QUINTANA, TRE PICCIONI CON UNA FAVA

luglio 20, 2013
Categoria: News

Giornata da incorniciare per lo scalatore colombiano che, dopo il gran lavoro della sua Movistar per tenere sotto tiro i fuggitivi di giornata, si impone in solitudine sull’arrivo in salita di Annecy-Semnoz con 18” su Joaquim Rodrìguez e 29” su un Chris Froome all’ultimo ostacolo della corsa verso il trionfo di Parigi, conquista la maglia a pois e balza al secondo posto in classifica. Grande protagonista anche il catalano della Katusha che a sua volta sale sul gradino più basso del podio scalzando il grande sconfitto di questo Tour, Alberto Contador, solo 7° di tappa con un ritardo di 2′27”.

Foto copertina: la gioia di Quintana sul traguardo di Annecy / Semnoz (foto AFP)

La 20a tappa del Tour de France, 125 km da Annecy ad Annecy-Semnoz, si presentava come l’ultima occasione per gli uomini di classifica di poter fare la differenza prima della passerella finale di Parigi, in virtù dell’ascesa conclusiva di 10,7 km all’8,5% di pendenza media, ma con tratti decisamente più impegnativi nella fase iniziale e negli ultimi 2 km, preceduta da altri 5 gran premi della montagna, sia pure tutti decisamente abbordabili, ad eccezione del Col de Revard la cui vetta era posta a 47 km dal traguardo. Ancora una volta gli scatti sono iniziati al km 0 grazie al solito Pierre Rolland (Europcar), alla disperata caccia della maglia a pois sebbene i ben 50 punti previsti per chi passava in testa su tutti i traguardi parziali non gli lasciassero chance, specie in virtù dell’enorme sforzo sostenuto dal francese nella frazione di Le Grand Bornand. A lui si sono accodati altri tre attaccanti di razza come Marcus Burghardt (Bmc), Jens Voigt (RadioShack) e Juan Antonio Flecha (Vacansoleil) e più avanti anche il trionfatore dell’Alpe d’Huez Christophe Riblon (Ag2r), Simon Clarke (Orica-GreenEdge), Igor Antón e Mikel Astarloza (Euskaltel) e Pavel Brutt (Katusha) ma fin da subito è apparso chiaro che questi atleti non avrebbero avuto alcuna possibilità di arrivare al traguardo per via del gran lavoro della Movistar, fermamente decisa a conquistare la tappa e la piazza d’onore della generale con Nairo Quintana che alla vigilia era 3° a 5′32” dal leader Chris Froome (Team Sky), con Alberto Contador e Roman Kreuziger (Saxo-Tinkoff) rispettivamente 2° e 4° a 5′11” e 5′44” e Joaquim Rodrìguez (Katusha) 5° a 5′58”. Fino ai piedi del Col de Revard la compagine iberica ha, infatti, concesso non più di 1′30” al gruppo dei battistrada, nel quale Rolland ha cercato di raccogliere più punti possibili per la classifica degli scalatori ma ha dovuto fare i conti con Antón, che difendeva il piazzamento nella speciale graduatoria del suo compagno Mikel Nieve. Tra l’altro, in una delle volate ha stretto bruscamente il corridore basco che ha rischiato di cadere ma non vi sono state in seguito altri screzi tra i due.
Sulle prime rampe del Revard si è scatenato uno straordinario Voigt che, a dispetto dei 42 anni e della presenza nel gruppetto di testa di atleti sulla carta più avvezzi alla salita, ha prodotto una progressione che ha stroncato la resistenza dei compagni di fuga e ha proseguito nell’azione con Antón che ha tentato vanamente di inseguirlo mentre gli altri, ad eccezione di Flecha e Astarloza ripresi e staccati dal gruppo, sono stati raggiunti dalla coppia della Bmc composta da Philippe Gilbert e Tejay Van Garderen, che per qualche centinaio di metri ha proseguito nell’azione ma poi intelligentemente ha rallentato in modo da tenere con sè Burghardt e il campione del mondo per i 20 km di pianura che separavano la fine della discesa dalla salita finale, e più avanti anche da Alexis Vuillermoz (Sojasun), evaso da un plotone in cui la Movistar ha a sua volta calato l’andatura in modo da rimanere più compatta possibile in vista del tratto successivo. Ciò nonostaste ha perso diversi elementi tra cui tutti i velocisti ma anche un deludentissimo Thomas De Gendt (Vacansoleil) che, se si eccettua il terzo posto nella crono di Mont-Saint-Michel, ha avuto un rendimento lontano anni luce da quello che gli aveva consentito di salire sul podio al Giro 2012 con tanto di impresa nella tappa dello Stelvio.
