SASSANO – MONTECASSINO: E’ L’ORA DELLA REPLICA
È la fotocopia della tappa di Viggiano quella che si concluderà alle soglie della celebre abbazia dopo aver percorso la seconda frazione per lunghezza di questa edizione del Giro. Altimetricamente diversa, sarà, come la precedente, un’altra occasione buona per portar felicemente a termine un tentativo di fuga, mentre i “big” della classifica dovrebbero starsene ancora buoni buoni nella pancia del gruppo. Al massimo, chi punta alla rosa potrebbe tentare una sparata nel finale, per saggiare la forma degli avversari in vista delle vere montagne, che inizieranno due frazioni più avanti, sperando di trovarli appesantiti dai quasi 250 Km percorsi in questa tappa
Maggio è il mese nel quale i programmi televisivi primaverili chiudono i battenti e inizia la stagione delle repliche, un andazzo che, il 15 maggio 2014, andrà in onda anche dal Giro d’Italia. Quel giorno, infatti, sarà replicata la tappa precedente; il percorso non sarà lo stesso ma lo stile sì, quello di una tappa di media montagna che si annuncia come un quasi sicuro porto di un tentativo di fuga da lontano. Altimetricamente la marcia d’avvicinamento al traguardo sarà più leggera e in prevalenza pianeggiante, con l’aggiunta di alcuni strappi nella prima parte e un’ascesa finale un pelo più impegnativa rispetto a quella di Viggiano, di poco più lunga e pendente (8,7 Km al 5,1%, con una punta del 10%). Lì potrebbe esserci la prima “sgasata” di qualche corridore che punta alla vittoria finale e vorrà saggiare la gamba dei rivali a due giorni dalla prima grande tappa di montagna, sperando di cogliere in qualcuno i primi segni d’affanno, provati dalle alte velocità dei primi giorni e dalla distanza da percorrere oggi perché questa sarà la seconda tappa per lunghezza del Giro 2014. 247 i chilometri da percorrere una volta lasciato il raduno di partenza di Sassano, paese del Cilento posto ai margini del Vallo di Diano, il vasto altopiano che in epoca preistorica era un lago lentamente prosciugatosi e sui cui vecchio fondale si snoderanno i primi 25 pianeggianti chilometri di questa tappa, toccando anche l’importante centro di Sala Consilina. L’uscita in discesa dall’area del Vallo, nella zona dove si trova la grotta di Pertosa – una delle principali e più vaste dell’Italia Meridionale, al punto che ne è stata impossibile la mappatura completa – deporrà il gruppo ai piedi del Valico dello Scorzo, passaggio frequentato sin dall’epoca romana quando era chiamato “Nares Lucanae” (letteralmente “narici della Lucania”), la prima delle tre ascese di giornata, 2 Km al 6,9% che non saranno validi per la classifica dei GPM. Si riprenderà poi a scendere, lambendo i territori dell’antica tenuta di caccia borbonica di Persano (oggi convertita in base militare) e continuando in questo assetto sin quasi alle porte di Eboli, la cittadina dal centro storico d’aspetto ancora medioevale che lo scrittore Carlo Levi, narrando gli anni del confino ad Aliano (Matera), presentò come il limite ultimo della società civilizzata. Si prenderà ora la direzione del mare, raggiungendolo a Salerno e subito lasciandoselo alle spalle per doppiare la penisola dei Monti Lattari, una delle più lunghe e incantevoli d’Italia, che si tuffa nel golfo di Salerno con la costiera amalfitana e verso Napoli con l’opposta sorrentina. Uno spettacolo che non sarà offerto ai “girini” che, transitando alla base della penisola, affronteranno la facilissima salita verso Cava de’ Tirreni, comune che sorge ai piedi dell’abbazia della Santissima Trinità di Cava, della quale si è celebrato nel 2011 il millesimo anniversario dalla fondazione per opera di Sant’Alferio Pappacarbone. Da questo punto e fino ai piedi dell’ascesa finale, vale a dire per 135 Km, la pianura sarà l’unica protagonista “fisica” del tracciato che ora s’incanalerà nel corridoio che separa il Vesuvio dal resto della catena appenninica, toccando Sarno e quindi Nola, antica cittadina conosciuta per la popolare “Festa dei Gigli” e della quale fu vescovo Paolino, il santo ritenuto l’inventore delle campane.
