MASSACRO A MONTECASSINO: LA GUERRA SPORCA DI CAPITAN EVANS
Ritirati e feriti nel bilancio di una catastrofica caduta che ha scompaginato il gruppo nei pochissimi chilometri tra il rientro sulla fuga e l’attacco dell’ascesa a Montecassino. Evans si trova in testa a un drappello ridottissimo di incursori con due compagni, e decide di spingere a tutta per capitalizzare il fattaccio. La corsa è corsa… o per meglio dire, à la guerre comme à la guerre.
Tappa interminabile, di oltre 250km, e altrettanto interminabile è l’epica fuga di Bandiera, Fedi, Torres e Zardini, in rappresentanza delle quattro squadre invitate al Giro, rispettivamente Androni, Neri-Alé, Colombia e Bardiani. Quasi duecentoquaranta i km al vento per loro, animando una corsa che vive di attese, di nuvoloni passeggeri, repentini cambi di tempo o di vento, e ben poco altro. Giusto una schermaglia per rapinare l’ultimo punto rimasto in bilico presso un traguardo volante, dove tra i due litiganti Bouhanni e Viviani spunta a godere il Bardiani Ruffoni, con il francese sorpreso e l’italiano rimasto sulle gambe dopo aver fatto lavorare la squadra.
Intorno ai -11 la fuga è stata riacciuffata, e il gruppo inizia a manovrare per arrivare col gas aperto alle propaggini dell’ascesa conclusiva, quando in prossimità di una rotonda si innesca un grappolo di cadute, diffuse in più punti del peloton, con successive carambole. Il risultato è devastante.
Molti uomini sono al suolo, doloranti, in condizioni visibilmente serie. Le immagini più drammatiche sono quelle di Giampaolo Caruso, immobile su un fianco, e quelle di Brajkovic, seduto a terra con aria stordita dopo aver cozzato contro un parapetto a bordo strada; ma ad aver assaggiato l’asfalto è una gran parte del gruppo, con i più fortunati ad impadronirsi delle biciclette dei propri gregari per rimettersi quanto prima in corsa.
In testa alla gara sono rimasti una dozzina di atleti, tra i quali spiccano i nomi grossi di due australiani, Evans e la maglia rosa Matthews, entrambi scortati da un paio di compagni. Ci sono anche Rabottini (Neri-Alé) e Wellens (Lotto). Oss è il primo a imporre un ritmo martellante sulle rampe di Montecassino, mentre, dietro il primo troncone, quel che resta del gruppo fatica a riorganizzarsi, con gregari che si guardano attorno smarriti per capire dove si trovino i rispettivi capitani, e capitani che, isolati, attendono disperatamente rinforzi.
Prende corpo un inseguimento confuso, una specie di ritirata rovinosa al contrario. Brambilla dà una trenata veemente come un attacco kamikaze, agli ordini di Urán. Poi è Quintana a lanciare i propri soldati alla carica, ma la fatica li falcidia uno dietro l’altro. Rientra intanto Pozzovivo, e a sua volta mobilita qualche sparuta truppa. Il distacco cala fino a una trentina di secondi, ma la situazione è quanto mai caotica: gli “ufficiali” non vogliono mettere il naso fuori dalla trincea, e la traballante compagine si appallottola a più riprese, perdendo spinta.
A dare qualche accelerazione in prima persona sono solo i meno favoriti tra i capitani: Kelderman della Belkin, Duarte per la Colombia, Kiserlovski per la Trek, verso la fine Ulissi nel tentativo disperato di sganciarsi.
Non c’è paragone con la marcia forzata di chi, là davanti, scandisce un passo regolare quanto elevato, con il vantaggio della continuità e dell’organizzazione. Una blitzkrieg fulminante, con Durbridge a dare un bel contributo (Santaromita, invece, addirittura perderà le ruote del gruppetto nel finale), ma soprattutto con Morabito a incaricarsi della parte più avanzata della salita. Matthews si giova senz’altro del passo uniforme, senza brusche fiammate, ma la sua prova – per un giovane battezzato come “ruota veloce” – è di una qualità sorprendente, se pensiamo appunto al fatto che il suo compagno Santaromita perde il passo, o al fatto che Rabottini non riesca nemmeno a mettere il naso fuori nella volata finale.
Sarà Evans a sfoderare la sciabola e lanciare l’assalto finale di cavalleria, tirando senza riserve fino all’ultimo metro possibile per guadagnare quanto più tempo sui rivali di classifica: non stupisce che sulla linea lo passi Wellens, né men che meno che Matthews faccia propria la tappa. A Cadel resta comunque il terzo posto, con il corrispondente abbuono a crivellare ulteriormente gli avversari già bombardati di distacchi pesanti.
