FEBBRAIO SI ACCENDE: VIA AL GIRO DEL MEDITERRANEO
febbraio 9, 2010
Categoria: News
Andiamo a scoprire il percorso e i principali protagonisti al via del Giro del Mediterraneo, giunto quest’anno alla 37a edizione. Partenza da Carcassonne il 10 febbraio, conclusione cinque giorni dopo sul Mont Faron, salita simbolo della corsa, che verosimilmente emetterà anche quest’anno tutti i verdetti. Presenti, tra gli altri, Valverde e Vinokourov.
Foto copertina: il Mont Faron e, sullo sfondo, la “Mer Méditerranée” (panoramio)
36 anni fa, nel 1974, prendeva il via il primo Trophée Méditerranéen, su un’idea di Lucien Aimar, vincitore del Tour de France 1966. 36 anni durante i quali la corsa ha cambiato nome, ha variato più volte la sua durata (nata come gara di quattro giorni, le tappe passarono più volte da quattro a cinque, prima di divenire stabilmente sei tra 1987 e 1994, venendo infine riportate definitivamente a cinque nel ’95), e ha soprattutto acquisito lo status di prima corsa europea di grosso rilievo della stagione. Cosa testimoniata in primo luogo dall’albo d’oro, degno di una grande classica primaverile, in cui compaiono nomi quali quelli di Eddy Merckx, Gerrie Knetemann (recordman di successi, a quota 3), Jean-François Bernard, Tony Rominger, Gianni Bugno, Frank Vandenbroucke, Davide Rebellin, Laurent Jalabert, Michele Bartoli e Paolo Bettini.
Anche quest’anno, il lotto partenti si presenta decisamente interessante, a cominciare dalla corazzata Caisse d’Epargne, che rinuncia al vincitore della passata edizione, Luis Leon Sanchez, ma ha in Alejandro Valverde e Juan José Cobo una coppia di potenziali vincitori. I due saranno sostenuti da un sestetto di compagni in cui spicca, forse più per blasone che per altro, il nome di Christophe Moreau, che ha abbandonato le ambizioni di classifica al Tour de France, che lo avevano spinto a gareggiare per la modesta Agritubel nelle stagioni passati, e ha scelto di mettersi al servizio dei capitani dello squadrone iberico.
Propone uno schieramento a più punte anche la Ag2r di Rinaldo Nocentini, l’atleta cui affidiamo le nostre maggiori speranze di un buon risultato azzurro. Cyril Dessel e i fratelli Vladimir e Alexandre Efimkin contenderanno però all’aretino i gradi di capitano, e anzi il dorsale 11, quello che dovrebbe teoricamente designare il leader della formazione, andrà proprio sulla schiena del transalpino. Per quanto riguarda il resto del contingente italiano, l’atleta con le maggiori probabilità di piazzamento potrebbe essere Matteo Carrara, papabile leader della Vacansoleil, anche se la concorrenza interna di Johnny Hoogerland, 5° al Lombardia e 12° alla Vuelta nella passata stagione, è senz’altro molto forte. Probabile invece che formazioni rappresentate in larga parte da azzurri, quali la Miche e l’Acqua & Sapone, debbano limitarsi ad ambire ad un successo parziale (nel caso della prima, un potenziale atleta da classifica è semmai il polacco Przemyslaw Niemiec).
Oltre al già citato Valverde, altri due saranno i grandissimi nomi presenti al via di Carcassonne: Alexander Vinokourov e Robert Gesink. Il primo potrà contare su quella che è probabilmente, assieme alla Caisse d’Epargne, la squadra più forte in gara, grazie a uomini di esperienza quali Iglinsky, Fofonov e Stangelj, oltre ad Allan Davis ed Enrico Gasparotto, che punteranno verosimilmente a dei traguardi di tappa, senza dimenticare il giovane azzurro Mirko Selvaggi. Gesink dovrà invece accontentarsi di un cast di supporto con due soli nomi di rilievo, quelli di Stef Clement e Pieter Weening, cui saranno affiancati cinque giovani (i più esperti saranno Flens e Martens, classe 1983).
Altro atleta da non trascurare, sempre in ottica classifica generale, sarà Tom Danielson, mentre le speranze francesi saranno probabilmente affidate, oltre che al già citato Dessel, ai due giovani Rémy Di Grégorio e Clément Lhotellerie, mentre è difficile pensare che le formazioni interamente (Bouygues Box) o quasi (Cofidis) francesi possano puntare a qualcosa di diverso da un successo di tappa.
