GRUPPO IN FERIE, LA SPUNTA RAST

giugno 14, 2013
Categoria: News

Con il beneplacito del plotone quattro uomini prendono il largo e il successo in quel di Meilen va all’elvetico che stacca nell’ultimo km i compagni di fuga Matthew Hayman, Alexander Kolobnev e Bert Grabsch con Peter Sagan 5° e Davide Cimolai 9°. La generale resta invariata con Matthias Frank davanti a Roman Kreuziger e Rui Alberto Faria da Costa alla vigilia della tappa di La Punt con la scalata dell’Albulapass nel finale.

Foto copertina: Rast in solitaria a Meilen (foto Bettini)

La sesta tappa del Giro di Svizzera, 186,1 km da Leuggern a Meilen, si presentava come la terza frazione consecutiva dedicata alle ruote veloci, sebbene il percorso presentasse due gpm di 3a categoria in località Abzweigung e Limberg e diverse altre salitelle, ultima delle quali ai -12 dal traguardo in quel di Kristel dove era posizionato il secondo e ultimo sprint intermedio; inizialmente tutto si è svolto secondo copione con un primo tentativo di 7 corridori, tra cui Michael Albasini (Orica-GreenEdge) e Jens Voigt (RadioShack), annullato in breve dal gruppo che ha invece dato il via libera ad altri 4 uomini, accomunati dal fatto di avere diversi anni di carriera alle spalle: Bert Grabsch (Omega-QuickStep), campione mondiale a cronometro a Varese nel 2008, Alexander Kolobnev (Katusha), medagliato nelle prove in linea iridate di Stoccarda e Mendrisio nonchè in quella olimpica di Pechino e in seguito incappato in una squalifica per doping prima di rientrare in gara nella passata stagione, Gregory Rast (RadioShack), due volte campione nazionale elvetico e spesso piazzato nelle classiche del Nord, e Matthew Hayman (Team Sky), forse il meno dotato del quartetto che si è specializzato nel ruolo di apripista per i compagni di squadra nelle volate. Sembrava che questa fuga fosse destinata strada facendo a essere ripresa, come era avvenuto nelle tappe di Buosch e Leuggern, se non fosse che nessuna squadra si è incaricata dell’inseguimento lasciando fino a 14′ di margine agli uomini di testa: non lo ha fatto naturalmente la Bmc della maglia gialla Matthias Frank che si è limitata a controllare la situazione essendo i fuggitivi tutti lontanissimi nella generale, non lo ha fatto la Cannondale di Peter Sagan evidentemente già soddisfatta del successo conseguito dallo slovacco a Meiringen, non lo ha fatto la Iam Cycling il cui uomo di punta Heinrich Haussler è stato costretto al ritiro dopo pochi km per via di una caduta e non lo hanno fatto neppure altre squadre, temendo forse che il loro velocista non avrebbe tenuto il ritmo lungo i vari strappi disseminati sul percorso.
Il gruppo si è quindi preso una sorta di giorno di riposo e a giocarsi il successo sono stati i battistrada che hanno proceduto di comune accordo fino a 4 km dal traguardo quando Grabsch, confidando nelle proprie doti di passista, ha rotto per primo gli indugi e, dopo la reazione degli altri tre, ci ha riprovato in altre due occasioni ma sempre con allunghi poco incisivi: l’azione vincente è stata invece quella di Rast che, approfittando anche di un attimo di indecisione dei compagni d’avventura, è schizzato via dal quartetto a 1 km dal traguardo e non è stato più raggiunto, conquistando il suo settimo successo in carriera nonchè il primo di un elvetico in questa edizione del Tour de Suisse con 25” di vantaggio su Hayman, che ha prevalso di stretta misura Kolobnev nello sprint per la piazza d’onore, 28” su Grabsch e 10′43” sul gruppo regolato da Sagan davanti a John Degenkolb (Argos-Shimano), Arnaud Dèmare (Fdj), Ben Swift (Team Sky) e Davide Cimolai (Lampre), al terzo piazzamento consecutivo nei primi 10. Gli uomini di classifica hanno dal canto loro ricaricato le batterie in vista della settima tappa, 206 km da Meilen a La Punt con le abbordabili ascese di Beglingen, Klosters e Davos Wiesen ma soprattutto l’impegnativo Albulapass, 12 km al 7% di pendenza media la cui vetta è posta a soli 9 km dal traguardo: il finale è identico a quello del 2010, in cui Robert Gesink realizzò la più bella impresa della carriera imponendosi in solitaria davanti a Rigoberto Uran e Joaquin Rodriguez, e del 2005, in cui ad avere la meglio fu sempre per distacco Koldo Gil davanti a Joerg Jaksche e Jan Ullrich.

Marco Salonna

Commenta la notizia