Voigt ha scollinato con circa 40” su Antón, 2′ sul gruppo di Van Garderen e Rolland che ha riassorbito il basco nella successiva discesa e 3′30” su un plotone nel quale ha iniziato a tirare anche la Katusha con Eduard Vorganov e un Brutt che si è fatto riprendere dopo non aver mai collaborato nella fuga. Malgrado il gran lavoro di Gilbert, Burghardt e Gautier per i rispettivi capitani non c’è stato nulla da fare per il gruppetto inseguitore, ripreso ai piedi della salita finale, nè per il veterano tedesco costretto ad arrendersi poco dopo. Su uno strappetto che precedeva l’ascesa vera e propria, una prima violenta accelerata del Team Sky, rimasto sempre a ruota fino a quel momento, ha ridotto il gruppo a una trentina di elementi dopo di che ha preso in mano l’iniziativa la Movistar con il vincitore di ieri Rui Alberto Faria da Costa e Alejandro Valverde autori di un forcing al quale fin da subito hanno resistito i soli Quintana, Rodrìguez, Contador, Kreuziger, Froome e Richie Porte (Team Sky), sempre presente al fianco della maglia gialla. Ai -9 anche il ceco è stato costretto a cedere e qualche centinaio di metri dopo Rodriguez è scattato con Quintana alla sua ruota. Froome ha inizialmente esitato ma poi si è portato sui due e ha contrattaccato con una delle sue proverbiali accelerazioni, alle quali comunque sia lo spagnolo sia il colombiano sono riusciti a resistere, mentre Contador ha per l’ennesima volta in questo Tour prestato il fianco rimanendo insieme a Porte con Valverde poco più avanti e ha visto sfumare il suo piazzamento da podio. A poco è servito l’aiuto di Kreuziger che è rinvenuto sul madrileno e ha iniziato a scandire un passo nettamente inferiore rispetto a quello degli uomini di testa.
Il più interessato a imporre un ritmo elevato per distanziare il più possibile i due atleti della Saxo-Tinkoff era Rodrìguez che, non curandosi più della vittoria di tappa, si è portato al comando con Quintana e Froome sempre a ruota fino a 1 km dall’arrivo, quando nuovamente la maglia gialla ha cercato di fare il vuoto. Come già avvenuto sull’Alpe d’Huez l’anglo-keniano ha però sopravvalutato le proprie forze ed è rimasto impotente di fronte al contrattacco di Quintana, che si è prodotto in un finale impressionante conquistando finalmente un successo cercato lungo tutto l’arco del Tour de France con 18” su Rodrìguez e 29” su un Froome che non ha neppure retto al ritorno del catalano, palesando dunque un nuovo leggero cedimento che provocherà forse un certo rimpianto nei rivali per non averlo attaccato a fondo nella tappa di Le Grand Bornand. Con la vittoria di tappa il colombiano è salito al secondo posto nella generale e ha conquistato la maglia a pois, oltre ad aver consolidato il vantaggio in quella bianca di miglior giovane che si era ormai assicurato da giorni. Tutti gli altri hanno chiuso con distacchi pesantissimi, specie alla luce della brevità della tappa e della non eccessiva durezza delle salite che precedevano quella di Annecy-Semnoz: Valverde si è piazzato 4° a 1′42”, Porte 5° a 2′17”, un Andrew Talansky (Garmin-Sharp) che ha chiuso in crescendo sia la tappa sia la Grande Boucle (dopo due settimane iniziali sotto tono) 6° a 2′27”, Contador 7° a 2′28” e un ritrovato John Gadret (Ag2r) 8° a 2′48” all’interno di un’ottima prova di squadra della formazione transalpina con Romain Bardet 11° a 3′01” e un incredibile Riblon 12° a 3′22” (malgrado le energie spese durante la fuga), mentre Kreuziger ha ceduto nel finale chiudendo 10° a 2′55” nella scia del compagno Jesus Hernàndez. Bauke Mollema (Belkin) e Jacob Fuglsang (Astana), rispettivamente sesto e settimo della generale, si sono, invece, marcati lungo tutta l’ascesa e hanno chiuso appaiati al 16° e 17° posto con un ritardo di 3′56”.
Salvo improbabili incidenti Froome è dunque, confermando i pronostici della vigilia, il vincitore del Tour de France numero 100 con Quintana 2° a 5′03” (grandissimo risultato se si considera che è solo al suo secondo grande Giro), Rodriguez 3° a 5′47” e dunque sul podio in tutte e tre le grandi corse a tappe dopo esserci salito a Giro e Vuelta nel 2012, un Contador mai ai livelli dei giorni migliori come in tutte le corse disputate dopo il rientro dalla squalifica 4° a 7′10”, un Kreuziger che sarebbe probabilmente davanti al madrileno se avesse potuto fare la propria corsa 5° a 8′10”, Mollema 6° a 12′25”, Fuglsang 7° a 13′00” e Valverde che, malgrado i quasi 10′ persi nella tappa di Saint-Amand-Montrond per via dei ventagli, è risalito all’8° posto davanti al connazionale Daniel Navarro (Cofidis) 9° a 16′35” e a Talansky 10° a 18′22”. Con tutte le graduatorie ormai consolidate, compresa quella per la maglia verde già da giorni ipotecata da Peter Sagan (Cannondale), non resta altro sul piatto che aggiudicarsi il prestigioso traguardo di Parigi dove per la prima volta si arriverà in notturna e dove lo slovacco dovrà vedersela con Marcel Kittel (Argos-Shimano), Andrè Greipel (Lotto-Belisol), Mark Cavendish (Omega-QuickStep) che è stato re dei Campi Elisi nelle ultime quattro stagioni consecutive e magari i nostri Roberto Ferrari (Lampre-Merida) e un Daniele Bennati (Saxo-Tinkoff) che è stato l’ultimo azzurro a imporsi a Parigi nel Tour del 2007.

Marco Salonna

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