CONTADOR ILLUDE, MA FROOME NON SI BATTE
Ennesimo successo della maglia gialla che nella durissima crono di Chorges non asfalta la concorrenza come era previsto ma fa la differenza nel tratto finale, imponendosi con 9” sul madrileno, che lo aveva preceduto in tutti i rilevamenti intermedi, 10” su uno strepitoso Joaquim RodrÃguez e 23” su un sempre brillante Roman Kreuziger. Discreta prova di Alessandro De Marchi e Moreno Moser, grande sconfitto del giorno Bauke Mollema che scivola dal 2° al 4° posto della generale alla vigilia delle frazioni alpine.
Foto copertina: sembra pedalere con scioltezza Froome lungo i 32 difficili Km della cronometro di Chorges (foto Bettini)
Dopo l’antipasto della frazione di Gap, in cui gli uomini di classifica si sono dati battaglia del Col de Manse, il Tour de France è entrato nei quattro giorni che saranno decisivi per la conquista della maglia gialla di Parigi con la 17a tappa, una cronometro molto impegnativa di 32 km da Embrun a Chorges con i primi 6,5 km in salita al 6% verso la Côte de Puy-Sanières seguiti da una discesa decisamente tecnica anche per via della sede stradale molto ristretta, da una nuova scalata di 6,9 km al 6,3% verso la Côte de Réallon e infine da 12 km velocissimi, questa volta su strade larghe e con pochissime curve, verso il traguardo. Si temeva alla vigilia per il maltempo ed effettivamente nel primo pomeriggio si è scatenato un acquazzone che però non ha influito più di tanto sul risultato finale con i big, già avvantaggiati dalla tipologia di tracciato, che hanno potuto gareggiare con l’asfalto asciutto e anzi hanno goduto forse di condizioni di vento migliori rispetto agli atleti partiti per primi, il che ha consentito loro di monopolizzare le prime posizioni della graduatoria di tappa.
Dopo le dimostrazioni di forza di Ax 3 Domaines, della crono di Saint Michel e del Mont Ventoux, nonchè di quasi tutte le corse disputate nel 2013, il favorito assoluto era la maglia gialla Chris Froome (Team Sky) che non ha tradito le aspettative, conquistando il suo 13° successo stagionale, senza però fornire la prestazione da extraterrestre che ci si attendeva alla vigilia. L’anglo-keniano non si è preso alcun rischio nella discesa più tecnica, ha oscillato tra la 2a e la 4a posizione nei tre rilevamenti intermedi presenti sul percorso e solo negli ultimi 12 km, grazie anche all’aver sostituito la bici da strada con quella da cronometro in prossimità della vetta della seconda salita, ha sprigionato tutta la sua potenza imponendosi per 9” su un tutt’altro che rassegnato Alberto Contador (Saxo-Tinkoff) che, memore degli innumerevoli successi ottenuti in passato in prove contro il tempo dal percorso analogo a quello di Chorges, è partito fortissimo ed è rimasto al comando fino alla vetta della Côte de Réallon, pagando poi nel finale la scelta di non cambiare bici e forse una distribuzione errata dello sforzo lungo il percorso. La vera sorpresa di giornata è stata però Joaquim RodrÃguez (Katusha) che, dopo aver sofferto sia sui Pirenei che a Mont-Saint-Michel, sembra aver ritrovato quella condizione che gli aveva consentito di dominare l’ultima Vuelta fino al crollo di Fuente Dè, facendo segnare il miglior tempo sulla seconda salita, malgrado a sua volta abbia sostituito il mezzo meccanico proprio in quel frangente, e cogliendo uno strepitoso terzo posto al traguardo a soli 10” da Froome e a meno di 1” da Contador e non è da escludere, alla luce del fatto che il catalano è ancora a secco di successi di tappa, una santa alleanza nei prossimi giorni contro la maglia gialla tra Purito e il madrileno, che potrà contare anche sul supporto di un brillantissimo Roman Kreuziger, che ha chiuso la crono 4° a 23” davanti alla coppia della Movistar formata da Alejandro