Lasciata la provincia di Napoli per il casertano si giungerà a Maddaloni, centro dove il Giro d’Italia può considerarsi di casa per le numerose soste che la carovana vi ha effettuato dal 1985 a oggi, sempre ospite del Villaggio dei Ragazzi, fondato nel 1947 da Don Salvatore D’Angelo per dare assistere l’infanzia abbandonata. Pochi chilometri più avanti il gruppo sfilerà sotto le finestre dell’aulica Reggia di Caserta, che non fu soltanto la più grande residenza reale del mondo (i Borboni vi risedettero dal 1780 al 1860), ma che vanta un ruolo nella storia recente della nostra nazione poiché il 29 aprile del 1945, quattro giorni dopo la Liberazione, fu qui firmata da Germana e Repubblica Sociale Italiana la “resa di Caserta”, l’atto ufficiale che pose fine alla Seconda Guerra Mondiale in Italia. Nel volgere di meno di sette chilometri si farà poi un salto indietro nel tempo di quasi 2000 anni quando la corsa transiterà per Santa Maria Capua Vetere, dove si lambirà l’antico Arco di Adriano, con un certo brivido e un pizzico d’attenzione perché in quel luogo, al Giro del 1988, ci fu una drammatica caduta che coinvolse diversi corridori tra i quali Rodolfo Massi, che si fracassò otto costole, un femore e in più punti le clavicole.
Toccata la Capua “relativamente” moderna (fu fondata nell’856, lo stesso anno nel quale ne fu innalzato il duomo, perla della città assieme alla basilica benedettina di Sant’Angelo in Formis, nell’omonima frazione) il tracciato della sesta tappa abbandonerà la Statale Appia, che si percorreva da Maddaloni, per passare su di un’altra strada derivata da un’antica via consolare romana, la Casilina, così chiamata perché collegava Roma con lo scomparso centro di Casilium, che era il porto della vecchia Capua. Sfiorando al piede il massiccio dei Trebulani, il secondo per altezza della provincia dopo il Matese, il tracciato della tappa incontrerà i resti della colonia di Cales e poi tornerà a viaggiare sulla macchina del tempo perché più avanti si toccherà la Taverna della Catena, il luogo tra Teano e Vairano Patenora dove il 26 ottobre del 1860 la Spedizione dei Mille terminò con l’incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II. Il Lazio bussa alle porte e ci si entrerà dopo aver sfiorato il centro di San Pietro Infine, una delle località tristemente simbolo della Seconda Guerra Mondiale, bombardata e distrutta nel dicembre del 1943, due mesi prima di Montecassino. Mai abbattuti, i resti del vecchio centro costituiscono oggi un vero e proprio teatro di guerra e anche per questo motivo nel 1959 furono scelti per girarvi dall’indimenticato Mario Monicelli alcune scene de “La grande guerra”, film con Sordi a Gassman ambientato sul fronte friulano durante la Prima Guerra Mondiale.
Entrati nella regione della capitale mancheranno 27 Km alla conclusione, pianeggianti fino all’attacco dell’ascesa finale verso l’abbazia. Lassù, dopo le drammatiche ore vissute il 18 febbraio del 1944, ora è tornata la pace… almeno fin quando non calerà sul colle il pacifico trambusto rosa!
Mauro Facoltosi
LAVORI IN CORSO
Modifica dell’ultim’ora a causa di una frana caduta lungo il tratto iniziale della tappa. I corridori dovranno affrontare una variante tra Polla e Serre che porterà ad un allungamento del tracciato di 10 Km, facendo di questa frazione la più lunga del Giro d’Italia (257 Km), e al taglio della salita dello Scorzo
I VALICHI DELLA TAPPA
Valico dello Scorzo (474). Non segnalato sul testo di riferimento “Valichi stradali d’Italia” (Georges Rossini, Ediciclo), è valicato dalla SS 19 “delle Calabrie” tra Zuppino e il bivio per Postiglione e coincide con l’omonima località. Quotato 473 sulle cartine del Giro 2014, è stato spesso attraversato dalla corsa rosa, ma solo una volta fu affrontato come GPM, nel corso della tappa Polla – Napoli del 1996 (primo allo scollinamento Marino Piccoli, primo al traguardo Mario Cipollini.)
Sella di Cava de’ Tirreni (196). Non segnalata sul citato testo di riferimento, è l’insellatura che separa la penisola dei Lattari dal resto della catena appenninica e nel quale sorge l’omonima cittadina. Mai affrontata come GPM, Cava è stata tre volte arrivo di tappa al Giro (nel 1994 partenza da Agropoli e successo del norvegese Dag Erik Pedersen, nel 1997 partenza da Mondragone e vittoria di Mario Manzoni, nel 2010 partenza da Frosinone e volata vincente di Matthew Goss.)
Selletta di Visciano (150). Vi transita la SS 6 “Via Casilina” tra i bivi per Calvi Risorta e Teano, non distante dall’omonima località.
Selletta (152). Vi transita la SS 6 “Via Casilina” tra Mignano Monte Lungo e la località San Cataldo. Nei pressi del valico si trova un sacrario militare nel quale riposano le salme di più di novecento soldati caduti durante la Guerra di Liberazione.
Sella delle Pastinelle (102). Separa i Monti Trocchio e Maio e vi transita la SS 6 “Via Casilina” tra la località Taverna e Cassino e coincide con l’omonima località, situata all’altezza del bivio per Cervaro.
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY