SOLO MARTIN ANTICIPA FROOME NELLA CRONO DI MONT-SAINT-MICHEL
La prova contro il tempo di Mont-Saint-Michel ha visto Tony Martin e Chris Froome nettamente superiori a tutti gli altri, con il campione del mondo che ha preceduto la maglia gialla di soli 12”. Tutti gli altri, guidati da un sorprendente De Gendt, sono rimasti a oltre un minuto di ritardo, con il Tour che prende decisamente la strada verso il capitano del Team Sky.
Foto copertina: Tony Martin sfreccia davanti all’incantevole abbazia di Mont-Saint-Michel (foto AFP)
L’undicesima tappa del Tour ha visto i corridori impegnati in una cronometro individuale di 33 Km da Avranches a Mont-Saint-Michel, molto veloce e adatta agli specialisti. Il protagonista atteso di giornata, nonostante le numerose escoriazioni dovute alla caduta nella prima tappa, era il campione del mondo Tony Martin (OmegaPharma – QuickStep), partito alle 12:36 e subito mattatore nei passaggi al primo intermedio (a Ducey, Km 9,5), al secondo intermedio (a Courtils, Km 22) e all’arrivo. La prestazione del tedesco, che ha fermato il cronometro sul tempo di 36’29” alla media eccezionale di 54,27 Km/h, è apparsa fin da subito difficilmente avvicinabile, in quanto frutto di un andamento estremamente regolare e omogeneo, con un’ottima distribuzione dello sforzo sia nella prima parte leggermente vallonata che nella seconda più scorrevole.
Nel susseguirsi delle partenze, in attesa dei big della classifica generale, si sono segnalati un ritrovato Thomas De Gendt (Vacansoleil-DCM, 37’30” il suo tempo al traguardo), capace di chiudere al terzo posto di tappa, e Peter Sagan (Cannondale, 38’47”), impegnatosi al massimo nella speranza di conquistare un posto tra i primi quindici di giornata e pertanto qualche punto per la maglia verde (missione sfiorata per soli 3”, equivalente al 17° posto). Tra gli specialisti delle prove contro il tempo hanno ottenuto ottimi tempi Michal Kwiatkowsi (OmegaPharma, 5° in 38’00”), Svein Tuft (Orica GreenEdge, 6° in 38’04”), Sylvain Chavanel (OmegaPharma, 7° in 38’06”), Jérémy Roy (FDJ, 8 in 38’12”) e Tom Dumoulin (Argos-Shimano, 9° in 38’14”).
Se Richie Porte (Sky, 4° in 37’50”) ha dimostrato una ripresa dopo la crisi sui Pirenei, confermano le loro difficoltà di forma Alberto Contador (Saxo-Tinkoff, 15° in 38’44”) e Cadel Evans (BMC, 21° 38’59”). Altri atleti che hanno pagato pesantemente dazio, in linea con le proprie caratteristiche da scalatori ma forse più del previsto, sono Nairo Quintana (Movistar, 39’57”), Joaquin Rodriguez (Katusha, 39’58”) e Andy Schleck (RadioShack Leopard, 41’13”), che perdono diverse posizioni nella classifica generale. Positive e in linea con le attese, tra gli atleti in lotta per la classifica, le prove di Bauke Mollema (Belkin, 38’34”), Alejandro Valverde (Movistar, 38’41”), Roman Kreuziger (Saxo-Tinkoff, 38’47”) e Laurens Ten Dam (Belkin, 39’01”). Sul fronte dei corridori italiani, dopo l’uscita di scena in questo Tour di Adriano Malori (Lampre Merida) a causa di una sciatalgia, il migliore di giornata è stato Manuel Quinziato (BMC, 57° in 39’58”).
Grandissimo spettacolo ha dato la maglia gialla, capace di tener testa al campione del mondo, nonostante una situazione climatica sfavorevole a causa di un vento più fastidioso nella parte finale della cronometro: Froome è transitato con un solo secondo di vantaggio su Martin al primo intermedio, incrementandolo a 2” al secondo intermedio e chiudendo all’arrivo in 36’41”, a soli 11,85” dal tedesco. Il britannico ha comunque scavato un grande solco tra sé e i rivali nella classifica generale, dove precede ora Valverde di 3’25”, Mollema di 3’37”, Contador di 3’54”, Kreuziger di 3’57” e Ten Dam di 4’10”. Nella lotta per la maglia bianca Kwiatkowski torna davanti a Quintana (rispettivamente 7° e 8° in classifica).
Il Tour de France proseguirà domani con la dodicesima tappa, da Fougères a Tours per 218 Km senza nemmeno un GPM e destinata quindi, con ogni probabilità, a concludersi in volata. Per ritrovare lotta tra i contendenti alla maglia gialla bisognerà aspettare la tappa mossa e insidiosa di sabato e, soprattutto, l’arrivo in vetta al Mont Ventoux di Domenica.
Giorgio Vedovati