A ROUBAIX TRIONFA L’OMEGA SBAGLIATO: ASSOLO DI TERPSTRA

aprile 13, 2014
Categoria: 4) PARIGI - ROUBAIX, News

L’olandese si impone in solitaria dopo aver staccato il gruppetto dei favoriti a 7 km dal traguardo. Grande equilibrio tra i big, incapaci di fare la differenza, e beffati alla fine da un outsider di lusso. Piazza d’onore a John Degenkolb, davanti ad un Cancellara meno brillante di una settimana fa. Sesto posto per Sagan. Solo decimo Boonen, grande animatore della corsa negli ultimi 80 km. Prova da applausi di Wiggins, nono.

Non si può forse parlare di grande sorpresa nel commentare la prima Parigi – Roubaix in carriera di Niki Terpstra, già 5° e 3° nelle ultime due edizioni e due volte 6° al Giro delle Fiandre. È però indubbio che, nelle gerarchie Omega Pharma, il nome dell’olandese venisse fra il secondo e il quarto posto, dietro senz’altro a quello di Tom Boonen, e più o meno alla pari di quelli di Stybar e Vandenbergh, il migliore sette giorni fa; valori peraltro non troppo dissimili da quelli emersi sulle pietre, ed in particolare sul Carrefour de l’Arbre, dove il quasi 30enne di Beverwijk sembrava aver perso definitivamente il treno giusto, restando invischiato in un gruppetto inseguitore ripescato in extremis dalla poca collaborazione fra i battistrada.
Al termine di una corsa senza padrone come mai negli ultimi anni, un gruppetto di undici uomini si è così presentato compatto alle porte di Roubaix, preannunciando la volata più folta della storia recente. Lo sprint avrebbe trovato il suo naturale favorito in John Degenkolb, forte peraltro del supporto di Bert De Baecker. A 7 km dalla conclusione, la Omega, forte di tre uomini (Boonen, Terpstra e Stybar), ha però provato a far valere la propria superiorità numerica, trovando sorprendentemente lo spunto giusto al primo tentativo: nessuno ha avuto la prontezza e la forza di agganciarsi immediatamente alla ruota dell’olandese, e il tempo necessario a rendersi conto che mai De Baecker sarebbe riuscito a rintuzzare l’attacco aveva già regalato al leader il margine per resistere fino al Velodromo.
Benché il successo non sia arrivato con l’uomo più accreditato, sarebbe stato impossibile trovare una squadra più meritevole di quella belga, i cui tentativi di far saltare la gara sono cominciati già a quasi 80 km dall’arrivo.
Fin lì, ad animare la corsa avevano provveduto David Boucher, Kenny de Haes, Andreas Schillinger, Michael Kolar, Clément Koretzky, Benoit Jarrier, Tim De Troyer e John Murphy, promotori della fuga della prima ora, oltre alle usuali forature e guai meccanici che avevano rallentato, ormai in vista della Foresta di Arenberg, Van Avermaet prima e Sagan poi. Il passaggio più suggestivo dell’Inferno del Nord ha dimezzato gli attaccanti, frenando con forature Koretzky e de Haes e lanciando in testa i soli Schillinger, Murphy, De Troyer e Jarrier, mentre un analogo contrattempo comprometteva la gara di Kristoff; soltanto una quindicina di chilometri più tardi, però, dopo l’ormai tradizionale incidente del passaggio a livello abbassato (vittima Boucher) e una caduta senza conseguenze di Cancellara, i grossi calibri sono entrati in scena. Ad accendere la miccia sono stati Boonen e Terpstra, trovando la cooperazione di Greg Van Avermaet, prima di due ulteriori allunghi di Hushovd.
Una dozzina di uomini hanno approfittato del caos per guadagnare una manciata di secondi, prima che un secondo e più deciso tentativo di Boonen, nel tratto di Beauvry-la-Forêt à Orchies, desse il là alla prima azione davvero significativa del giorno: il quattro volte vincitore della Roubaix ha raggiunto in poche pedalate gli uomini di testa, per poi insistere ed andarsene in compagnia dei soli Ladagnous, Gaudin, De Baecker, Martinez e Thomas. Quest’ultimo è stato il solo ad offrire collaborazione al belga, che ha così optato per un’ulteriore accelerazione nella sezione di pavé di Auchy-les-Orchies à Bersée, con la quale si è sbarazzato dei passivi Ladagnous e Gaudin, mentre da dietro rinvenivano un iperattivo Hushovd e Bram Tankink.
Il sestetto, malgrado un accordo incerto, ha sfiorato i 50’’ di margine, prima di cominciare a soccombere all’inseguimento di Trek e Belkin. Vanmarcke, Van Avermaet, Cancellara e Boom hanno tentato di reagire in prima persona nel tratto di Pont-Thibaut à Ennevelin, ad una quarantina di chilometri dal termine, ma senza riuscire a selezionare significativamente il gruppo. Sagan ha così provato ad avvantaggiarsi nel tratto in asfalto successivo, portandosi dietro un Maarten Wynants non di grande aiuto, ma riuscendo ugualmente a ricucire sui battistrada dopo una dozzina di chilometri di caccia.
Con il gruppo ormai ad un pugno di metri dalla testa della corsa, lo slovacco ha allungato nuovamente in vista del settore di Camphin-en-Pévèle, mettendo da parte quella quindicina di secondi che gli ha consentito di uscire dal successivo Carrefour de l’Arbre in compagnia di Vanmarcke, Cancellara, Degenkolb e Stybar, i più veloci nel passaggio chiave della corsa.
Il quintetto, assortito di passisti formidabili, è stato però rallentato dalla presenza di un corridore molto stanco (Sagan) e di un velocista del calibro di Degenkolb, che obbligava i compagni d’avventura a ragionare sul modo migliore per scongiurare la volata. I tentennamenti hanno così consentito il recupero di un sestetto pilotato da un superlativo Bradley Wiggins, comprendente, oltre al futuro vincitore, Sebastian Langeveld e gli stremati Boonen, Thomas e De Baecker. Il ricongiungimento si è materializzato ai -9, due chilometri prima dello scatto che ha deciso la 112a edizione della regina delle classiche.
20’’ dopo l’arrivo di Terpstra, Degenkolb ha prevedibilmente vinto la volata per il secondo posto, ignorato dall’inqualificabile regia francese, che ha battezzato invece un drappello in lotta per la dodicesima piazza. Un risultato amaro per il tedesco, il cui braccio alzato dopo l’arrivo obbliga per di più a sospettare che non sapesse della presenza dell’olandese poco più avanti.
Fabian Cancellara, apparso molto meno brillante rispetto al Fiandre di domenica scorsa, si è comunque garantito una terza piazza sufficiente a renderlo il primo uomo nella storia capace di cogliere tre podi nelle prime tre classiche monumento in tre diverse stagioni. Vanmarcke, forse il più forte di tutti sul pavé, si deve quest’anno accontentare del quarto posto, davanti a Stybar e ad un Sagan che ha comunque dimostrato di poter puntare anche alla Roubaix negli anni a venire. Thomas e Langeveld hanno chiuso in settima e ottava piazza rispettivamente, davanti a Wiggins e Boonen, entrambi da applaudire – per motivi diversi – ben al di là del mero risultato.
Non pervenuti, ancora una volta, i corridori italiani, con Paolini e Pozzato – migliore dei nostri, con un 50° posto a quasi 7’ da Terpstra – penalizzati da forature e cadute assortite. Il primo successo tricolore del terzo millennio sulle pietre francesi sembra ancora molto lontano.

