bardiani-CSF
17 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 0:04:45
18 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
19 Tim Wellens (Bel) Lotto Belisol 0:04:51
20 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:04:59
21 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo
22 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:05:01
23 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:05:05
24 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:05:10
25 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:06:25
26 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing 0:06:35
27 Pieter Serry (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:06:52
28 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia
29 Jarlinson Pantano (Col) Colombia 0:07:01
30 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:07:06
31 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale
32 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:07:18
33 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:07:20
34 Igor Anton Hernandez (Spa) Movistar Team 0:07:26
35 Jonathan Castroviejo Nicolas (Spa) Movistar Team 0:07:59
36 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky
37 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:08:06
38 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:08:09
39 André Cardoso (Por) Garmin Sharp
40 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo 0:08:13
41 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:08:16
42 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:08:19
43 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team 0:08:21
44 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:08:38
45 Gorka Izaguirre Insausti (Spa) Movistar Team 0:09:13
46 Romain Sicard (Fra) Team Europcar 0:09:21
47 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:09:27
48 Enrico Battaglin (Ita) Bardiani-CSF
49 Ivan Rovny (Rus) Tinkoff-Saxo 0:09:45
50 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 0:10:38

CLASSIFICA GENERALE
1 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 83:50:25
2 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:03:07
3 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:04:04
4 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:05:46
5 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:06:41
6 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:07:13
7 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:11:09
8 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:12:00
9 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:13:35
10 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing 0:15:49
11 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:24:54
12 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:26:13
13 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:27:02
14 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:28:36
15 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:32:08
16 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:35:56
17 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:46:16
18 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 0:47:47
19 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:49:22
20 André Cardoso (Por) Garmin Sharp 0:51:09
21 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:55:40
22 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky 0:56:24
23 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team 0:58:42
24 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 1:02:40
25 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team 1:02:59
26 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia 1:04:44
27 Dario Cataldo (Ita) Team Sky 1:04:46
28 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 1:05:12
29 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 1:09:46
30 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo 1:13:07
31 Jarlinson Pantano (Col) Colombia 1:14:36
32 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 1:15:13
33 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 1:19:14
34 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 1:23:06
35 Marc Goos (Ned) Belkin Pro Cycling Team 1:30:43
36 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha 1:35:40
37 Igor Anton Hernandez (Spa) Movistar Team 1:37:49
38 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale 1:39:10
39 Davide Malacarne (Ita) Team Europcar 1:40:10
40 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 1:43:13
41 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 1:45:03
42 Philip Deignan (Irl) Team Sky 1:45:12
43 Jan Polanc (Slo) Lampre-Merida 1:45:31
44 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 1:50:17
45 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 1:50:49
46 Sander Armee (Bel) Lotto Belisol 1:51:43
47 Ivan Rovny (Rus) Tinkoff-Saxo 1:52:16
48 Evgeny Petrov (Rus) Tinkoff-Saxo 1:55:29
49 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 1:57:22
50 Romain Sicard (Fra) Team Europcar 2:03:07

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