CAVENDISH E OMEGA DETTANO LEGGE A MARSIGLIA
Il campione del mondo di Copenhagen, superbamente supportato dai compagni di squadra, sia nell’inseguimento ai fuggitivi di giornata ripresi a 4 km dal traguardo, sia nella volata finale, si lascia alle spalle i primi difficili giorni di Tour dominando lo sprint davanti all’ex compagno Edvald Boasson Hagen e a Peter Sagan, che consolida la sua maglia verde. Buon quinto posto per il bresciano Roberto Ferrari mentre Simon Gerrans conserva la leadership nella generale.
Foto copertina: Cavendish si è sbloccato e va subito a segno nella prima occasione utile (foto Bettini)
Dopo la cronosquadre di Nizza che ha dato ridisegnato la classifica generale con Simon Gerrans (Orica-GreenEdge) nuovo leader della corsa e i primi distacchi, sia pure ancora nell’ordine di pochi secondi, tra coloro che puntano alla maglia gialla di Parigi il Tour de France è ripartito da Cagnes-sur-Mer per la quinta tappa, 228,5 km accidentati ma comunque alla portata almeno della maggior parte delle ruote veloci con il traguardo posto a Marsiglia, dove in passato si sono imposti i nostri Michele Orecchia, Gino Bartali, Fiorenzo Magni, Luciano Armani e per ultimo nel 1993 Fabio Roscioli, al termine di una fuga interminabile che è entrata nella storia della Grande Boucle.
A tentare di emulare quanto fatto dal marchigiano è stato Thomas De Gendt (Vacansoleil), terzo un anno fa al Giro d’Italia ma già uscito dalle zone alte della classifica generale per via di problemi intestinali accusati nelle tappe in Corsica, scattato subito dopo il km 0 e seguito dal campione mondiale under 23 in carica Alexey Lutsenko (Astana), dal talento fin qui inespresso Romain Sicard (Euskaltel), dall’altro francese Anthony Delaplace (Sojasun) e da una strana coppia dell’Europcar composta dal transalpino di colore Kevin Reza e dal giapponese Yukiya Arashiro, andati in avanscoperta sia per tentare il risultato personale sia per difendere la maglia a pois del loro capitano Pierre Rolland nei quattro gran premi della montagna, tutti di 3a e 4a categoria, disseminati lungo il percorso. I battistrada hanno acquisito fino a ben 13′ di margine e la corsa si è trascinata stancamente fino ai -50 dal traguardo quando il gruppo, distanziato in quel momento ancora di 6′ e tirato piuttosto blandamente dall’Orica-GreenEdge di Gerrans, dalla Lotto-Belisol di Andre Greipel e dall’Argos Shimano di John Degenkolb e Marcel Kittel, ha dato una decisa sferzata all’andatura grazie all’intervento degli uomini della QuickStep di un Marc Cavendish deciso a riscattarsi dopo la caduta nella tappa di Bastia e una bronchite che gli ha impedito di giocarsi le proprie carte nelle due frazioni successive di Ajaccio e Calvi. Davanti un’accelerazione di De Gendt ha fatto sì che Delaplace e Sicard rimanessero staccati ma anche il belga non era in una delle sue giornate migliori e forse troppo tardi se ne sono accorti Reza e Lutsenko che sull’ultima salitella di giornata – il Col de la Ginestre, la cui vetta era posta a 12,5 km dal traguardo – hanno preso il largo ma nulla hanno potuto fare di fronte a un plotone che è rinvenuto di gran carriera e dal quale hanno perso contatto una quarantina di corridori tra cui Kittel e un deludente Matthew Goss (Orica-GreenEdge), mentre Rolland e Jacob Fuglsang (Astana), rimasti coinvolti in una caduta nel tratto finale dell’ascesa, sono prontamente rientrati con l’aiuto dei rispettivi compagni di squadra.
Dopo il ricongiungimento con Lutsenko e Reza, avvenuto ai -4 dal traguardo, si è assistito alla sfida tra il treno della Lotto-Belisol e quello dell’Omega-QuickStep, ormai perfettamente oliato dopo che aveva avuto qualche difficoltà in avvio di stagione, che alla lunga ha avuto la meglio con i soliti Matteo Trentin e Gert Steegmans strepitosi nello spianare la strada a Cavendish, che si è lanciato quando mancavano 200 metri e non ha avuto avversari, conquistando il 14° successo stagionale nonchè il 24° in carriera sulle strade del Tour de France. Alle spalle del fuoriclasse dell’isola di Man hanno chiuso il suo ex compagno di squadra Edvald Boasson Hagen (Team Sky) e la maglia verde Peter Sagan (Cannondale), protagonisti entrambi di una buona rimonta ai danni di Greipel che non è andato oltre il quarto posto davanti a un positivo Matteo Ferrari (Lampre-Merida), autore forse della miglior prestazione di un 2013 fin qui al di sotto delle aspettative, ad Alexander Kristoff (Katusha), a Juan José Lobato (Euskaltel) e a Ramunas Navardauskas (Garmin), mentre a metà gruppo Nacer Bouhanni (Fdj) ha innescato una caduta di massa che non ha comunque influito sulla classifica generale per via della neutralizzazione e nella quale nessun corridore sembra aver avuto gravi conseguenze.
La graduatoria rimane dunque invariata con Gerrans che per via della somma dei piazzamenti mantiene la maglia gialla con lo stesso tempo dei compagni Daryl Impey e Michael Albasini, 1” su Michal Kwiatkowski e Sylvain Chavanel (Omega-QuickStep) e 3” su Boasson Hagen, Chris Froome e Richie Porte (Team Sky). Domani la sesta tappa, 176,5 km quasi completamente piatti da Marsiglia a Montpellier, si presenta come una nuova ghiotta occasione per gli sprinter a partire naturalmente da Cavendish che su questo traguardo si è già imposto nel 2011 davanti a Tyler Farrar e ad Alessandro Petacchi.
Marco Salonna