Valverde, 5° a 30” e tornato ai suoi livelli migliori pur essendo ormai fuori classifica, e da Nairo Quintana 6° a 1′11”; ci si attendeva qualcosa di più dal colombiano che, pagando forse la sua inesperienza, è partito a rilento concedendo già 48” a Contador e a 46” a Froome sulla salita per poi limitare i danni nel resto della prova, il che gli ha consentito di incrementare il suo vantaggio nella classifica dei giovani su Michal Kwiatkowski (Omega-QuickStep), buon 7° a 1′33” davanti a Jacob Fuglsang (Astana) 8° a 1′34”, a Andrew Talansky (Garmin-Sharp) 9° a 1′41” e al redivivo Tejay Van Garderen (Bmc) che, dopo essere naufragato già sui Pirenei, ha tentato di riscattarsi rimanendo a lungo in testa alla classifica parziale ma nulla ha potuto di fronte allo strapotere dei big. Le grandi delusioni di giornata sono state il campione mondiale di specialità Tony Martin (Omega-QuickStep), e e soprattutto i due leader della Belkin Bauke Mollema e Laurens Ten Dam. Il primo, su un percorso decisamente troppo duro per le sue possibilità attuali non è andato oltre il 27° posto a 3′06” da Froome e ha visto sfumare l’imbattibilità stagionale nelle prove contro il tempo. I due alfieri della formazione olandese, invece, già avevano dato qualche segno di cedimento negli ultimi giorni: Mollema, che pure aveva già disputato delle ottime cronometro in questa stagione, ha pagato moltissimo nei tratti all’insù e si è piazzato 11° a 2′09”, perdendo tra l’altro un’ulteriore decina di secondi per essere arrivato lungo in una curva poco prima del traguardo e scendendo dal 2° al 4° posto nella generale mentre il suo compagno ha chiuso 16° a 2′29” immediatamente alle spalle di un Andy Schleck (RadioShack) al di sopra delle aspettative, che si è piazzato 15° a 2′27” perdendo molto terreno in discesa ma risultando uno tra i migliori in salita e può guardare con fiducia a un possibile successo di tappa nei prossimi giorni. In casa Italia si sono ben comportati i due corridori della Cannondale Alessandro De Marchi e Moreno Moser, fin qui del tutto anonimi, che hanno chiuso rispettivamente 20° a 2′42” e 31° a 3′20” da Froome. L’oscar della sfortuna è andato, senza discussione, a Jean-Christophe Pèraud: l’ex biker francese, che si trovava al 9° posto della generale, è infatti caduto durante la ricognizione della mattinata riportando una microfrattura della clavicola destra, ha preso comunque il via e stava facendo registrare un ottimo tempo ma, nella stessa curva in cui c’è stato il dritto di Mollema, è finito nuovamente in terra battendo la stessa clavicola ed è stato costretto al ritiro.
La nuova classifica generale vede Froome portare il suo vantaggio a 4′34” su Contador e 4′51” su Kreuziger che possono contare a loro volta su un discreto margine di sicurezza su Mollema (4° a 6′23”), Quintana (5° a 6′58”) e Rodriguez (6° a 7′21”) in vista delle tre consecutive frazioni alpine. Si comincia con la 18a tappa, 172,5 km da Gap all’Alpe d’Huez in cui verranno scalati il Col de Manse, dal versante opposto rispetto a quello di due giorni prima, la Rampe du Motty e il Col d’Ornon in vista della doppia ascesa finale verso quella che è divenuta una delle salite simbolo del Tour de France, con la propaggine del Col du Sarenne subito dopo il primo passaggi. La successiva discesa è tuttavia estremamente tecnica e a detta di molti corridori, su tutti Tony Martin che si era espresso in tal senso al recente Giro del Delfinato, anche pericolosa e in caso di avverse condizioni meteo gli organizzatori potrebbero decidere di far terminare la corsa in coincidenza con il primo passaggio sull’Alpe d’Huez, nel qual caso la tappa verrebbe accorciata a 122,5 km il che non gioverebbe allo spettacolo nè al contenuto tecnico della corsa.
Marco Salonna