GALLOPIN, IL CORAGGIO E’ PREMIATO
Il 25enne francese non aspetta la volata in cui avrebbe potuto dire la sua per il successo ma attacca sull’Alto de Arkale e tira dritto fino al traguardo conquistando la Clasica San Sebastián con 28” sul grande favorito Alejandro Valverde, che ha pagato nel finale l’assenza di compagni di squadra e ha preceduto Roman Kreuziger, Mikel Nieve e Nicolas Roche nella volata per la piazza d’onore. In evidenza Moreno Moser, 7° a 51” dopo essere rimasto fin quasi al termine con i migliori, e Luca Wackermann in fuga per quasi 200 km
Foto copertina: Gallopin trionfa tutto solo a San Sebastián (foto Bettini)
La 33a edizione della Clasica San Sebastián, divenuta la principale gara di un giorno del calendario spagnolo a partire dai primi anni ‘90, quando venne inserita tra le prove della Coppa del Mondo, si è disputata lungo un percorso di 232 km con partenza e arrivo nel capoluogo della regione di Guipúzcoa e caratterizzato nel finale dalla doppia ascesa verso l’Alto de Jaizkibel, da sempre salita simbolo della corsa sebbene nel corso degli anni abbia assunto un ruolo via via meno preponderante nell’economia della stessa, e dal più breve strappo verso l’Alto de Arkale, la cui vetta era posta a 15 km dal traguardo. Se si fa eccezione per Chris, Froome, Joaquim Rodrìguez e Peter Sagan al via si sono presentati quasi tutti i grandi protagonisti del Tour de France, a partire dalla coppia della Movistar formata da Nairo Quintana e Alejandro Valverde, già vittorioso nel 2008 e grande favorito della vigilia, e dal campione del mondo Philippe Gilbert (Bmc), trionfatore nel 2011, passando per Bauke Mollema e Robert Gesink (Belkin), Michael Albasini e Simon Gerrans (Orica-GreenEdge), Igor Antón e Mikel Nieve (Euskaltel), Jan Bakelants (RadioShack), Juan Antonio Flecha (Vacansoleil), Romain Bardet (Ag2r), Roman Kreuziger e Alberto Contador (Saxo-Tinkoff), Ryder Hesjedal e Andrew Talansky (Garmin-Sharp), Sylvain Chavanel (Omega-QuickStep), Richie Porte (Team Sky), Jacob Fuglsang (Astana) e Moreno Moser (Cannondale), uomo di punta di una pattuglia azzurra che manca l’appuntamento con il successo dal 2007, quando ad alzare le braccia fu Leonardo Bertagnolli, e che poteva contare anche su Damiano Cunego e Filippo Pozzato (Lampre-Merida), Marco Marcato (Vacansoleil), Rinaldo Nocentini (Ag2r), Francesco Gavazzi ed Enrico Gasparotto (Astana) e Luca Paolini (Katusha). La fuga che ha caratterizzato quasi 200 km di gara è nata fin dalle prime battute e ha avuto tra i protagonisti il 21enne di Rho Luca Wackermann (Lampre-Merida) che insieme a Oliver Kaisen (Lotto-Belisol), Matthias Krizek (Cannondale) e Javier Aramendia (Caja Rural), all’inseguimento dei quali si era portato invano William Clarke (Argos-Shimano) che dopo diversi km a bagnomaria si è lasciato riassorbire dal gruppo, ha acquisito fino a 11′ di margine su un plotone tirato pressochè ininterrottamente dalla Movistar. Proprio Wackermann è stato insieme a Krizek l’ultimo ad arrendersi, venendo ripreso solo sulle prime rampe del secondo passaggio allo Jaizkibel. La corsa dei favoriti si è accesa poco prima del ricongiungimento grazie all’azione di Chavanel, Gavazzi, Pavel Brutt (Katusha), del campione spagnolo Jesús Herrada (Movistar), che naturalmente non ha collaborato al tentativo, e del sorprendente Yannick Eijssen (Bmc), 24enne scalatore belga senza un gran pedigree che sarà l’unico tra questi atleti a reggere allo