PAGELLE 2013: PROMOSSI E BOCCIATI DEL TOUR DE FRANCE

luglio 23, 2013
Categoria: Approfondimenti

Come previsto la centesima edizione del Tour de France se l’è aggiudicata Christopher Froome, grazie anche al benestare della giovane rivelazione Quintana. Altra gradita sorpresa della corsa ha riguardato il mondo delle volate che ha visto brillare l’astro emergente di Marcel Kittel su un combattivo ma poco efficace Cavendish. Una Grande Boucle avara di soddisfazioni per l’Italia con l’unica vittoria di tappa di Matteo Trentin a consolarci.

Foto copertina: il podio del Tour 2013 (foto Bettini)

I PROMOSSI

Christopher Froome: abbiamo faticato non poco, la passata stagione, a rimpiazzare, nella nostra mente, la scena di un Froome ciondolante sulle rampe del S. Luca nella Corsa Rosa del 2009 con quella del gregario che doveva frenare in salita per aspettare il proprio capitano Wiggins. Quest’anno, se di sorprese vogliamo parlare, non possiamo che riferirci alle sgraziate accelerazioni che imprimeva al suo mezzo con un effetto boost da formula uno, con le quali spesso ha lasciato sul posto avversari sbigottiti. Personalmente, tuttavia, l’immagine che conserverò a lungo di questo ciclista sarà quella del suo corpo che, madido di sudore durante l’ascesa al Mont Ventoux, ha richiesto una quantità eccezionale di acqua per refrigerarsi. Nonostante i pesanti distacchi inflitti agli avversari, il britannico non ha spadroneggiato come avrebbe desiderato, commettendo talvolta grossolani errori tattici: una prima volta quando è rimasto senza squadra invischiato in un ventaglio creato magistralmente dalla squadra di Contador, poi sulle montagne, in ben due occasioni, in cui la sua smania lo ha portato a staccare i compagni e rimanere quindi alla mercè degli scalatori puri i quali lo hanno bastonato quel tanto da privarlo della Maglia Pois, obbiettivo che pure era nelle sue ambizioni. Voto: 10

Nairo Quintana: dobbiamo ringraziare il famoso ventaglio creato dalla Saxo che ha messo fuori gioco il suo capitano Valverde se abbiamo potuto assistere alle splendide prestazioni in montagna di questo giovane colombiano. Salito alla ribalta già nella scorsa stagione grazie all’impresa al Giro dell’Emilia, dopo aver già conquistato il Tour dell’Avenir tra i dilettanti, nella sua prima partecipazione al Tour si è dimostrato l’unico in grado di togliere di ruota Froome quando la strada si impennava. Con solo un pizzico di cattiveria agonistica in più, e anche una maggiore fiducia della propria squadra, avrebbe senz’altro potuto colmare sulle montagne il divario accumulato nelle tappe a cronometro e giocarsela alla pari col primo in classifica. La Maglia a Pois è finalmente, dopo anni, sulle spalle di un autentico scalatore. Voto: 10

Joaquim Rodriguez: piuttosto opaco sui Pirenei, ha iniziato la rimonta per la conquista del podio a partire dalla seconda cronometro individuale. A 34 anni ha dimostrato un recupero sulle tre settimane come mai gli era riuscito in carriera e, sulle Alpi, è stato il più competitivo in salita assieme a Quintana. Anche se non è riuscito ad aggiudicarsi alcuna frazione può ritenersi più che soddisfatto del terzo posto, traguardo che lo inserisce tra i ciclisti che hanno raggiunto il podio in tutti e tre i GT. Noi appassionati dobbiamo ringraziarlo per avere animato in più occasioni una corsa che, altrimenti, avrebbe rischiato di sottostare troppo anticipatamente al potere della Maglia Gialla e per avere incoraggiato l’inesperto Quintana a fare altrettanto. Voto: 8,5

Marcel Kittel: finalmente si è rotto il monopolio di Cavendish nelle volate. Questo potente velocista tedesco capace di affrontare di testa le volate come ci avevano abituato in passato velocisti come Cipollini e Petacchi, ha saputo vincere anche la tappa sui Campi Elisi, dimostrando di aver digerito meglio di altri sprinter le numerose salite presenti in questa edizione del Tour. Lo scontro con Cavendish finisce sul 4-2 in favore del tedesco. Voto: 10

Peter Sagan: conquista per la seconda volta in carriera la prestigiosa Maglia Verde con tanto di vittoria di tappa annessa. Aldilà dei numerosi piazzamenti ottenuti in volata, è stato meno esuberante rispetto alla passata edizione, provando solo in un paio di occasioni di azzeccare la fuga vincente. Voto: 7,5