Il gruppo più significativo di inseguitori approda all’arrivo con 49” di distacco. Nota di merito per quanti, tra i presenti, non erano stati semplicemente rimasti rallentati dalla frattura del gruppo, ma erano proprio finiti a terra, trovandosi quindi a dover recuperare un certo svantaggio per riunirsi agli altri superstiti attardati (ma non caduti), con l’aggravante, oltretutto, di aver patito danni più o meno seri.
Quintana è finito a terra, e altrettanto Urán. Tante botte e sbucciature, ma null’altro, almeno pare. Una seria ferita al braccio (che richiede diversi punti) per Fabio Aru, e brutti tagli per Bouet. Majka e Basso non han riportato gravi danni, ma entrambi sono caduti e sono stati tra gli ultimi a recuperare, dovendo dunque affrontare l’ascesa contando solo sulle proprie forze e rientrando in extremis.
A questi indomiti che hanno salvato la situazione nonostante le ferite si aggiungono i già nominati Kelderman, Ulissi, Duarte, Pozzovivo, Kiserlovski. Come capitani, ci sono anche Hesjedal e Rolland. Poi, solo seconde punte o atleti che forse capitani lo diverranno da oggi…
Per le vittime illustri, ci vorrebbe una lapide monumentale. Il nome più pesante è quello di Joaquim “Purito” Rodriguez, che taglia il traguardo con oltre sette minuti di svantaggio. Dai primi esami pare che si sia rotto una costola (lo stesso infortunio già patito con la caduta dell’Amstel) e un pollice. Chapeau per aver concluso la prova, alla faccia di chi si ritira per una “febbre”, ma il suo Giro si chiude amarissimamente qui. Non possiamo che augurargli di riuscire a preparare il Tour. Durissimo il bilancio per i suoi compagni Vicioso e Caruso, per i quali si parla rispettivamente di tripla frattura al femore e incrinature a polso e clavicola, oltre all’aggravarsi della già presente frattura dello scafoide con cui correva l’atleta siciliano.
Devastata la Movistar di Quintana, dove, oltre al capitano, sono caduti altri quattro atleti; a parte Malori, gli altri han riportato ferite piuttosto gravi, e ci riferiamo a Castroviejo, Gorka Igazirre (gomito), Amador (profonda ferita al collo).
Duramente colpita l’Astana con un gregario di lusso come Brajkovic fuori gara con un gomito rotto, Scarponi che incassa un pesantissimo distacco in classifica generale (oltre un minuto e mezzo) più molte botte, Gasparotto dolorante, oltre al già segnalato Aru con la sua profonda ferita al braccio.
Spuntato il tridente della Lampre, con Cunego che giunge all’arrivo poco prima di Scarponi, mostrando una brutta sbucciatura al ginocchio, e Niemiec che invece riporta quasi due minuti di distacco e serie contusioni.
Perde uno dei due capitani la Saxo-Tinkoff, visto che Roche riporta abrasioni e contusioni importanti, arrivando a circa sette minuti, così come la Trek vede sfumare le ambizioni di classifica di Arredondo, arrembante ieri, e oggi attardatissimo per la rottura della bici nella caduta.
Altri atleti ormai in procinto di ritirarsi dovrebbero essere Pirazzi, già miglior scalatore l’anno passato, molto sofferente anche se non fratturato, e un giovane promettente della Cannondale, Villella, per il quale si registra una sublussazione dell’omero.
La lista potrebbe continuare, fino a includere suppergiù un atleta su quattro (almeno una cinquantina i caduti).
Tutta la solidarietà possibile ai corridori sofferenti. Il Giro perde un grande protagonista, e vede indeboliti e attardati molti possibili primattori. Una volta assorbito il duro colpo, la situazione potrebbe tradursi in un’esplosione di combattività, con distacchi rilevanti da recuperare, campioni che potrebbero non aver più nulla da perdere, e soprattutto una BMC e un Evans… a cui farla pagare.
