RUI COSTA INARRESTABILE, FLOP BMC
Il portoghese della Movistar domina la durissima crono del Flumserberg davanti a Tanel Kangert e a Bauke Mollema e per il secondo anno consecutivo si aggiudica il Tour de Suisse con 1′02” sull’olandese e 1′10” su Roman Kreuziger che resiste all’assalto di Thibaut Pinot, mentre i grandi sconfitti di giornata sono l’ex maglia gialla Matthias Frank e il suo compagno Tejay Van Garderen che chiudono ben lontani dal podio.
Foto copertina: il portoghese Rui Alberto Faria da Costa in azione sulla salita del Flumserberg (foto Bettini)
Per la settima volta nelle ultime dieci edizioni il Tour de Suisse si è concluso con una cronometro ma, a differenza delle precedenti occasioni, non si è trattato della classica prova contro il tempo su percorso più o meno pianeggiante che spesso ribaltava i verdetti emersi in salita, come avvenuto ad esempio nel 2010, quando Frank Schleck scavalcò Robert Gesink, e nel 2011, quando Levi Leipheimer fece lo stesso con Damiano Cunego, e neppure di una cronoscalata propriamente detta come quella di Klausenpass in cui Roman Kreuziger costruì il suo successo finale nel 2008, ma bensì di una durissima prova di 26,8 km da Bad Ragaz a Flumserberg con i primi 16 km completamente pianeggianti e i successivi tutti in salita con una pendenza media del 9%, affrontati per l’ultima volta in una frazione in linea cinque anni fa con il successo di Igor Antón.
La classifica generale della vigilia, che vedeva Matthias Frank (Bmc) in maglia gialla con 13” su Rui Alberto Faria da Costa (Movistar), 23” su Kreuziger ora alla Saxo-Tinkoff, 44” su Thibaut Pinot (Fdj), 46” su Bauke Mollema (Blanco) e 1′17” sul compagno Tejay Van Garderen, faceva presagire una lotta per il successo finale che si sarebbe decisa sul filo dei secondi ma Rui Costa non ha lasciato scampo ai suoi avversari, dominando la prova in particolare negli ultimi 5 km, nei quali ha scavalcato Tanel Kangert (Astana), il solo a riuscire a insidiarlo per quanto riguarda la vittoria di tappa, e conquistando così per il secondo anno consecutivo il Giro di Svizzera, impresa riuscita in passato ai soli Gino Bartali, Pasquale Fornara ed Andrew Hampsten. Se, però, quello del 2012 fu un successo sofferto in cui determinante fu l’apporto di un gregario di lusso come Alejandro Valverde, questa volta il portoghese si è rivelato nettamente il più forte lungo tutti i nove giorni di gara, aggiudicandosi la tappa regina di La Punt oltre alla crono finale. Kangert ha chiuso con un distacco di 21”, risalendo a sua volta al sesto posto della generale, mentre 3° a 29” si è piazzato Mollema, che al pari di Rui Costa è andato molto forte negli ultimi 5 km e con questa prestazione è balzato al secondo posto della generale, con il rammarico per il tempo perso nella tappa di Meiringen in cui ha mancato per poco l’aggancio con il quartetto di testa di cui faceva parte il portoghese, perdendo in quella circostanza 39”. 4° a 42” ha chiuso Jean-Christophe Péraud (Ag2r), che ha compromesso le sue chance di alta classifica nella tappa di La Punt, 5° a 43” è giunto l’ormai non più sorprendente costaricano Andrey Amador (Movistar) e, 6° a 55”, Pinot ha confermato i suoi progressi nelle prove contro il tempo anche se, contrariamente alle aspettative, ha fatto meglio nel tratto pianeggiante che in quello in salita, il che gli ha impedito di strappare il terzo posto nella generale a un Kreuziger che non ha brillato piazzandosi 7° a 1′00” e venendo scavalcato nella generale da Mollema; ma, quantomeno, ha difeso il gradino più basso del podio dall’assalto del francese. Chiudono la top ten di tappa Simon Spilak (Katusha), 8° a 1′05” e sempre a proprio agio sulle strade elvetiche, Janez Brajkovic (Astana) 9° a 1′06” ma autore di un Tour de Suisse nel complesso non esaltante che, nelle gerarchie di squadra per il Tour de France, lo pone in secondo piano rispetto a uno Jacob Fuglsang ottimo protagonista al Giro del Delfinato, e Tejay Van Garderen solo 10° a 1′19” da Rui Costa: lo statunitense sembrava alla vigilia poter puntare anche al successo finale e ha realizzato il miglior tempo nei primi 16 km ma, forse anche a causa di un errore della scelta dei rapporti, ha ceduto di schianto nel tratto in salita al pari di Frank, che a sua volta si è difeso nel tratto pianeggiante per poi naufragare fino al 19° posto a 1′56” e precipitare al quinto posto della generale. Meglio dell’elvetico ha fatto Michele Scarponi (Lampre-Merida), che ha chiuso un Tour de Suisse che non l’ha visto protagonista anche a causa delle cadute con una dignitosa 14a piazza a 1′36”, davanti a uno specialista come Cameron Meyer (Orica-GreenEdge), 15° a 1′48”. Da segnalare in positivo, soprattutto in prospettiva futura per quanto riguarda i grandi Giri, anche la prestazione di Peter Sagan (Cannondale) che si è piazzato 20° a 2′01” mentre il suo compagno Moreno Moser, malgrado la prova fosse sulla carta adatta alle sue caratteristiche, non è andato oltre il 56° posto a 4′19”. Deludentissima è stata anche la prestazione di Fabian Cancellara (RadioShack), 65° a 5′03” e mai nelle prime posizioni durante tutto il Tour de Suisse.
La classifica finale vede dunque il successo di Rui Costa con 1′02” su Mollema, 1′10” su Kreuziger che per la terza volta sale sul podio del Tour de Suisse dopo il successo del 2008 e il 3° posto del 2009, 1′26” su Pinot, 1′43” su Frank, 1′51” su Kangert, 2′23” su Van Garderen, 2′42” su Daniel Martin (Garmin) e su Spilak e 3′44” su Meyer, mentre per quanto riguarda le altre classifiche Robert Vrecer (Euskaltel) si è aggiudicato la graduatoria degli sprint intermedi e quella di miglior scalatore e Sagan quella a punti. L’attenzione si sposta ora sui campionati nazionali del prossimo weekend, che per quanto riguarda l’Italia avranno luogo in Trentino, e soprattutto sul Tour de France che scatterà dalla Corsica il prossimo 29 giugno.
Marco Salonna