MANIAGO – MONTE ZONCOLAN: STAVOLTA NON SI SERVE IL “KAISER” LISCIO

maggio 31, 2014
Categoria: News

Stavolta non ci saranno soltanto i 10,1 Km all’11,9% dell’arrampicata finale a rendere dura la tappa dello Zoncolan. Nelle precedenti scalate in rosa il “Kaiser” era stato sempre affrontato al termine di tappe che, nelle restanti fasi, non erano particolarmente impegnative, mentre adesso ai “girini” toccherà scalarlo dopo aver sorbito due salite inedite e interessanti nelle pendenze, il Passo del Pura e la Sella di Razzo. Uno Zoncolan più duro del solito, insomma.

Finora al Giro l’avevano sempre servito “liscio”, senza l’aggiunta d’ingredienti che rendessero ancora più ostica la scalata allo Zoncolan. Da quando la corsa rosa aveva scoperto il versante di Ovaro del monte friulano, infatti, questi era il piatto forte della giornata e tutto il resto della tappa era soltanto una marcia d’avvicinamento. Era stato così nel 2007, quando si erano prima affrontate le pedalabili ascese verso il Passo di Monte Croce di Comelico e la Cima Sappada; nel 2010 si era osato un po’ di più introducendo il breve ma bruciante Passo Duron e nel 2011 si era, al contrario, osato troppo proponendo subito prima il lungo e difficile Monte Crostis, stralciato in corso d’opera per il pollice verso delle squadre e, senza contare le salite iniziali e lontane nel traguardo, la tappa si era agonisticamente ridotta all’ascesa finale. Ma stavolta non sarà così perché i corridori dovranno misurarsi con due salite piazzate in prossimità di quella finale, il Passo del Pura e la Sella di Razzo, che la corsa rosa affronterà in questa frazione per la prima volta nella storia. Entrambe presentano pendenze impegnative, ancor più alla luce del fatto che siamo ormai agli sgoccioli della terza e ultima settimana, notoriamente la più dispendiosa, e certamente si faranno sentire nelle gambe al momento di affrontare lo Zoncolan, il cui punto d’attacco si trova a una trentina di chilometri dallo scollinamento della Sella di Razzo.
Per una tappa decisamente “incisiva” non si poteva che scegliere una partenza “tagliente” e, infatti, al penultimo giorno di gara la carovana si radunerà in quel di Maniago, centro del pordenonese conosciuto per le sue coltellerie, attività che trovò qui radici in epoca medioevale e alla quale dal 1998 è dedicato un museo. Le similitudini con il finale di gara fortunamente terminano qua poiché, dopo il via, i corridori saranno attesi da una novantina di chilometri di “trasferimento” verso le Alpi Carniche, caratterizzati da tratti pianeggianti alternati ad altri a “mangia e bevi” e nei quali s’inseriscono anche due brevi e facile salitelle, da affrontare senza il patema dei punti del GPM.
Lasciata Maniago, il gruppo punterà verso Sequals, paese natale di Primo Carnera, il primo pugile italiano a ottenere il titolo di campione mondiale dei pesi massimi, ottenuto il 29 giugno del 1933 alla presenza di Mussolini, che volle fare di un lui un modello da imitare: addirittura, in omaggio al titolo conquistato in suo onore due statue raffiguranti pugili furono fatte scolpire all’esterno del Duomo di Milano, dove sono tuttora presenti. Oggi la villa di Carnera a Sequals è divenuta un interessante museo, riaperto al pubblico nel 2012.
A una ventina di chilometri dal via inizierà un “lotto” a saliscendi nel corso del quale, varcato il Tagliamento sul ponte di Pinzano (costruito alla fine degli anni ’60 per sostituire il precedente travolto da una piena e che a sua volta aveva preso il posto di un manufatto fatto saltare dagli alpini nel tentativo di fermare gli austriaci durante la disastrosa battaglia di Caporetto), i “girini” giungeranno a San Daniele del Friuli, centro mondialmente conosciuto per il suo prosciutto crudo, una produzione che quasi certamente fu introdotta all’epoca dell’impero romano anche se le prime testimonianze scritte al medioevo, citate negli atti del Comunità e del Consiglio dell’Arengo di San Daniele.