L’azione di oggi era pienamente nel diritto e nelle regole di gara, certo. Sarebbe stato semmai il buon senso a evidenziare l’eccezionalità di una caduta a cui sopravvivono una decina di partecipanti, e che viceversa ne coinvolge direttamente più di cinquanta, rispetto alle usuali “dinamiche di corsa”. Soprattutto se pensiamo che giusto l’altroieri è stata proprio la BMC, tra gli altri, a chiedere la patetica neutralizzazione della tappa di Bari: opportunismo degno del buon Cancellara, entrato nella leggenda, oltre che per le sue grandi vittorie, anche per la faccia tosta con cui fermò il gruppo quando erano attardati i suoi capitani, ma si mise ad attaccare quando il giorno dopo a cadere era stato qualcun altro. Siamo da quelle parti. Evidentemente però Evans ha una gran voglia di riscatto e vittoria, quindi possiamo perdonarlo, vista la sua fedina immacolata. Non crediamo che lo perdonerà il resto del gruppo, però: chi infrange le regole non scritte, in genere finisce per aver vita dura. Speriamo che tutto questo porti un po’ di fuoco in un Giro che finora ha sofferto di troppa acqua.
Gabriele Bugada
ORDINE D’ARRIVO
1 Michael Matthews (Aus) Orica Greenedge 6:37:01
2 Tim Wellens (Bel) Lotto Belisol
3 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team
4 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo
5 Ivan Santaromita (Ita) Orica Greenedge 0:00:13
6 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team 0:00:23
7 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:00:49
8 Mauro Finetto (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo
9 Diego Ulissi (Ita) Lampre-Merida
10 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia
11 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp
12 Diego Rosa (Ita) Androni Giocattoli
13 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team
14 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
15 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
16 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha
17 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo
18 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar
19 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team
20 Francesco Manuel Bongiorno (Ita) Bardiani-CSF
21 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team
22 Jarlinson Pantano (Col) Colombia
23 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing
24 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr
25 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo
26 WoutPoels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
27 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale
28 Ivan Basso (Ita) Cannondale
29 Davide Malacarne (Ita) Team Europcar 0:01:01
30 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol
31 Robinson Eduardo Chalapud Gomez (Col) Colombia
32 Tobias Ludvigsson (Swe) Team Giant-Shimano 0:01:05
33 Evgeny Petrov (Rus) Tinkoff-Saxo 0:01:09
34 Dylan Van Baarle (Ned) Garmin Sharp 0:01:26
35 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:01:29
36 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
37 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale
38 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale
39 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team 0:01:37
40 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team
41 Eros Capecchi (Ita) Movistar Team
42 André Cardoso (Por) Garmin Sharp
43 Dario Cataldo (Ita) Team Sky
44 Sander Armee (Bel) Lotto Belisol 0:01:43
45 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 0:01:54
46 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 0:01:57
47 Enrico Battaglin (Ita) Bardiani-CSF
48 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 0:02:17
49 Marc Goos (Ned) Belkin Pro Cycling Team
50 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
CLASSIFICA GENERALE
1 Michael Matthews (Aus) Orica Greenedge 24:18:14
2 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:00:21
3 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:01:18
4 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:01:25
5 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team
6 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo
7 Ivan Santaromita (Ita) Orica Greenedge 0:01:47
8 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:01:51
9 Tim Wellens (Bel) Lotto Belisol 0:01:52
10 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:02:06
11 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 0:02:08
12 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:02:11
13 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale
14 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
15 Diego Ulissi (Ita) Lampre-Merida 0:02:22
16 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing 0:02:24
17 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team 0:02:28
18 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:02:34
19 Dario Cataldo (Ita) Team Sky 0:02:36
20 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:02:46
21 Tobias Ludvigsson (Swe) Team Giant-Shimano 0:02:47
22 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:02:48
23 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 0:02:50
24 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:03:01
25 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:03:10
26 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:03:13
27 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 0:03:14
28 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia 0:03:23
29 Mauro Finetto (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:03:28
30 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale
31 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr
32 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 0:03:41
33 Davide Malacarne (Ita) Team Europcar 0:03:44
34 Diego Rosa (Ita) Androni Giocattoli 0:03:45
35 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:03:48
36 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team
37 Jarlinson Pantano (Col) Colombia 0:03:50
38 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:04:05
39 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:04:39
40 Pieter Weening (Ned) Orica Greenedge 0:04:55
41 Francesco Manuel Bongiorno (Ita) Bardiani-CSF 0:05:00
42 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 0:05:04
43 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:05:08
44 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 0:05:12
45 Enrico Battaglin (Ita) Bardiani-CSF 0:05:24
46 Chris Anker Sörensen (Den) Tinkoff-Saxo 0:05:25
47 Kanstantsin Siutsou (Blr) Team Sky 0:05:43
48 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 0:05:46
49 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo 0:06:13
50 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky 0:06:15