I DUE VOLTI DELLA LOTTO-BELISOL: TRIONFA GREIPEL, ABBANDONA VAN DEN BROECK
Il neo campione tedesco, ben spalleggiato da Jurgen Roelandts e Gregory Henderson nelle fasi finali, si impone in quel di Montpellier davanti a Peter Sagan, Marcel Kittel e a un Marc Cavendish che non riesce a ripetere il successo del 2011 e dedica la vittoria al compagno di squadra belga, che non ha preso il via in seguito a una caduta nella tappa di Marsiglia. Fuori dai giochi anche Janez Brajkovic che finisce in terra nel finale e perde oltre 10 minuti, leggermente attardato da una foratura Damiano Cunego.
Foto copertina: sopra Greipel in trionfo, sotto Van den Broeck pesto al traguardo di Marsiglia (foto Bettini)
La sesta tappa del Tour de France, 176,5 km da Aix-en-Provence a Montpellier, si presentava sulla carta come una frazione dedicata agli sprinter con un unico gpm di 4a categoria posto nella prima metà del percorso ma la vera insidia era rappresentata dal vento di maestrale piuttosto forte che, per lunghi tratti, ha spirato lateralmente rispetto al senso di marcia dei corridori e che già quattro anni fa, lungo queste stesse strade, favorì un attacco a sorpresa di Lance Armstrong nei confronti di Alberto Contador, allora suo compagno-rivale all’Astana, che perse in quell’occasione 41” dal texano sul traguardo di La Grande-Motte ma riuscì ugualmente a conquistare la maglia gialla di Parigi. Questa volta, in realtà , i temuti ventagli non si sono verificati ma l’andamento tattico della corsa è stato comunque stravolto, con il solo Luis Angel Mate Mardones (Cofidis) che è andato in avanscoperta nelle prime battute ma dopo una cinquantina di km ha scelto di farsi riassorbire da un gruppo che ha proceduto costantemente ad un’andatura piuttosto sostenuta della quale ha fatto le spese Nacer Bouhanni (Fdj), sofferente a un ginocchio in seguito alla caduta sul rettilineo d’arrivo di Marsiglia e costretto al ritiro dopo aver perso contatto fin dalle prime fasi di gara; peraltro il franco-algerino non è stato l’unico ad alzare bandiera bianca visto che più avanti ha abbandonato anche Fredrik Kessiakoff (Astana) e che non hanno preso il via Maxime Bouet (Ag2r), che pure avrebbe corso sulle strade di casa, e soprattutto Jurgen Van Den Broeck (Lotto-Belisol), quarto in classifica generale nel 2012, coinvolto nella stessa caduta di Bouhanni che gli ha procurato un grosso ematoma a un ginocchio destro.
Con le squadre degli uomini di classifica (a partire dalla Saxo-Tinkoff di Contador e dal Team Sky di Chris Froome ma si è fatta notare anche la RadioShack di un Andy Schleck apparso molto motivato in queste prime giornate) a fare buona guardia in testa al gruppo insieme alle formazioni dei velocisti e all’Orica-GreenEdge della maglia gialla Simon Gerrans, gli unici spunti degni di nota sono stati dunque il successo di André Greipel (Lotto-Belisol) davanti a Mark Cavendish (Omega-QuickStep) nello sprint intermedio, una caduta senza gravi conseguenze del velocista britannico, immediatamente rientrato nel plotone, a circa 30 km dal traguardo e un’altra ben più significativa nel finale di Janez Brajkovic (Astana), che si è rialzato a fatica ed è riuscito a concludere la tappa ma con un distacco di oltre 10 minuti, dicendo così addio alle sue ambizioni di classifica; sfortunato anche Damiano Cunego (Lampre-Merida) che ha forato ai -5 e ha chiuso con un distacco di 54” dal resto del gruppo, vanificando di fatto l’ottima prova della compagine blu-fucsia nella cronosquadre di Nizza.
A differenza di quanto avvenuto a Marsiglia, il treno dell’Omega-QuickStep si è sfaldato negli ultimi km e ad approfittarne è stata la Lotto-Belisol con Jurgen Roelandts e Gregory Henderson a pilotare al meglio Greipel che ha potuto lanciarsi dalla prima posizione: Cavendish, che sul traguardo di Montpellier si era imposto nel 2011, è in ogni caso riuscito in extremis a prendere la ruota del neo campione tedesco ma, forse a causa delle botte riportata nella caduta precedente, la sua progressione non è stata incisiva come al solito e Greipel ha resistito in testa fino al traguardo, cogliendo il suo undicesimo successo in carriera nonchè il quinto al Tour de France. Il 32enne di Rostock ha preceduto la maglia verde Peter Sagan (Cannondale), che per la quarta volta dall’inizio della Grande Boucle è salito sul podio senza però mai riuscire ad alzare le braccia, il vincitore della tappa di Bastia Marcel Kittel (Argos-Shimano), Cavendish e il sorprendente Juan José Lobato (Euskaltel) mentre Roberto Ferrari (Lampre-Merida) ha chiuso al 9° posto e Daryl Impey (Orica-GreenEdge) al 13°, piazzamento che gli ha consentito, grazie anche a un buco di 5” formatosi alle sue spalle, di strappare la maglia gialla al compagno Gerrans e di essere il primo africano nella storia del Tour a indossare il simbolo del primato con 3” di vantaggio su Edvald Boasson Hagen (Team Sky), 5” appunto su Gerrans e sull’altro atleta dell’Orica-GreenEdge Michael Albasini, 6” su Sylvain Chavanel e Michal Kwiatkowski (Omega-QuickStep), 8” su Froome e Richie Porte (Team Sky). La tappa di domani, 205 km da Montpellier ad Albi, presenta quattro gran premi della montagna ma le maggiori difficoltà sono poste nella prima parte del percorso e i velocisti dovrebbero nuovamente giocarsi il successo prima di dare spazio agli uomini di classifica nel weekend che proporrà le due tappe pirenaiche di Ax-3-Domaines e Bagnères de Bigorre.
Marco Salonna