MODOLO MATTATORE IN CINA, GENERALE A POOR SEIEDI
Per la terza volta negli ultimi quattro anni il Tour of Qinghai Lake parla iraniano grazie al portacolori della Tabriz Petrochemical Team che si impone davanti ai quattro kazaki Yevgeniy Nepomnyachshiy, Daniil Fominykh, Andrey Mizurov e Abdraimzhan Ishanov ma grande protagonista è anche il trevigiano della Bardiani-Csf che conquista ben 6 successi parziali in altrettante volate. Piazzamenti anche per Massimo Graziato, Marco Benfatto, Francesco Chicchi e Mauro Finetto, miglior azzurro nella generale Angelo Pagani, 8°.
Foto copertina: l’arrivo della decisiva tappa di Qinghai Lake, vinta da Mirsamad Poor Seiedi (foto Mokhriz Aziz/Cycling Asia)
La 12a edizione del Tour of Qinghai Lake, nel cui albo d’oro si annoverano nomi illustri come Tom Danielson nel 2002, un allora giovanissimo Damiano Cunego nel 2003, l’altro italiano Gabriele Missaglia nel 2007 e Tyler Hamilton nel 2008, si è disputata sulla distanza di 13 frazioni rese ancora più impegnative da un’altitudine che talvota ha superato addirittura i 4000 metri e vanta pertanto il primato di essere la corsa a tappe più lunga del calendario Uci dopo i tre grandi Giri, sebbene a livello di partecipazione sia stata soppiantata dal Tour of Beijing che dal 2011 è entrato a far parte del World Tour. Tra le formazioni del circuito maggiore era, infatti, presente la sola Lampre-Merida con Filippo Pozzato come leader e accanto ad essa altre formazioni Continental e Professional europee come Bardiani-Csf, Vini Fantini, Amore&Vita, NetApp-Endura e La Pomme Marseille, senza dimenticare la statunitense UnitedHealtCare e le agguerritissime compagnini asiatiche come l’iraniana Tabriz Petrochemical Team e la kazaka Astana Continental, filiale dello squadrone di Vincenzo Nibali, che sono state le vere protagoniste per quanto riguarda la lotta per il successo finale.
La classifica generale è andata infatti all’iraniano Mirsamad Poor Seiedi, terzo atleta del Paese islamico a imporsi negli ultimi quattro anni dopo Hossein Askari nel 2009 e Hossein Alizadeh nel 2010, che ha costruito il suo successo nella tappa di Qinghai Lake, in cui si è imposto al termine di una fuga a due con il compagno Amir Kolahdozhagh, strappando la maglia gialla di leader al veterano spagnolo David De La Fuente (Torku Sekerspor), e si è difeso sulle montagne dagli attacchi dei kazaki Yevgeniy Nepomnyachshiy, vincitore della tappa regina di Mount Dadongshu, Daniil Fominykh e Abdraimzhan Ishanov, tutti dell’Astana Continental, che hanno chiuso rispettivamente 2° a 42”, 3° a 1′06” e 5° a 1′43” mentre al 4° posto con un distacco di 1′29” si è piazzato l’altro kazako Andrey Mizurov (Torku Sekerspor), che in passato ha gareggiato per diversi anni in Europa iniziando la carriera come gregario di Marco Pantani alla Mercatone Uno, e all’8° con un distacco di 2′30” il migliore degli azzurri Angelo Pagani (Bardiani-Csf).
L’altro grande protagonista del Tour of Qinghai Lake è stato Sacha Modolo (Bardiani-Csf), ben spalleggiato dai compagni Filippo Fortin e Sonny Colbrelli, che è arrivato a giocarsi la vittoria in volata in 7 occasioni e per ben 6 volte ha centrato il bersaglio grosso, lasciando solo lo sprint conclusivo di Lanzhou a Jacobe Keough (UnitedHealtCare), senza contare che in altre due occasioni si è imposto nello sprint del gruppo finito alle spalle dei fuggitivi di giornata; oltre allo statunitense gli avversari più agguerriti del trevigiano nelle volate sono stati l’argentino Maximiliano Richeze (Lampre-Merida) che per quattro volte ha chiuso sul podio senza riuscire a imporsi e, in seconda battuta, Marco Benfatto (Astana Continental), che ha ottenuto un secondo e un terzo posto, un Francesco Chicchi (Vini Fantini) dal quale però ci si attendeva decisamente di più che due soli piazzamenti in zona podio e il suo compagno Mauro Finetto, 3° a Qinghai Lake. Un altro azzurro che si è messo in evidenza è stato Massimo Graziato (Lampre-Merida) che è rimasto a lungo nelle posizioni di testa della generale chiudendo poi al 12° posto a 2′47” da Poor Seidei e per due volte è entrato nella fuga giusta, venendo battuto dal solo De La Fuente a Guide e da Robert Förster (UnitedHealtCare) e Serhiy Hrechyn (Torku Tekerspor) in quel di Qilian. A imporsi in una tappa sono stati infine anche il francese Benjamin Giraud (La Pomme Marseille) e l’ucraino Oleksandr Polivoda (Atlas Personal), che tra i dilettanti aveva sempre corso in Italia, entrambi grazie a una fuga.
Marco Salonna