Matteo Novarini

ORDINE D’ARRIVO

1 Niki Terpstra (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 6:09:01
2 John Degenkolb (Ger) Team Giant-Shimano 0:00:20
3 Fabian Cancellara (Swi) Trek Factory Racing
4 Sep Vanmarcke (Bel) Belkin-Pro Cycling Team
5 Zdenek Stybar (Cze) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
6 Peter Sagan (Svk) Cannondale
7 Geraint Thomas (GBr) Team Sky
8 Sebastian Langeveld (Ned) Garmin Sharp
9 Bradley Wiggins (GBr) Team Sky
10 Tom Boonen (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
11 Bert De Backer (Bel) Team Giant-Shimano 0:00:26
12 Arnaud Demare (Fra) FDJ.fr 0:00:47
13 Bernhard Eisel (Aut) Team Sky
14 Sébastien Turgot (Fra) AG2R La Mondiale
15 Björn Leukemans (Bel) Wanty – Groupe Gobert
16 Stijn Vandenbergh (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
17 Greg Van Avermaet (Bel) BMC Racing Team
18 Jos van Emden (Ned) Belkin-Pro Cycling Team
19 Thor Hushovd (Nor) BMC Racing Team 0:01:05
20 Jean-Pierre Drucker (Lux) Wanty – Groupe Gobert
21 Edvald Boasson Hagen (Nor) Team Sky
22 Marcus Burghardt (Ger) BMC Racing Team
23 Sébastien Minard (Fra) AG2R La Mondiale
24 Yannick Martinez (Fra) Team Europcar
25 Jens Keukeleire (Bel) Orica GreenEdge
26 Bram Tankink (Ned) Belkin-Pro Cycling Team
27 Steve Chainel (Fra) AG2R La Mondiale
28 Adrien Petit (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:02:55
29 Mitchell Docker (Aus) Orica GreenEdge
30 Taylor Phinney (USA) BMC Racing Team
31 Luke Rowe (GBr) Team Sky
32 Matthieu Ladagnous (Fra) FDJ.fr
33 Laurens De Vreese (Bel) Wanty – Groupe Gobert
34 Michael Schär (Swi) BMC Racing Team
35 Nikolay Trusov (Rus) Tinkoff-Saxo
36 Kristijan Koren (Slo) Cannondale
37 Lars Boom (Ned) Belkin-Pro Cycling Team 0:02:59
38 Johan Vansummeren (Bel) Garmin Sharp
39 Maarten Wynants (Bel) Belkin-Pro Cycling Team
40 Borut Bozic (Slo) Astana Pro Team
41 Mathew Hayman (Aus) Orica GreenEdge 0:04:14
42 Maciej Bodnar (Pol) Cannondale 0:05:48
43 Alexandre Pichot (Fra) Team Europcar 0:06:42
44 Roger Kluge (Ger) IAM Cycling
45 Benoit Jarrier (Fra) Bretagne – Seche Environnement
46 Yauheni Hutarovich (Blr) AG2R La Mondiale
47 Gediminas Bagdonas (Ltu) AG2R La Mondiale
48 Brice Feillu (Fra) Bretagne – Seche Environnement 0:06:44
49 Florian Senechal (Fra) Cofidis, Solutions Credits
50 Filippo Pozzato (Ita) Lampre-Merida

Niki Terpstra alza le braccia nel Velodromo di Roubaix (foto AFP)

Niki Terpstra alza le braccia nel Velodromo di Roubaix (foto AFP)

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