BELFAST 2: THE IRISH SANREMO

maggio 10, 2014
Categoria: News

Sembra quasi una Milano – Sanremo il tracciato della prima tappa in linea del Giro 2014. Tanto mare, tanta costa, tanto vento e un’infinita processione di microscopici capi renderanno la corsa di difficile gestione e problematica interpretazione, proprio come la “classicissima”. La volata rimane la soluzione più probabile, ma non sarà facile arrivarci tutti assieme… e non perché ci si sarà distratti ad ammirare i bei panorami offerti da una delle strade costiere più belle del pianeta.

Può apparire dissacrante paragonare la Milano – Sanremo al percorso della prima tappa in linea del Giro 2014, una frazione disegnata pensando allo spettacolo e, al contempo, alla volata, prevista al termine di una giornata che non proporrà nulla di lontanamente simile alla Cipressa, al Poggio e alla “neonata” Pompeiana. I due percorsi, invece, sono identici sul lato tecnico e paesaggistico, con un identico finale costiero, esposto da un lato al vento che spira dal Canale del Nord e dall’altro alla natura geografica tipica di questi tratti, con una serie infinita di capini e capetti, talvolta microscopici al punto da non comparire nemmeno sull’altimetria ma che, messi assieme, potrebbero incidere non poco sulla condotta di una gara che, molto probabilmente, sarà caratterizzata dai ventagli. A chi masticasse poco ciclismo spieghiamo che con questo termine s’intendono le fratture alle quali è spesso soggetto il gruppo in queste evenienze, sbriciolato in tre – quattro plotoncini distanziati anche di un minuto l’uno dall’altro. Sono occasioni nelle quali, è proprio il caso di dirlo, si rischia di gettare al vento il successo finale in una corsa, perché può capitare di non riuscire a recuperare o di riuscire nell’intento spendendo però energie che sarebbero state utili in altri frangenti. La storia del ciclismo è piena di corse condizionate dai ventagli e, per non andare troppo indietro nel tempo, basta tornare con la memoria alla tappa di Saint-Amand-Montrond dell’ultimo Tour de France, quando in una frazione altimetricamente insignificante Froome perse 1’09” da Contador mentre Valverde lascerà per strada quasi 10 minuti. Quel giorno vinse Cavendish e dovrebbe essere un suo collega a imporsi in quel di Belfast, sempre che la corsa non “impazzisca” in un finale dove gli organizzatori hanno piazzato di seguito, a una ventina di chilometri dall’epilogo, un GPM e un traguardo volante, un concentrato di punti che aumenterà una bagarre già accesa dall’approssimarsi della meta. La possibilità di vestire la maglia azzurra prima che entrino in scena i grandi scalatori e gli abbuoni in palio al successivo sprint faranno gola e ci sarà senza dubbio un’accelerazione che potrebbe rivelarsi fatale per quei corridori che non erano ancora riusciti a rientrare nel gruppo e anche qualche velocista potrebbe pagare. Ecco dunque la vera similitudine con la Sanremo, quella di un tracciato facile e al contempo difficilissimo da gestire, quella di una gara dagli esiti probabili ma non scontati.
Il via di questa tappa sarà dato a Belfast, nella quale si tornerà dopo circa cinque ore e aver percorso 218 Km, la prima metà dei quali abbastanza tranquilli, disegnati sulle pianeggianti strade dell’entroterra e, dunque, lontano dalle rive del mare e, forse, dal vento. Lasciato il raduno di partenza, il gruppo aggirerà a settentrione la catena collinare del Divis – un’area che fu a lungo utilizzata per gli addestramenti dei militari appartenenti alle forze armate britanniche – per poi puntare sulla cittadina di Antrim, fino al 1973 capoluogo storico dell’omonima contea, situata presso le rive del Lough Neagh, il più vasto lago dell’arcipelago britannico, la cui superficie corrisponde al 3% dell’intera Irlanda del Nord. Toccati i centri di Ballymena e Ballymoney il gruppo giungerà quindi a Bushmills, centro