CHIANCIANO TERME – TERMINILLO: INIZIA IL GRAN BALLO DELLE MONTAGNE

maggio 16, 2010
Categoria: News

È scoccata l’ora delle montagne e, per la prima volta in questa edizione, i pretendenti alla maglia rosa dovranno misurarsi con una salita vera. Il Terminillo non ci dirà chi potrà vincere il Giro, ma sicuramente metterà in evidenza lo stato di forma dei pretendenti al successo finale. Per qualcuno i giochi potrebbero già concludersi qua mentre chi si troverà sul groppone un ritardo da colmare, accumulato nelle due crono e andando verso Montalcino, dovrà sfruttare quest’occasione al massimo, cercando di rendere l’ascesa finale più dura di quello che è. Ci si può anche permettere di strafare, senza esagerare, perché le prossime tappe saranno poco dispendiose e di montagne vere non se ne parlerà più per quasi una settimana.

Le battaglie sugli sterrati toscani avranno lasciato diversi “feriti” sul campo e, per loro, da subito incomincerà la rincorsa a sogni rosa fattisi più sfuggenti. Già dalla frazione successiva a quella di Montalcino il Giro offrirà l’occasione per riscattarsi e recuperare il tempo perduto, in particolar modo agli scalatori. L’arrivo, infatti, sarà sul Terminillo, in vetta a un’ascesa impegnativa ma non troppo, certo non l’ideale per un’azione solitaria, eventualità di corsa che, in effetti, non si è mai vista sulla “Montagna di Roma”. Per chi vorrà sfruttare al massimo quest’occasione, la soluzione migliore resta quella attaccare la salita a tutta o, meglio ancora, di tenere alta l’andatura sin dai chilometri iniziali. Se affrontati di gran carriera, infatti, i continui saliscendi proposti dalla marcia d’avvicinamento al Terminillo causeranno un notevole esborso di energie, che poi si pagherà a caro prezzo nel finale di gara. Difficilmente quest’ottava tappa provocherà grossi distacchi tra i primi, che potrebbero anche arrivare a giocarsela in uno sprint ristrettissimo, mentre la vera selezione avverrà nelle retrovie, dove potrebbe ritrovarsi qualche “pesce grosso”. Non si tratterebbe di una novità per il Terminillo, abituato a “immolare” vittime sacrificali: nel 1960, la prima volta che si potè affrontarne entrambi i versanti, acuì lo stato di crisi di Romeo Venturelli – pupillo di Fausto Coppi, maglia rosa a sorpresa dopo la crono di Sorrento – delibitato da giorni a causa di una congestione; nel 1992 tarpò le ali a Chioccioli, che ambiva a uno strepitoso bis consecutivo alla corsa rosa; nel 1997 trascinò giù Berzin nel baratro della classifica, facendolo precipitare dal misero secondo che lo staccava al mattino dalla maglia rosa Tonkov a un abisso di quasi 5 minuti e mezzo. L’unica volta che il monte laziale fece male un po’ a tutti fu proprio l’ultima volta, il 17 maggio del 2003: quel giorno i distacchi furono sensibili anche tra i primi poiché l’accoppiata Garzelli – Simoni aggredì il monte come mai si era visto e s’issò al vertice del Giro, dal quale più nessuno li scalzerà.
La partenza sarà ancora sul suolo toscano ma, dopo i primi 15 Km in lenta discesa, lambita l’antica cittadina di Chiusi si entrerà in Umbria, regione naturalmente addizionata di colline. Infatti, poco dopo il confine inizieranno subito i saliscendi, circoscritti in tre momenti, alternati ad altrettanti settori nei quali sarà la pianura a farla da padrone. La prima porzione di colli si protrarrà per una buona quarantina di chilometri, sinuosamente tracciati ai margini della valle del torrente Chiani e introdotti dalla facile ascesa (7 Km al 3,5% circa) verso Città della Pieve, suggestivo borgo che agli appassionati d’arte è noto per essere il paese natale di Pietro di Cristoforo Vannucci, pittore più famoso col soprannome di “Perugino” e del quale è possibile ammirare in loco quattro opere (su tutte, da non perdere l’Adorazione dei Magi affrescata nella chiesa di Santa Maria della Mercede, chiamata anche Oratorio dei Bianchi). Al “volgo”, invece, Città della Pieve è nota per essere entrata nelle case degli italiani grazie alla popolare fiction “Carabinieri”, le cui prime sei stagioni sono state girate tra gli edifici in mattoni a vista del centro storico. Dopo un panoramico tratto in quota, con viste sulla sottostante valle, sfiorata Monteleone d’Orvieto (vi si trova un’altra interessante opera legata alla figura del Perugino ma realizzata dalla sua scuola, la tavola della Madonna con Bambino tra i Santi Pietro e Paolo visibile nella collegiata dedicata ai due santi) si scenderà a valicare il Chiani e immantinente lo si lascerà, riprendendo a salire in direzione di Ficulle e dei 544 metri del Valico di Monte Nibbio, spettacolare balconata panoramica – da qua l’occhio riesce a spingersi fino all’Amiata – presso la quale sarà collocato il primo dei tre traguardi GPM giornalieri. Come tutte le ascese di modesta entità (sono poco più di 8 Km al 3,5%, spezzati in due tronconi da una blanda discesa di 2 Km), sarà considerata di terza categoria e premierà i primi tre corridori a transitare sotto lo striscione con 3, 2 e un punto. Sono cinque, al Giro, le classificazioni dei GPM poiché oltre alle tre categorie normali, punteggi straordinari sono assegnati agli arrivi in salita e sulla Cima Coppi. Eccezionalmente, nell’edizione 2005 fu coniata anche una categoria speciale, assegnata a Danilo Di Luca, vincitore del GPM posto sul Colle delle Finestre. Per fare un paragone con gli altri GT, al Tour de France pure cinque sono i gradi di classificazione, ma distribuiti diversamente poiché si va dalla quarta categoria alla “hors-categorie” (assegnata non solo alle salite più impegnative ma anche a quelle storiche), mentre non esistono punteggi particolari per gli arrivi in salita (conta la categoria specifica) e per il Souvenir Desgrange, la Cima Coppi d’oltralpe. In terra di Spagna, infine, ci sono quattro categorie, dalla quarta alla “especial”, riservata alle ascese più toste, mentre la cima più alta è intitolata ad Alberto Fernández, corridore scomparso in un tragico incidente automobilistico nel 1984 e che, ottimo scalatore, aveva entusiasmato anche i tifosi italiani, imponendosi sui traguardi di Campitello Matese e Colli di San Fermo al Giro del 1983.