Passando ad analizzare il percorso su cui si confronteranno i 136 atleti al via, la partenza avverrà il 10 febbraio da Carcassonne, in direzione Sauvian, per una prima frazione interamente prevista nella regione della Linguadoca-Rossiglione. Il profilo appare quanto mai adatto ai velocisti, anche se la breve ascesa di Vendres, con vetta a 8 km dall’arrivo, potrebbe invogliare qualche coraggioso a tentare il colpaccio, complice la prospettiva di conquistare il simbolo del primato in allegato al successo parziale. Nel caso in cui un finisseur dovesse spuntarla, i velocisti avranno comunque modo di rifarsi nelle tre giornate successive, in cui i GPM saranno sì numerosi, ma mai particolarmente impegnativi, né vicini al traguardo.
La 2a tappa prenderà le mosse da Peynier, nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, per giungere a Trets, comune dello stesso dipartimento (Bocche del Rodano). I due paesi distano appena 4 km e la frazione, di 170 km, proporrà uno sviluppo quasi circolare, attorno a Aix-en-Provence, centro principale della zona. Il percorso appare piuttosto accidentato, ma i colli di Portes e Valfere distano rispettivamente 127 e 85 km dal traguardo, mentre l’ultima ascesa, quella di Mimet, è talmente impegnativa da non essere stata ritenuta degna di un GPM.
Ancora qualche salita nel terzo giorno di gara, che porterà il gruppo a Six-Fours-les-Plages, al termine di una frazione di 115 km che prenderà il via da Gréasque. Anche in questo caso, però, la salita più impegnativa, il Col du Pas de la Couelle, è posta a 94 km dall’arrivo, mentre le successive due asperità, le “côtes” di Mazaugues e Chibron, peraltro anch’esse non proprio a ridosso della linea bianca (GPM posti rispettivamente dopo 53 e 77 km), appaiono in ogni caso troppo agevoli per scongiurare il più che probabile sprint di gruppo. Discorso più o meno analogo vale per la quarta e penultima tappa, 160 km da La Londe-les-Maures a Biot, che propone due GPM nei primi 24 km (il Col du Pas du Cerf e il Col de la Taillude), prima di un lunghissimo tratto pianeggiante, interrotto soltanto, a 61 km dal termine, dalla salita di Bagnols-en-Foret (classificata come ascesa di 1a categoria, ma che, a giudicare dall’altimetria disponibile sul sito ufficiale della corsa, appare come la più facile delle tre in programma).
Se fino a questo momento si è parlato di una corsa molto, forse fin troppo piatta, perlomeno a livello di percorso, ben diverso è il discorso per quel che concerna la quinta e verosimilmente decisiva frazione. Si tratterà ancora di una tappa molto breve – appena 126 km -, ma con quattro GPM, poca pianura e, soprattutto, l’arrivo in quota sul Mont Faron, divenuto ormai un appuntamento fisso del Giro del Mediterraneo. La marcia di avvicinamento al clou della corsa inizierà con due GPM nei primi 32 km (Col de Ceyreste, 2a categoria, e Col de l’Espigoulier, 1a), seguiti da una lunghissima fase interlocutoria di saliscendi. A 16 km dal termine sarà quindi la volta della scalata al Col du Corps de Garde, interessante antipasto di quella che è ormai la salita simbolo del Giro del Mediterraneo. E saranno con ogni probabilità proprio i 5500 metri che concluderanno i cinque giorni di corsa, con il loro 9% di pendenza media, a decidere le sorti della generale, complice la non certo esorbitante quantità di difficoltà delle tappe precedenti.
Nel complesso, si tratta dunque di un’edizione disegnata con un occhio di riguardo per i velocisti, che avranno – fughe permettendo – 3/4 opportunità di giocarsi tappa e maglia gialla, prima di lasciare il proscenio ai leader in occasione della frazione conclusiva. D’altro canto, ad inizio stagione non era probabilmente possibile inasprire più di tanto il percorso, a meno di non voler rinunciare alla partecipazione dei big che prenderanno il via alla ricerca della forma migliore in vista degli appuntamenti primaverili.
Matteo Novarini
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