ASSOLO DI RUI COSTA, CONTADOR PUNGE FROOME
Il portoghese della Movistar si aggiudica la tappa di Gap distanziando sul Col de Manse i 25 compagni di fuga, tra cui i nostri Manuele Mori e Manuel Quinziato, e giungendo in solitudine con 42” su Christophe Riblon e Arnold Jeannesson mentre il madrileno della Saxo-Tinkoff attacca ripetutamente la maglia gialla che riesce però a resistere alla pari degli altri uomini di classifica, ad eccezione di Laurens Ten Dam e Jacob Fuglsang che accusano 1′ di ritardo.
Foto copertina: parla portoghese il classico traguardo di Gap (foto AFP)
Dopo l’ennesima dimostrazione di forza fornita da Chris Froome (Team Sky) sul Mont Ventoux e il secondo giorno di riposo il Tour de France è ripartito con una frazione adatta alle fughe da lontano, 168 km da Vaison-La-Romaine a Gap con le abbordabili ascese di Côte de la Montagne de Bluye e Col de Macuègne nella fase iniziale e soprattutto con un finale particolarmente insidioso, caratterizzato dall’ascesa, a sua volta tutt’altro che proibitiva in termini di pendenze ma lunga comunque quasi 10 km, del Col de Manse e dalla successiva tecnica discesa, lungo la quale nel 2003 Joseba Beloki cadde rovinosamente interrompendo la sua carriera ad alti livelli e costringendo Lance Armstrong a un’escursione per prati. Nello stesso luogo, nel 2011 Cadel Evans attaccò sull’asfalto bagnato insieme a Samuel Sanchez e Alberto Contador, rifilando ad Andy Schleck oltre 1′, azione che si rivelò forse decisiva per la conquista della maglia gialla di Parigi da parte dell’australiano a discapito del lussemburghese. Il primo a partire subito dopo l’abbassamento della bandierina da parte di Christian Preudhomme è stato il 3° della generale dell’ultimo Giro d’Italia Thomas De Gendt (Vacansoleil), apparso nuovamente in palla nelle ultime tappe dopo un avvio di Grande Boucle sotto tono, e si è ben presto formato un gruppone di oltre 30 atleti tra i quali Alejandro Valverde (Movistar), la maglia verde Peter Sagan (Cannondale), Thomas Voeckler (Europcar) e Ryder Hesjedal e Tony Martin (Garmin-Sharp) ma la presenza dell’irlandese, 11° nella generale a 8′28” da Froome, ha costretto ad inseguire il Team Sky che ha annullato il tentativo, coadiuvato dalla Fdj che non era riuscita a inserire nessun uomo davanti. I soli Andreas Klöden (RadioShack) e Adam Hansen (Lotto-Belisol) sono riusciti a mantenersi in avanscoperta e nel tratto in falsopiano che precedeva il Col de Macuègne sono stati raggiunti da altri 24 corridori vale a dire De Gendt e Johnny Hoogerland (Vacansoleil), Voeckler e Cyril Gautier (Europcar), Tony Gallopin e Laurent Didier (RadioShack), Christophe Riblon e Blel Kadri (Ag2r), Jérôme Coppel e Daniel Navarro (Cofidis), Cameron Meyer e Michael Albasini (Orica-GreenEdge), il campione del mondo Philippe Gilbert e il bolzanino Manuel Quinziato (Bmc), Rui Alberto Faria da Costa (Movistar), Jean Marc Marino (Sojasun), Mikel Astarloza (Euskaltel), Tom Dumoulin (Argos-Shimano), Nicolas Roche (Saxo-Tinkoff), Peter Velits (Omega-QuickStep), Ramunas Navardauskas (Garmin-Sharp), Arnold Jeannesson (Fdj) e l’empolese Manuele Mori (Lampre-Merida), figlio di quel Primo Mori che a Gap riuscì ad imporsi in una tappa del Tour 1970. Questa volta il gruppo, con i battistrada tutti lontani in classifica generale e le sole Cannondale, Belkin e Astana non rappresentate nella fuga oltre al Team Sky, ha dato disco verde e gli uomini di testa hanno potuto guadagnare fino a 12′ e giocarsi così il successo nei confronti di un plotone nel quale la formazione della maglia gialla si è limitata a controllare la situazione.
