CAMPIONATI NAZIONALI PER JET: CAVENDISH, GREIPEL E SAGAN A SEGNO
I tre velocisti più quotati per il prossimo Tour de France conquistano i titoli nazionali nei rispettivi paesi, con il britannico capace di imporsi al termine di una lunga fuga. Terzo successo per Devolder in Belgio, mentre Vichot si laurea campione di Francia e Hoogerland stacca tutti in Olanda. L’unica vera sorpresa, fra i campionati maggiori, arriva dalla Spagna, dove il giovanissimo Jesus Herrada beffa le stelle.
Foto copertina: Mark Cavendish taglia da trionfatore il traguardo di Glasgow (foto Gerry McManus)
Poche sorprese nella domenica dedicata a gran parte dei maggiori campionati nazionali, in ritardo di un giorno rispetto alla prova tricolore italiana che ha incoronato Ivan Santaromita. Molti grandi nomi, a meno di una settimana dall’inizio del Tour de France, si sono regalati una maglia da sfoggiare alla Grande Boucle, forte di una condizione ormai vicina a quella ottimale, che costringe a dubitare dei non molti azzurri prossimi alla spedizione transalpina, tutti in ombra in quel di Fondo.
Saranno soprattutto le volate a proporre una varietà di colori diversi da quelli delle abituali divise: Cavendish, Greipel e Sagan, i tre sprinter più attesi, nonché principali indiziati per una maglia verde che il percorso del Tour potrebbe comunque rendere accessibile a corridori d’altro tipo, hanno infatti primeggiato in Gran Bretagna, Germania e Slovacchia, in corse naturalmente molto differenti fra loro.
Il compito più difficile era senz’altro quello di Cannonball, alle prese con un tracciato molto nervoso e privo dell’usuale treno, con il solo Andrew Fenn – classe 1990 – ad offrirgli supporto. Dimostrando una volta di più di essere enormemente cresciuto come corridore a tutto tondo, pur senza perdere la propria supremazia in volata, Cavendish ha saputo però adattarsi all’insolita situazione, passando all’attacco insieme a Swift, Kennaugh e Millar, quando al comando si trovavano Stannard e lo stesso encomiabile Fenn. In una gara contrassegnata da subito da ritmi sostenutissimi, che hanno costretto la giuria a fermare il gruppo ad oltre 60 km dal traguardo per timore di doppiaggi (su un circuito di quasi 15 km), hanno ceduto nel finale Fenn – addirittura ritiratosi -, Swift e Kennaugh, ma non l’ex campione del mondo, capace di resistere ai ripetuti affondi di un Millar in versione vintage, per poi sbarazzarsi con prevedibile facilità dei compagni d’avventura in una volata senza storia.
Meno entusiasmante ma non per questo meno degna di nota l’affermazione di Greipel, che ha sì banalmente vinto in una volata di gruppo, ma dopo aver lottato non poco, sotto una pioggia torrenziale, per restare fra i diciotto rimasti a giocarsi il titolo, per poi piegare nel finale sprinter del calibro di Ciolek e Degenkolb.
Se per i neo-campioni di Gran Bretagna e Germania si trattava di prime volte, quello di Sagan è invece il terzo titolo slovacco consecutivo, agevolato ovviamente da una concorrenza molto inferiore a quella incontrata dai prossimi rivali in Francia. Anche il fuoriclasse di Zilina si è imposto in volata, dopo aver guadagnato un margine già incolmabile pennellando l’ultima curva.
Meno pronosticabile ma meritatissimo il terzo titolo belga di Stijn Devolder, di nuovo vincitore con cadenza triennale, dopo i successi del 2007 e del 2010. Nella gara forse più spettacolare di giornata, nonché probabilmente quella di maggiore spessore tecnico, a premiare il 33enne fiammingo della Radioshack è stata una tattica d’attesa, mantenuta mentre Boonen tentava la fortuna al terzo dei sedici giri previsti, e favoriti come De Gendt, Gilbert e Van den Broeck gettavano energie preziose in attacchi infruttuosi a due terzi di corsa. Devolder è uscito dal letargo soltanto al momento dell’azione decisiva, orchestrata da diciotto corridori ad una cinquantina di chilometri dal termine, piazzando l’affondo solitario decisivo ai -25 dall’arrivo. Inutile, a quel punto, la volata con la quale Gianni Meersman ha regolato Bakelants e Leukemans, mentre Gilbert doveva accontentarsi del sesto posto.
Un’altra splendida gara ha invece premiato Arthur Vichot in Francia, dopo una fuga di 245 km, divenuta solitaria ai 35 dal traguardo. Raggiunto dai più freschi Chavanel e Gallopin all’ultimo giro, l’alfiere FDJ ha trovato ancora la forza di allungare all’ultimo chilometro, trovando nel marcamento a uomo fra gli altri due l’assist necessario per regalarsi un 100° Tour de France in maglia bleu-blanc-rouge.
La palma di sorpresa del giorno va senza dubbio a Jesus Herrada, capace di anticipare Izagirre e Luis Leon Sanchez in Spagna, al termine di una corsa nella quale poco si sono visti gli iberici più attesi sulle strade di Francia. Migliori fra i possibili pretendenti al podio è stato Valverde, 6° al traguardo, penalizzato anche da obblighi di scuderia.
Da segnalare il primo titolo nazionale in carriera per Johnny Hoogerland, che ha reso felici i molti seguaci delle sue gesta spesso tatticamente scriteriate ma mai banali, imponendosi in solitaria davanti a Dumoulin e Langeveld. Saranno debutti anche quelli di Schar, Morkov e Isaychev in maglia di campione svizzero, danese e russo rispettivamente, mentre è un altro tris quello calato da Hushovd in Norvegia, dopo i trionfi del 2004 e del 2010.
I più fortunati potranno mettere in mostra le insegne conquistate fra pochi giorni, al Tour de France, sempre che gli sponsor non impongano squallide modifiche per non offuscare i propri marchi, relegando le bandiere ad invisibili strisce sulle maniche o a biciclette appositamente forgiate per l’evento. Altri, fra cui Devolder e il nostro Santaromita, dovranno attendere altre occasioni, essendo stati esclusi dalle selezioni di Radioshack e BMC. A meno che infortuni o rinunce strategiche, alla luce delle prestazioni offerte dai due nel week-end, non li rimettano in corsa, sarà un peccato non vedere al via della Grande Boucle due dei tricolori più prestigiosi del lotto.
Matteo Novarini