FESTEGGIA MARA ABBOTT, ALLA VAN DIJK LA CRONO FINALE
Cronometro conclusiva dominata dalla specialista olandese Ellen Van Dijk. Passerella d’onore per Mara Abbott che porta a casa la sua seconda Maglia Rosa in carriera, podio finale completato da Tatiana Guderzo e Claudia Hausler. Maglia Bianca a Francesca Cauz, dolce rivelazione di questa edizione
La tappa finale di questa edizione del Giro Rosa vede la vittoria nella cronometro di 16 Km di Cremona della specialista Ellen Van Dijk, la campionessa olandese contro il tempo, che ha coperto la distanza in 21’12” ad una media oraria di 47,253 Km. Alle sue spalle occupa la piazza d’onore a 34” Evelyn Stevens, forse insieme alla Vos una delle sconfitte di questo Giro, partita con la livrea di favorita ma mai brillata lungo le strade della corsa. Chiude il podio di giornata Shara Gillow, che ha concluso la sua prova pagando 52” di ritardo dalla olandese. Mara Abbott è riuscita a rintuzzare un disperato tentativo di rimonta di Tatiana Guderzo, che è riuscita a rosicchiare ben oltre un minuto alla maglia rosa, ma il vantaggio accumulato sulle grandi salite ha permesso alla ciclista della nazionale a stelle e strisce di chiudere comunque con 1’33” sull’azzurra e portare a casa, oltre alla Maglia Verde di miglior scalatrice, la sua seconda Maglia Rosa in carriera (aveva già vinto il Giro nel 2010). Dunque un ottimo secondo posto senza rimpianti né recriminazioni per una Tatiana Guderzo – per lei la Maglia Blu di Miglior Italiana – che più di così sinceramente non avrebbe potuto fare, mentre peccato per il terzo gradino del podio finale conquistato da Claudia Hausler ma fino a 2 giorni fa occupato dalla Luperini, esclusa dal Giro per una leggerezza burocratica, il peso della bici di qualche grammo inferiore al limite consentito.
Mezza sconfitta per Marianne Vos che si porta comunque a casa la Maglia Ciclamino della classifica a punti annoverando in questa edizione ben 3 successi e 2 secondi posti. Ma, visto come era partita, da lei era lecito attendersi qualcosa di più sulle grandi salite e per la generale.
Perde, invece, posizioni importanti in classifica in una specialità che non le si addice una delle rivelazioni di questa edizione 2013, la trevigiana classe 1992 Francesca Cauz, scattata dalla quarta piazza e scivolata alla fine al settimo posto; la ventenne di Conegliano ha senza dubbio, però, tutto il tempo e il modo di perfezionarsi e rinnovare con successo un movimento italiano che in questi anni ci ha regalato grandi campionesse come Fabiana Luperini, dal 95 ad oggi capace di vincere ben 5 Giri d’Italia – il primo quando la Cauz aveva poco più di 2 anni – e Medaglia d’Oro al Valore Atletico per 3 anni, Tatiana Guderzo, bronzo olimpico a Pechino 2008, Oro europeo a Otepaa 2004 e mondiale a Mendrisio 2009, e Giorgia Bronzini, iridata a Melbourne 2010 e Copenaghen 2011 su strada e a Pruszkow 2009 su pista, specialità in cui ha vinto anche 3 edizioni di Coppa del Mondo.
Il presente del movimento ciclistico femminile italiano è roseo, o forse sarebbe meglio dire rosa: anche le basi per il futuro però non sono da meno.
Lorenzo Alessandri
Twitter @LorenzoAleLS7