che gli appassionati di bevute non posso fare a meno di inserire nei loro giri turistici in zona per la presenza delle più antiche distillerie legalizzate del mondo, fondate nel 1608. È proprio in questo centro che, a una novantina di chilometri dal via, inizierà la classicissima in salsa “irish”, introdotta da una serie di “mangia e bevi” che ricordano i primi movimentati tratti sull’Aurelia e che accompagnano il tratto più spettacolare di questa tappa, disegnato lungo il cosiddetto “selciato del gigante”, formazione costituita da blocchi rocciosi frutto di un’antica attività eruttiva e che agli abitanti di queste terre ricordavano i resti di una strada ciclopica, costruita secondo la leggenda dal gigante Finn McCool per raggiungere senza bagnarsi i piedi la Scozia, dove avrebbe sfidato il “collega” Benandonner.
All’uscita da questo “ottovolante” si attraverserà la cittadina di Ballycastle, nella quale è possibile ammirare un monumento a Guglielmo Marconi (nel 1898 il celebre inventore salì fin quassù e da qui eseguì la sua prima trasmissione senza fili sul mare, diretta all’isola di Rathlin, distante una decina di chilometri) subito prima d’infilarsi sulla principale salita del tracciato, lungo la pedalabile Cushendall Road, 8000 metri inclinati al 2,6% e un picco del 7,4% per arrivare fino a 261 metri di quota. Superato il primo GPM del Giro 2014, una veloce discesa di 5 Km ricondurrà il gruppo sulle rive del Canale del Nord che saranno costanti compagne di viaggio nei rimanenti 80 Km di gara, sulla carta apparentemente “glabri” ma in realtà resi irsuti da continui “micro-strappetti”, al momento impercettibili ma che alla lunga peseranno, complice anche una sede stradale non stretta ma nemmeno larghissima. Avendo nuovamente Belfast come meta, i corridori sfrecceranno sulla sinuosa Antrim Coastroad, che segue uno dei tratti di costa più scenografici dell’isola gaelica, nel quale confluiscono nove piccole vallette dette “glens”. Sarà un succedersi di piccoli villaggi costieri, come Carnlough dove si trova un piccolo alberghetto costruito nel ‘800 e che per qualche tempo appartenne a Winston Churchill.
Sfiorata al piede la piccola Isola Magee (in realtà una penisola, sulla quale si trova il dolmen funerario di Ballylumford), si attaccherà l’ultima asperità di giornata, la facilissima ascesa di Knocknagulliagh, poco più dura d’un cavalcavia e che, come anticipato, si troverà collocata in un punto particolarmente febbrile della tappa, appena 2 Km prima del traguardo volante che disputerà a Carrickfergus, all’ombra di uno dei più bei castelli normanni dell’Irlanda del Nord, la cui importanza è tale che il titolo di “barone di Carrickfergus” è uno dei tre dei quali si fregia il principe William del Galles, secondo nella linea di successione al trono del Regno Unito dopo il padre Carlo. Una spolverata di nobiltà per un finale regale che mezz’ora più tardi incoronerà il primo pretendente allo scettro di miglior velocista dell’edizione 2014.

Mauro Facoltosi

FOTO GALLERY

Lough Neagh

Lough Neagh

Le storiche distillerie di Bushmills (cushenduncottages.co.uk)

Le storiche distillerie di Bushmills (cushenduncottages.co.uk)

Ballycastle, il monumento a Marconi (www.geograph.org.uk)

Ballycastle, il monumento a Marconi (www.geograph.org.uk)

Il centro di Carnlough (www-mailorderplants4me.com)

Il centro di Carnlough (www-mailorderplants4me.com)

Il dolmen di Ballylumford (tripadvisor.com)

Il dolmen di Ballylumford (tripadvisor.com)

Il castello di Carrickfergus (www.cwuni.org.uk)

Il castello di Carrickfergus (www.cwuni.org.uk)

Uno scorcio del Selciato del Gigante e, in trasparenza, l’altimetria della seconda tappa (www.sfumaturevarie.it)

Uno scorcio del Selciato del Gigante e, in trasparenza, l’altimetria della seconda tappa (www.sfumaturevarie.it)

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