spietato forcing impresso in salita prima da José Herrada e poi soprattutto da uno scatenato Quintana per Valverde, che ha prodotto una selezione che sullo Jaizkibel non si vedeva da diversi anni. Per qualche centinaio di metri la formidabile coppia che già aveva fatto fuoco e fiamme al Tour ha fatto addirittura il vuoto rispetto al resto del gruppo, andando a riprendere Eijssen, ma in seguito il ritmo di Quintana, che dal canto suo si staccherà in vista dello scollinamento, è calata e così si sono accodati anche Kreuziger e Nicolas Roche (Saxo-Tinkoff), Tony Gallopin (RadioShack), Mikel Landa (Euskaltel), Arnauld Jeannesson (Fdj) e un pimpante Moser uscito con un’ottima gamba dalla Grande Boucle, mentre Nocentini, dopo essere riuscito a sua volta ad agganciarsi, non ha retto il ritmo ed è stato ripreso da un drappello inseguitore comprendente tra gli altri Mollema, Gesink, Nieve, Fuglsang e Dario Cataldo (Team Sky). Sono, invece, rimasti definitivamente tagliati fuori Contador e un Gilbert ancora una volta deludente come in quasi tutte le gare disputate in stagione. Il gruppetto di testa ha proceduto di comune accordo ma senza forzare più di tanto l’andatura e ciò ha fatto in modo che potessero rientrare prima Chavanel e Mikel Astarloza (Euskaltel), che hanno staccato il gruppetto di Mollema nella discesa dello Jaizkibel, e ai piedi dell’Alto de Arkale anche Nieve, la rivelazione Pieter Serry (Omega-QuickStep) e il talento lussemburghese Bob Jungels (RadioShack), mentre ancora una volta Nocentini, dopo essere rimasto per qualche chilometro in compagnia di questi uomini, ha perso terreno nel momento decisivo. In questo nuovo scenario Valverde si è ritrovato da solo mentre Euskaltel, Saxo-Tinkoff, RadioShack e Omega-QuickStep potevano contare su più uomini e della situazione ne ha approfittato Gallopin – che pure era l’uomo da battere alla pari del murciano qualora questi corridori fossero arrivati insieme al traguardo – che a metà salita ha piazzato uno scatto secco e, dal momento che nessuno ha inizialmente reagito, ha proseguito nell’azione. Solo in vista dello scollinamento Landa e Roche, e successivamente Valverde, Kreuziger e Nieve, si sono portati a caccia del battistrada ma, nonostante la superiorità numerica, nulla hanno potuto di fronte a Gallopin, che ha fatto valere le sue doti di passista per tenere a distanza gli inseguitori e giungare solitario al traguardo. Il 25enne francese ha così colto il suo primo successo in una stagione che fin qui era stata a dire il vero molto meno brillante della precedente con 28” su Valverde, che ha prevalso di misura su Kreuziger nella volata per la piazza d’onore con Nieve e Roche 4° e 5° mentre un ottimo Landa, unico tra i primissimi a non aver disputato il Tour de France, ha chiuso 6° a 36” e Moser, dopo un momento di appannamento in vetta all’Alto de Arkale che gli ha impedito di agganciare il gruppetto che lo ha preceduto, ha chiuso 7° a 51” grazie a una bella volata in cui ha preceduto Serry, Mollema, Chavanel, Bakelants, Gesink e Astarloza, dimostrando comunque di poter competere anche ai più alti livelli dopo una prima parte di 2013 al di sotto delle aspettative. Per quanto riguarda gli altri azzurri Marcato ha chiuso 24° a 2′22”, Damiano Caruso (Cannondale) 27° a 3′12”, Cataldo e Nocentini 39° e 40°, entrambi a 4′05” mentre Wackermann grazie alla lunga fuga si è aggiudicato la classifica di miglior scalatore.
Marco Salonna