HUSHOVD NON SI FERMA PIU’
Tornato al successo in gare World Tour due giorni fa, il norvegese bissa sul traguardo di Zakopane, regolando un gruppo molto più numeroso del previsto. Un abbuono di 10’’ consente a Jon Izagirre di scalzare Rafal Majka per un solo secondo dalla vetta della generale. Domani ultime montagne da scalare sul circuito di Bukowina Tatrzanska, prima della cronometro decisiva di sabato.
Foto copertina: Thor Hushovd, fresco vincitore della quinta tappa (foto Szymon Gruchalski)
Ci si attendeva la prima sfida tra gli uomini di classifica dopo due giorni di pianura, e invece la quinta tappa del Giro di Polonia ha visto i big sfilare compatti sul traguardo di Zakopane, al termine di una frazione molto sopravvalutata alla vigilia. I sei GPM in programma, generosamente classificati come prima e seconda categoria, non hanno tagliato fuori neppure gli sprinter più resistenti, capaci di riproporre in quota un canovaccio non distante da quello degli epiloghi degli ultimi due giorni.
Ad approfittarne, in assenza di un guastafeste à la Taylor Phinney, è stato Thor Hushovd, tornato appena due giorni fa al successo su un palcoscenico di prestigio, ora alla seconda vittoria nel giro di 48 ore, grazie ad una volata magistralmente lanciatagli dagli uomini del Team Sky. La più consistente opposizione è venuta da Matthieu Ladagnous, ottimo ma distante secondo, mentre un incoraggiante Daniele Ratto, già ieri segnalatosi con un piazzamento in top 10, ha completato il podio, davanti a Luka Mezgec e David Tanner.
Il nulla di fatto in termini di distacchi non ha però impedito un cambio di maglia gialla, grazie agli abbondanti abbuoni messi a disposizione dagli organizzatori per incentivare la combattività : nella cervellotica classifica giornaliera che combina GPM e sprint, Jon Izagirre è risultato terzo, beneficiando di 10’’ di bonus appena sufficienti ad issarlo al comando della generale, con un solo secondo di margine sull’ex leader Rafal Majka. Vani dunque gli sforzi di Sergio Henao, 2° stamane a 4’’, lanciatosi in un infruttuoso sprint culminato nel sesto posto di tappa, e di Christophe Riblon, partito 3° a 6’’, fra i promotori dell’unica azione davvero interessante offerta dalla gara.
La tappa ha offerto le fasi più concitate in avvio, quando 40 km circa di battaglia ininterrotta hanno lanciato in avanscoperta un drappello composto da Michal Golas, Mathias Frank, Tomasz Marczynski, Jussi Veikkanen, Jacek Morajko, Nikolay Mihaylov e Pawel Cieslik. Il team Colombia si è sobbarcato larga parte dell’inseguimento, concedendo ai sette fuggitivi un vantaggio massimo intorno ai 5’, annullato a 25 km mal contati dal traguardo.
Con i battistrada ormai in vista, qualche scaramuccia è cominciata nel plotone al secondo ed ultimo passaggio sull’ascesa di Glodowka, ma per veder partire l’azione più significativa si è dovuta attendere la discesa: Paterski si è mosso per primo, portandosi dietro Riblon, Atapuma, Cernetski, Luis Leon Sanchez e Kiserlovski, giungendo in loro compagnia a guadagnare fino a 16’’. Ancora ignari della beffa che li attendeva al traguardo, i Saxo Bank si sono incaricati di chiudere, coronando l’inseguimento a 5 km dalla conclusione. I 2 km di salita restanti sono scivolati via senza scosse particolari, animati soltanto da qualche allungo senza pretese, fra cui quello del campione d’Italia Santaromita.
Lampre e Garmin si sono contese la testa al momento del lancio dello sprint, cedendola alla fine al tandem colombiano Uran – Henao, agevolmente risucchiato comunque da Hushovd e non solo negli ultimi 200 metri.
Gli scalatori dovranno a questo punto giocarsi il tutto per tutto domani, lungo i 192 km del circuito di Bukowina Tatrzanska, caratterizzato da tre salite per ciascuno dei cinque giri previsti. Se neppure le quindici ascese dovessero bastare a creare selezione, i verdetti verrebbero affidati – come peraltro da molti pronosticati alla partenza – alla cronometro conclusiva di 37 km. Distanza sufficiente a riscrivere del tutto una graduatoria ancora incredibilmente corta.
Matteo Novarini