I fuggitivi hanno proseguito di comune accordo – con i tre uomini della RadioShack particolarmente attivi per via del discorso della classifica a squadre in cui al termine della tappa la formazione statunitense scavalcherà in vetta la Saxo-Tinkoff – fino a 35 km dal traguardo quando Kadri e Marino si sono avvantaggiati senza però riuscire a guadagnare più di 20”, grazie soprattutto al lavoro di Quinziato per Gilbert e di De Gendt per Hoogerland, anche se con il senno di poi sarebbe stato meglio per la Vacansoleil se fosse stato il campione olandese a mettersi al servizio di un compagno di squadra decisamente più brillante. Sulle prime rampe del Col de Manse hanno provato a fare la differenza prima il vincitore del tappa di Pescara al Giro Hansen, che ha raggiunto e superato Kadri e Marino, e poi un Coppel finalmente pimpante in una stagione fin qui deficitaria: per entrambi non c’è stato nulla da fare di fronte a un Rui Costa formato Giro di Svizzera, che a 6 km dalla vetta ha sfoderato una progressione che non ha lasciato scampo, con il francese rimasto a inseguire insieme a Jeannesson, Riblon e Klöden mentre ancora più indietro sono rimasti tra gli altri Gilbert, Roche, Velits, Navarro e Voeckler, tutti al di sotto del loro normale standard (in particolare l’alsaziano che lungo queste rampe due anni fa aveva difeso eroicamente la sua maglia gialla). In ogni caso Rui Costa ha continuato a incrementare il proprio vantaggio e al traguardo ha colto la sua seconda vittoria al Tour dopo quella di Superbesse nel 2011, riscattando la debacle di Saint-Amand-Montrond in cui, al pari di Valverde, era uscito dalle zone alte della generale per via dei ventagli. Il portoghese ha preceduto di 42” Riblon e Jeannesson, comunque primi francesi a salire sul podio in una tappa di questo Tour, nonchè Coppel e Klöden con Dumoulin 6° a 1′00”, Astarloza 7° a 1′01”, Gilbert 8° a 1′04” e via via tutti gli altri fuggitivi con Mori 22° a 3′34” e Quinziato 26° a 5′27”.
Alle spalle dei battistrada si è consumata sul Col de Manse anche la battaglia tra i big per merito dapprima di Joaquim RodrÃguez (Katusha), che ha messo davanti a sè i compagni Eduard Vorganov e Daniel Moreno prima di partire in prima persona, e poi soprattutto di Alberto Contador (Saxo-Tinkoff) che, un po’ come avvenuto due anni fa, ha operato per ben tre scatti senza però riuscire a scalfire la resistenza di Froome e neppure quella del suo luogotenente Richie Porte, che solo in prossimità dello scollinamento ha perso qualche decina di metri ma è prontamente rientrato. Anche Valverde e Nairo Quintana (Movistar), RodrÃguez, l’altro uomo di classifica della Saxo Roman Kreuziger e, sia pure dando l’impressione di faticare parecchio, il secondo della generale Bauke Mollema (Belkin) hanno retto alle accelerazioni del madrileno mentre ha perso contatto fin da subito Michal Kwiatkowski (Omega-QuickStep) e più avanti anche Laurens Ten Dam (Belkin), Jacob Fuglsang (Astana) e Jean-Christophe Péraud (Ag2r), rispettivamente 5°, 7° e 9° della generale. In discesa Contador, tentando di forzare ancora il ritmo, è rimasto vittima di una caduta senza conseguenze costringendo anche Froome, che si trovava alla sua ruota, a mettere il piede a terra ma entrambi sono rientrati quando mancavano 3 km grazie all’aiuto di Porte: al traguardo il gruppetto regolato da Quintana ha chiuso con un distacco di 11′08” da Rui Costa e ha rifilato 1′ esatto a quello di Ten Dam, Fuglsang e Péraud che comprendeva anche Cadel Evans (Bmc) e Daniel Martin, 1′39” a quello con Kwiatkowski e Mikel Nieve (Euskaltel), che nell’occasione indossava la maglia a pois pur essendo 3° nella classifica degli scalatori dietro a Froome e Quintana, e 1′53” a quello di un Andy Schleck (RadioShack) ormai definitivamente fuori dai giochi dopo il crollo del Mont Ventoux.
La nuova classifica generale vede sempre Froome condurre con 4′14” su Mollema, 4′25” su Contador, 4′28” su Kreuziger e 5′47” su un Quintana che ha scavalcato Ten Dam ora 6° a 5′54”, tutto questo alla vigilia di un finale di Tour che si presenta massacrante, con le tre tappe alpine consecutive dell’Alpe d’Huez, di Le Grand Bornand e di Annecy che verranno precedute dalla durissima cronometro di 32 km che da Embrun porterà a Chorges. I primi 6,5 km sono tutti in salita al 6% verso la Côte de Puy-Sanières e verranno seguiti da una discesa decisamente tecnica, da una nuova ascesa di 6,9 km al 6,3% verso la Côte de Réallon e da qualche km ancora in falsopiano all’insù prima degli ultimi 8 km nuovamente in discesa, più scorrevole della precedente, verso il traguardo. Inutile dire Froome avrà l’occasione di infliggere nuovamente pesanti distacchi ai rivali, anche se Contador in passato si esaltava su questo tipo di percorsi, mentre uno scalatore puro come Quintana potrà difendersi al meglio e Tony Martin (Omega-QuickStep) farà di tutto per conservare l’imbattibilità stagionale nelle prove contro il tempo.
Marco Salonna