La prima tranche di colline terminerà alla periferia di Orvieto, che occhieggia dall’alto della sua rupe tufica con i suoi magnifici monumenti, meritevoli di una deviazione dal percorso di gara. Questo, infatti, non entrerà in città ma ne attraverserà i quartieri periferici, varcando il fiume Foglia sul ponte dell’Adunata e andandosi poi a lanciare nella prima tratta pianeggiante, poco meno di 10 Km durante i quali si procederà parallelamente all’Autostrada del Sole e al corso del Paglia, fino alla sua foce nel Tevere, a occidente del lago artificale di Corbara, creato negli anni sessanta sbarrando il corso del fiume di Roma e sulle cui rive si trova uno dei più rinomati ristoranti d’Italia, gestito dal famoso gastronomo Gianfranco Vissani, umbro di Civitella del Lago. Questo borgo è una frazione del centro di Baschi, pittoresco paese adagiato su di uno sperone che sarà la prossima meta dei “girini”, all’inizio del secondo tratto collinare, lungo quasi 50 Km e complessivamente meno impegnativo del precedente. Si affronterà una sola salita degna di questo nome, e comunque pedalabile, quando subito dopo Baschi si saluterà il Tevere per arrampicarsi verso Guardea. Superato questo tratto di 9 Km al 3,2%, la strada procederà per una quindicina di chilometri in quota, proponendo quelli che in gergo sono definiti “mangia e bevi”, pieghe del terreno nelle quali si nascondono tesori come quelli visibili a Lugnano in Teverina: la collegiata romana di Santa Maria Assunta e l’eccezionale necropoli di epoca tardo romana scoperta nell’800 ma scavata solo negli anni ’80, caratterizzata dalla sola presenza di sepolture di bambini. Una discesa più consistente separa questo tratto da un altro simile e più breve, all’inizio del quale si attraverserà il centro di Amelia, cittadina ancora cinta da una poderosa cerchia di mura poligonali, alcuni tratti delle quali risalgono al V secolo a.C.
Scesi a varcare la Nera, concluderà questo settore lo zampellotto che porterà il Giro ai piedi del colle di Narni, la Narnia dei romani, il cui antico nome sembra abbia ispirato lo scrittore Clive Staples Lewis, autore delle celebri “Cronache”. Qui non ci sono spazi per suggestioni fantasy, ma c’è la bella realtà di un centro che ha conservato la sua impronta medioevale, forte di monumenti come il Duomo di San Giovenale, il Palazzo Comunale, la Rocca dell’Albornoz e le chiese di Santa Maria in Pensole e di San Domenico.
Il percorso tornerà a snodarsi su binari scorrevoli nei successivi 12 Km, tagliando nel mezzo la conca ternana e diretti alla città degli innamorati, com’è soprannominata per essere stata la sede di San Valentino, vescovo di Terni dal 197 al 273, l’anno del suo martirio. È una città le cui fortune non sono mai venute meno e che sono fin dall’inizio legate alla ricchezza d’acque della conca: il suo primo nome fu Interamna Nahars per la sua posizione tra i corsi della Nera e del Serra, la sua attuale prosperità è dovuta all’industrializzazione della zona, avvenuta alla fine del XIX secolo in un’area ideale per impiantarvi le acciaierie. La necessità di acque e di energia elettrica in quantità sempre crescenti ha, però, costretto l’uomo a sfruttare a tutto tondo l’ambiente circostante e ciò ha portato alla riduzione a un torrente della vicina e celeberrima Cascata delle Marmore, visibile nel pieno della sua irruenza solo per poche ore il giorno. Se le acque delle Marmore precipitano, il Giro compierà il percorso inverso e, per avvicinarle, affronterà la penultima ascesa di giornata, un ostacolo risibile che impegnerà i corridori per circa 7 Km, ma con qualche strappo fino al 12%. La traversata del “cuore verde d’Italia” giungerà al suo capolinea sulle rive del lago di Piediluco, la culla del canottaggio italiano, dove la federazione ha aperto il Centro Nazionale Remiero, sede stabile della nazionale olimpionica. Entrati in Lazio, si tornerà a pedalare sul velluto per una trentina di chilometri, solcando le strade della “Valle Santa Reatina”, così chiamata per la presenza di quattro monasteri fondati e legati alla figura di San Francesco: a Greccio fu allestito il primo presepe, la notte di Natale del 1223; nel Convento di Fonte Colombo il “poverello d’Assisi” stese nello stesso anno la “Regola Bollata” dell’ordine francescano; nel Convento della Foresta fu composto il celebre “Cantico delle Creature” mentre a Poggio Bustone (paese natale di Lucio Battisti) sono visibili alcune reliquie “miracolose”, come l’impronta lasciata sulla roccia da un angelo, apparso in forma umana al santo.
Con l’approssimarsi della città di Rieti, se non lo avranno fatto prima, i migliori cominceranno a scaldare i motori, per non ritrovarseli imballati di lì a poco: ancora un breve tratto di strada facile e poi si ballerà la rumba.

