FROOME-PORTE: SKY GIA’ PADRONA
La squadra britannica monopolizza la prima frazione pirenaica, conquistando tappa e maglia gialla con Chris Froome e la seconda piazza con Richie Porte. Ad oltre un minuto tutti gli altri, con Valverde 3°, davanti a Mollema, Ten Dam e Nieve. Crolla a quasi 2’ Contador, ancora più lontani Rodriguez, Schleck ed Evans. Domani seconda tappa di montagna, con cinque colli da scalare prima dell’arrivo di Bagnères-de-Bigorre.
Foto copertina: L’arrivo di Chris Froome, dominatore del primo appuntamento pirenaico (foto AFP)
Il Team Sky ricomincia da dove aveva lasciato dodici mesi fa: i panni che nella scorsa edizione erano stati di Wiggins passano ora a Froome, che cede a sua volta quelli di seconda punta a Richie Porte, apripista dei due l’anno passato. L’arrivo di Ax-3-Domaines, anziché rappresentare il primo atto del tanto atteso e ancor più pubblicizzato duello tra Froome e Contador, si è risolto in un affare interno alla corazzata britannica, capace di conquistare una pronosticabile accoppiata tappa-maglia con il suo leader, e un’assai meno prevista piazza d’onore con il tanzaniano, che pure aveva speso molto per spianare la strada all’affondo del capitano.
Le intenzioni bellicose degli antennisti si erano già manifestate sul Col de Pailhères, splendida ascesa spesso mortificata dalla condotta del gruppo, oggi invece approcciata di buona lena dagli uomini di Murdoch, stuzzicati anche dagli scatti susseguitisi prima del previsto in testa al plotone. Gesink ha aperto le danze, impiegando però poche pedalate per confermare la sua sconcertante involuzione; Voeckler lo ha imitato poco dopo, ritrovandosi in pochi chilometri a guardare la coda del gruppo. L’affondo buono è stato il terzo, portato da Nairo Quintana intorno a metà salita: il colombiano ha passato di slancio i due, già in affanno, e Christophe Riblon, ultimo reduce della fuga della prima ora, promossa insieme a Jean-Marc Marino, Johnny Hoogerland e Rudy Molard. Lo scudiero di Alejandro Valverde, inseguito da Kiryenka prima e Kennaugh poi, ha guadagnato poco più di un minuto sul plotone, dal quale era nel frattempo evaso Pierre Rolland, scollinato ad una trentina di secondi dal battistrada.
La non perfetta discesa di Quintana ha consentito il rientro del francese, quando però le sagome nere degli Skyborg incombevano ormai sulla coppia. Kennaugh ha lasciato spazio a Porte, capace in un paio di chilometri falcidiare la pattuglia degli aspiranti al podio: dopo aver perso Van Garderen sul Pailhères, la BMC ha visto cedere anche Cadel Evans, mentre poco più tardi è toccato a Schleck, Fuglsang e Rodriguez. Il tanto agognato duello è invece sfumato a 5 km dal traguardo, quando l’ennesima bordata di Porte ha messo fuori causa anche Alberto Contador, costretto ad aggrapparsi al traino di un generosissimo Kreuziger e a vedersi sfilare da Valverde, Mollema e Nieve, mentre le sagome del duo Sky si dileguavano rapidamente.
Preso atto della crisi dell’avversario più quotato, Froome ha rotto gli indugi, forse in anticipo sui piani della vigilia, passando a velocità doppia uno stremato Quintana, e rifilando in breve distacchi pesanti e forse non preventivati, dilatatisi fino al traguardo. È stato forse Porte, però, ad infliggere agli avversari il colpo psicologicamente più grave, involandosi verso la seconda piazza, distanziando a sua volta, con apparente facilità , i grandi del Tour.
L’ordine d’arrivo obbliga a riscrivere le gerarchie della corsa: l’unico ad accusare meno di un minuto da Froome è stato il suo luogotenente, staccato di 51’’; i migliori della pattuglia spagnola non si sono dimostrati i più temuti Contador e Rodriguez, ma un Valverde in formato Vuelta 2012, 3° a 1’08’’, e il più inaffidabile che sorprendente Nieve, 6° a 1’34’’; nel mezzo, la coppia olandese del team Belkin composta da Mollema e Ten Dam, distanziati rispettivamente di 1’10’’ e 1’16’’. Il passivo di Contador è stato alla fine di 1’45’’, buono per tagliare il traguardo in compagnia di Quintana e Anton, oltre ad un Kreuziger che avrebbe probabilmente avuto nelle gambe un risultato diverso.
La nuova classifica generale ricalca naturalmente da vicino quella di tappa, con Froome e Porte – distanziati fra loro degli stessi 51’’ – a precedere Valverde (1’25’’), Mollema (1’44’’), Ten Dam (1’50’’) e la coppia Kreuziger-Contador (1’51’’) e Quintana (2’02’’). Distacchi ancora troppo contenuti per cedere alla tentazione di parlare di Tour finito, benché il sospetto che la dittatura Sky si ripeta si faccia sempre più fondato. Fiammelle di speranza possono essere rappresentate dal livello forse inferiore del cast di supporto ai leader, dove Rogers e il Porte gregario del 2012 non sembrano poter essere del tutto rimpiazzati dai pur ottimi Kiryenka e Kennaugh, e dalla presenza di molte squadre plurirappresentate nelle zone alte della classifica, quali Movistar, Saxo Bank, Euskaltel, Belkin e Garmin. Non sarà molto, ma, imprevisti e classe di alcuni avversari a parte, è forse tutto ciò che ancora obbliga la truppa di Murdoch a frenare l’entusiasmo.
Portet d’Aspet, Menté, Peyresourde, Val Louron-Azet e Hourquette d’Ancizan, in programma domani, potrebbero già stuzzicare qualche coraggioso assetato di rivincita, e rappresentano forse un eventuale terreno d’attacco più favorevole – in quanto meno controllabile – dei pur più impegnativi Mont Ventoux e Alpe d’Huez. L’orgoglio di Contador è il più indiziato a ribellarsi e dare battaglia. Sempre che la scoppola oggi inflitta da Froome e compagni al resto del gruppo non sia ancora troppo fresca, perfino per lui.
Matteo Novarini