Ripresa la pianura, giunti a Buja la tappa cambierà improvvisamente direzione e, dopo aver puntato costantemente verso ovest, sin dalla partenza, ora si volgerà verso nord, in direzione della Carnia e del gran finale. Mancano ancora parecchi chilometri alle salite vere del finale e, nell’attesa, ora i “girini” avranno la possibilità di scaldare la gamba sulle due facili salitelle citate sopra, posizionate poco prima di metà tappa. La prima è la Sella Interneppo, 1700 metri al 5,1% che iniziano a Bordano – centro dove è stata registrata la presenza di ben 650 specie autoctone di farfalle e alle quali è stato dedicato anche un meseo – e si snodano sulle prime pendici del San Simeone, il monte nelle cui viscere fu registrato, alle ventuno del 6 maggio 1976, l’epicentro del terremoto che sconvolse il Friuli. Scesi sulle rive del Lago di Cavazzo, il più esteso della regione con i suoi 1,2 km², si andrà a scavalcare il valico successivo, la leggermente più impegnativa Selletta di Mena (1,7 Km al 6,8%), attraverso il quale il gruppo farà ufficialmente l’ingresso sul suolo carnico. Seguiranno gli ultimi 25 Km di tranquillità, mentre si percorrerà la statale di fondovalle del Tagliamento, toccando il centro di Tolmezzo, capoluogo della Carnia e cittadina molto cara al corpo degli alpini perché il primo ottobre del 1909 vi fu fondato il glorioso 8° Reggimento, che quindi è anche un “coscritto” del Giro d’Italia, che vide in quell’anno disputata la sua prima edizione. Dopo Enemonzo, uno dei centri più antichi di quest’area, la strada comincerà gradualmente a pender quota e su quest’assetto rimarrà per una decina di chilometri, fino ad Ampezzo, la principale località della valle dopo Tolmezzo, che fu anche la capitale della Repubblica libera della Carnia, costituita dai partigiani il primo agosto del 1944 e che ebbe vita breve, spazzata via l’8 ottobre dello stesso anno da una controffensiva nazifascista. È qui che ha inizio l’inedito Passo del Pura, salita “double-face” perché debutta morbida con i primi 4 Km al 5% e poi, una volta abbandonata la statale diretta al Passo della Mauria, cambia decisamente i propri connotati e nei rimanenti 7 Km sale al 9,3% (picco del 13%), una pendenza poco mitigata dai 9 tornanti previsti. In fondo alla discesa successiva (6,4 Km al 6,9%) i “girini” transiteranno sulla diga del Lago di Sauris, costruita tra il 1941 e il 1948 e che sarà fatta esplodere, ma per finta, da Laura Antonelli in “Porca vacca” (nessun legame con il filone delle commedie sexy all’italiana dell’epoca), film ambientato negli anni della prima guerra mondiale per girare il quale furono mascherate le insegne dell’ENEL, l’attuale proprietaria dell’invaso, che ancora non esisteva all’epoca della Grande Guerra. Sulle rive del lago ci sarà un breve momento di requie prima d’attaccare la Sella di Razzo, sulla carta apparentemente meno impegnativa del colle precedente perché caratterizzata da pendenza media più bassa (5,2%) e da una classificazione del GPM di un grado inferiore. A renderla, invece, un ostacolo duro da digerire saranno il fatto d’affrontarla con il Pura nelle gambe e l’andamento altalenante di quest’ascesa, con continue variazioni sul tema della salita. L’inizio presenta già pendenze importanti perché hanno una media del 9% i primi 2 Km, che conducono alla più bassa delle due frazioni principali che compongono il comune di Sauris, altra meta gastronomica di questa tappa (sempre di prosciutto crudo si par… mangia!), situata in un’enclave linguistica dove si parla un dialetto di genesi germanica. Un tratto centrale di salita facile (3,5 Km al 6,4), stretto da due tronconi in contropendenza, introduce quindi la balza finale, la più dura perché negli ultimi 3,3 Km la pendenza torna sui livelli del Pura, attestandosi la media al 9,1% e la massima al 15%. L’interminabile discesa attraverso la bucolica Val Pesarina, dove Pesariis è dal ‘600 uno dei principali centri italiani per la produzione di orologi, deporrà quindi il gruppo ai piedi dello Zoncolan, la verticale più verticale d’Italia.