AVVISO AI LETTORI: alla salita del Terminillo sarà dedicato un capitolo straordinario della guida del Giro.

I VALICHI DELLA TAPPA

Valico di Monte Nibbio (544m). Questo valico non è riportato sul nostro testo di riferimento “Valichi stradali d’Italia” (Georges Rossini, Ediciclo). Vi transita la SS 71 “Umbro Casentinese Romagnola”, tra Ficulle e la località Bagni, frazione del comune di Orvieto. Come GPM è stato affrontato una sola volta al Giro d’Italia, nel corso della tappa Avezzano – Chianciano Terme dell’edizione 1988, quella della storica scalata al Gavia. La frazione fu vinta dal francese Jean-François Bernard, dopo che sul Nibbio era transitato in testa lo svedese Kjell Nilsson.

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: la cima del Terminillo (panoramio)

Chianciano Terme (panoramio)

Chianciano Terme (panoramio)

Chiusi (www.comune.chiusi.si.it)

Chiusi (www.comune.chiusi.si.it)

Città della Pieve (panoramio)

Città della Pieve (panoramio)

Valico di Monte Nibbio

Valico di Monte Nibbio

La rupe di Orvieto (www.prestotours.com)

La rupe di Orvieto (www.prestotours.com)

Lago di Corbara (foto di Roberto Pierangeli)

Lago di Corbara (foto di Roberto Pierangeli)

Baschi (panoramio)

Baschi (panoramio)

Lugnano in Teverina, collegiata (lnx.comunedilugnano.it)

Lugnano in Teverina, collegiata (lnx.comunedilugnano.it)

Amelia, scorcio delle mura (wikipedia)

Amelia, scorcio delle mura (wikipedia)

Narni, Rocca dell’Albornoz (www.museiprovinciaterni.it)

Narni, Rocca dell’Albornoz (www.museiprovinciaterni.it)

Cascata della Marmore

Cascata della Marmore

Lago di Piediluco (www.agriturismodomusumbra.it)

Lago di Piediluco (www.agriturismodomusumbra.it)

Santuario di Greccio (www.lechiusedireopasto.it)

Santuario di Greccio (www.lechiusedireopasto.it)

Fonte Colombo (www.virtualtourist.com)

Fonte Colombo (www.virtualtourist.com)

Convento della Foresta (www.biciclubspoleto.it)

Convento della Foresta (www.biciclubspoleto.it)

Convento di San Giacomo a Poggio Bustone (www.lechiusedireopasto.it)

Convento di San Giacomo a Poggio Bustone (www.lechiusedireopasto.it)

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