Mark Cavendish: trovatosi a rivaleggiare con un avversario più potente di lui ha dovuto ridimensionare le proprie ambizioni, accontentandosi della vittoria in due frazioni anche se, a differenza di Kittel, l’ex Campione del Mondo è stato supportato alla grande dalla squadra ed in particolare da Matteo Trentin (Voto: 8 ). Se è vero che nel mondo delle ruote veloci i successi si contano e non si pesano e se è vero che a 28 anni Mark si trova nel carniere molte più vittorie nei GT di quelle che alla sua età hanno ottenuto in passato blasonati velocisti come Cipollini o Zabel, sarà interessante verificare finalmente le sue prestazioni alla luce delle nuove leve che si sono messe in mostra in questo Tour. Voto: 7,5

Alberto “Rui Costa”: questo giovane portoghese oltre a gambe e tenuta alla distanza ha dimostrato ancora una volta di saper decifrare magistralmente le varie fasi della corsa, capace di centrare il successo quando decide di inserirsi nella fuga di giornata. Le energie che questo ciclista ha profuso alla ricerca di un successo parziale, nella prossima stagione dovranno però essere impiegate a supporto del futuro capitano designato, Quintana. Voto: 8

I BOCCIATI

Alberto Contador: considerato da tutti il rivale principale di Froome fino alla conclusione della corsa, non ha saputo offrire prestazioni degne di sé né in salita, terreno sulla carta a lui più congeniale, né tantomeno a cronometro, prova in cui in passato ha saputo talvolta stupire. Ha tentato in qualche tappa di sopperire alla mancanza di gambe con attacchi talvolta fantasiosi. Doveva vincere il Tour, non conquista nemmeno il podio. Voto: 5

Roman Kreuziger: partito come luogotenente di Contador, la strada ha evidenziato che la propria condizione era forse superiore a quella del capitano designato. E’ senz’altro migliorato come uomo da corsa a tappe ma, giunto alla sua età, ci si aspettava un salto di qualità ben maggiore per centrare finalmente un podio in un GT. In questa edizione si è dimostrato forte sul passo ma non altrettanto in salita, terreno su cui dovrà necessariamente migliorare. Voto: 5

Tejay Van Garderen: dopo l’ottima prova di cui si era reso protagonista la passata stagione, con tanto di conquista della Maglia Bianca, ci si aspettava da questo valente ciclista una prestazione di ben altro livello. Aldilà dell’ottimo secondo posto sull’Alpe D’Huez, una prova decisamente sottotono. Voto: 4,5

Alejandro Valverde: un corridore del suo calibro e della sua esperienza non può perdere un Tour per un errore di disattenzione da dilettante. Ma soprattutto un ciclista di questo spessore non può, una volta uscito dai giochi per la classifica generale, dichiarare di essere a totale disposizione del proprio compagno Quintana e poi dare l’impressione, in corsa, di fungere da battitore libero. Voto: 4,5

Pierre Rolland: ha corso sin dall’inizio con l’obiettivo di aggiudicarsi una tappa e la Maglia a Pois, non è riuscito in nessuno dei due intenti. Come ciclista ho scritto che mi ricordava Virenque ma questo Tour ha dimostrato che deve migliorare parecchio sia in salita che sul fondo per potersi avvicinare al suo più noto connazionale. Voto: 4,5

Bauke Mollema, Laurens Ten Dam: i due Belkin meritano un’insufficienza non tanto per aver occupato le primissime posizioni in classifica generale fino alle ultime tappe ed essersi poi sciolti come neve al sole, ma per aver dimostrato una miopia tattica infinita. Entrambi in classifica dovevano provare a fare gioco di squadra per tentare di mettere in difficoltà gli uomini di classifica. Voto: 4,5

Thomas Voeckler: ciò che lasciava esterrefatti erano le prestazioni dell’alsaziano nelle due passate edizioni della corsa francese. Quest’anno, finalmente, è ritornato sugli standard che gli sono consoni. Voto: 4

Philippe Gilbert, Damiano Cunego: entrambi reduci da una campagna delle Classiche veramente avara di soddisfazioni, erano alla ricerca di almeno un successo parziale nella corsa transalpina. Sono entrati in qualche fuga ma non sono mai riusciti a concretizzare. Voto: 4

Cadel Evans: spiace davvero dover dare un’insufficienza a questo grintoso e mai domo ciclista australiano ma pensare di ben figurare sia al Giro d’Italia che al Tour de France è un’impresa oggi più che mai ardua, per di più a trentasei anni suonati. Avrebbe fatto meglio a concentrarsi su di un Campionato del Mondo, quello di Firenze, particolarmente adatto ai suoi mezzi. Voto: 4

Francesco Gandolfi
gandolfi.francesco@libero.it

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