PHINNEY, ASSOLO DA FENOMENO

luglio 31, 2013
Categoria: News

Con un’azione solitaria a 7 km dal traguardo, l’americano anticipa i velocisti sul traguardo di Katowice e regala alla BMC il secondo successo di tappa consecutivo al Giro di Polonia. Von Hoff vince la volata dei battuti su Hutarovich. Non cambia la classifica generale, dove Majka continua a guidare su Henao e Riblon, alla vigilia del trittico decisivo.

Foto copertina: Taylor Phinney, vincitore della quarta tappa (foto cyclismactu.net)

In un Giro di Polonia dove i grandi nomi arrancano o si nascondono, impreziosita finora soprattutto dalla lunga fuga di Christophe Riblon verso il Pordoi, è stato Taylor Phinney a regalare il primo vero pezzo di bravura. Quale teatro, l’americano ha scelto il circuito cittadino di Katowice, 12 km e spiccioli da ripetere quattro volte, dove si sono invece infranti i sogni di Fabio Duarte, Miguel Minguez, Dirk Bellemakers, Cesare Benedetti, Matthieu Ladagnous, Jacek Morajko, Pawel Franczak e Kamil Gradek, fuggitivi della prima ora.
Il gruppo, memore del brivido di ieri, quando i quattro battistrada erano stati riassorbiti a 2 km appena dal termine, ha oggi preferito tenere da subito sotto controllo il tentativo del mattino, sempre costretto al di sotto dei cinque minuti di vantaggio dal lavoro congiunto di Garmin, Saxo, Belkin, BMC e Sky. Soltanto un deliberato rallentamento del plotone ha evitato un ricongiungimento addirittura prematuro, concedendo a Gradek la chance di una libera uscita solitaria davanti al pubblico amico, durata una manciata di chilometri.
Ormai neutralizzato anche il polacco, tutto cospirava per un secondo finale allo sprint consecutivo, dove l’uomo da battere sarebbe necessariamente stato il trionfatore di ieri, Thor Hushovd. Quando Valerio Agnoli ha provato una sortita a poco più di 7 km dal termine, però, la BMC ha giocato il jolly, riuscendo in un sol colpo a porre una seconda candidatura al successo parziale e a scaricare su altri l’onere di lanciare lo sprint: Phinney è partito in contropiede, ha guadagnato in un amen una quindicina di secondi, e si è esibito in una sorta di prologo in linea, mentre le squadre dei velocisti tentavano vanamente di tamponare.
Fosse partito un attimo dopo, non avrebbe potuto beneficiare dell’effetto contropiede; un attimo prima, e gli sprinter l’avrebbero mangiato sul rettilineo d’arrivo. Taylor, invece, ha scelto il tempo dell’attacco come meglio non avrebbe potuto, conservando fin sulla linea bianca un pugno di metri di margine su Steele von Hoff, ieri terzo con il rammarico di essere partito troppo indietro in volata, oggi beffato da un atleta che neppure si sarebbe dovuto giocare la vittoria. Hutarovich ha completato il podio, riscattando parzialmente il modesto ottavo posto di ieri, mentre Hushovd, forse preoccupato più dell’azione del compagno che del proprio sprint, si è dovuto accontentare della sesta piazza. Da segnalare la comparsa in top 10, accanto a quelle di USA, Australia, Bielorussia, Lituania, Sud Africa, Norvegia, Slovacchia, Polonia e Austria, di una bandierina italiana, piantata al nono posto da Daniele Ratto.
Con l’assolo di Phinney, che non può non riportare alla mente alcune perle del miglior Cancellara (sfoderate su palcoscenici più prestigiosi, ad onor del vero), va in archivio la fase interlocutoria del Polonia 2013, stretta fra il week-end dolomitico e le tre tappe decisive. La classifica generale, congelata da domenica con Majka davanti ad Henao e Riblon, tornerà ad essere scritta da domani, con il traguardo in quota (ma non in salita, anche se l’ultimo GPM dista appena 3 km dall’arrivo) di Zakopane, località nota soprattutto ai cultori degli sport invernali. 6 i Gran Premi della Montagna in programma, seminati lungo 160 km che diranno se Rafal Majka può davvero essere l’uomo giusto per porre fine ai 10 anni di astinenza polacca nella corsa di casa.

Matteo Novarini

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