Mauro Facoltosi

RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella Interneppo (315 m). Separa il Monte Brancot dal Monte San Simenone ed è valicata dalla SP 36 “di Bordano”, tra Bordano e Interneppo.

Selletta di Mena (300m). E’ attraversata dalla SS 512 “del lago di Cavazzo”, tra Somplago e Cavazzo Carnico. Mai affrontata come GPM, il Giro vi è transitato nel 2011 (tappa del Grossglockner) e lo scorso anno, in occasione dell’arrivo sul Montasio.

Passo del Pura (1428m). Separa i monti Tinisa e Sesilis ed è attraversato da una strada provinciale che collega Ampezzo al Lago di Sauris. Quotato 1425 sulle cartine dell’atlante stradale del T.C.I., è affrontato al Giro per la prima volta.

Sella di Rioda (1800m). E’ il luogo dove è posto lo scollinamento della salita della Sella di Rioda, che in realtà è situata a breve distanza. Quotato 1811 metri sulle cartine del Giro, è valicato dalla strada provinciale che da Sauris va a imboccare la SS 465 “della Forcella Lavardet e di Valle San Casciano” qualche chilometro sotto lo scollinamento della Sella Ciampigotto. Ascesa inedita per il Giro d’Italia.

Sella di Razzo (1760m). Sfiorata dal percorso di gara (per raggiungerla occorre compiere una deviazione di 100 metri, percorrendo una strada sterrata) tra lo scollinamento della Sella di Rioda – che è quella che sulle cartine del Giro è chiamata Sella di Razzo – e l’innesto con la SS 465 “della Forcella Lavardet e di Valle San Casciano”.

Forcella Lavardet (1531m). Larga insellatura attraversata dalla SS 465 “della Forcella Lavardet e di Valle San Casciano”, che mette in comunicazione Campolongo (Santo Stefano di Cadore) con Prato Carnico. Dalla sella si stacca la SS 619 “di Vigo di Cadore”, che raggiunge questo centro salendo fino alla Sella di Ciampigotto. Il Giro la attraverserà in discesa proveniendo dalla SS 619.

Sella del Monte Zoncolan (1730m). Vi transita la strada che mette in comunicazione Ovaro con Sutrio. È il luogo nel quale sarà collocato il traguardo.

FOTOGALLERY

Maniago (www.paesionline.it)

Maniago (www.paesionline.it)

La villa di Primo Carnera a Sequals, oggi sede di un museo dedicato al celebre pugile (www.museifriuliveneziagiulia.it)

La villa di Primo Carnera a Sequals, oggi sede di un museo dedicato al celebre pugile (www.museifriuliveneziagiulia.it)

San Daniele del Friuli (www.civiltadelbere.com)

San Daniele del Friuli (www.civiltadelbere.com)

Bordano, il museo dedicato alle farfalle (www.museifriuliveneziagiulia.it)

Bordano, il museo dedicato alle farfalle (www.museifriuliveneziagiulia.it)

Lago di Cavazzo (www.paesionline.it)

Lago di Cavazzo (www.paesionline.it)

Panorama su Tolmezzo (panoramio)

Panorama su Tolmezzo (panoramio)

Passo del Pura (cycloclimbing.com)

Passo del Pura (cycloclimbing.com)

La diga del Lago di Sauris vista in Porca vacca (www.davinotti.com)

La diga del Lago di Sauris vista in 'Porca vacca' (www.davinotti.com)

Una delle frazioni di Sauris sotto una coltre di neve (www.girofvg.com)

Una delle frazioni di Sauris sotto una coltre di neve (www.girofvg.com)

La spettacolare ‘arena’ naturale dello Zoncolan gremita di tifosi in attesa dell’arrivo dei corridori e, in trasparenza, l’altimetria della ventesima tappa (www.skiforum.it)

La spettacolare ‘arena’ naturale dello Zoncolan gremita di tifosi in attesa dell’arrivo dei corridori e, in trasparenza, l’altimetria della ventesima tappa (www.skiforum.it)

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