PETER SAGAN DOVE OSANO LE AQUILE. FRANK IN MAGLIA GRAZIE A TEEJAY VAN GREGARIO
Ancora pioggia nel tappone tra le Alpi Bernesi. Il forcing di Teejay Van Garderen screma il gruppo dei migliori sopra Meiringen, ma la selezione più secca avviene in discesa, verso l’arrivo: con tre uomini di classifica c’è Sagan, sempre in perfetto controllo, che gioca con gli avversari e stravince la tappa.
Foto copertina: Sagan fortissimo anche in montagna (foto Bettini)
Siamo alle pendici del mitico Eiger, e Peter Sagan qui si esaltò già due anni fa, appena ventunenne, andando a vincere la tappa breve e intensissima di Grindelwald, con Grimselpass e Grosse Scheidegg da scalare. Quando si parla del potenziale del fenomeno slovacco su percorsi impervi, si citava sempre quella tappa, con un repertorio di sacrosante valutazioni a circostanziare l’impresa: Peter si era avvantaggiato con la fuga; non scollinò certo primo, ma per vincere dovette rientrare in discesa su Cunego (comunque impresa non da poco!); la tappa era brevissima.
Da oggi c’è nuovo materiale da rielaborare, e sembra che il buon Sagan si sia dedicato puntigliosamente a smontare proprio quelle obiezioni. Oggi infatti scollina senza il minimo affanno con il gruppo dei migliori uomini della generale, ridotto a una dozzina di unità; non prende rischi nell’ultima picchiata, e dimostra che dopo cotanta ascesa – e soprattutto dopo oltre 200km – ha ancora energie da vendere per imporre trenate mostruose sul piano, e vincere infine la volata con una gamba sola.
Riavvolgendo il nastro della tappa, vediamo partire una fuga della prima ora con nomi di spicco, nomi da grandi classiche, forse ispirati dal clima implacabile: Boonen, Gilbert, Vansummeren, Breschel, Terpstra…, oltre a nomi da non sottovalutare come Albasini o il promettente olandesde Wilco Keldermann, visto bene al Giro. Questi ultimi saranno i più indomiti sull’ascesa conclusiva, ma la loro azione verrà neutralizzata prima dello scollinamento.
Si segnala nel frattempo una brutta caduta con tanto di ritiro e visite ospedaliere per Ryder Hesjedal.
La fuga ha avuto vita durissima soprattutto perché in salita, dopo aver visto a fare il ritmo la Lampre presumibilmente per Scarponi, si impone in testa al gruppo la presenza di un uomo solo, a trascinarli tutti: l’americano Teejay Van Garderen, grande atteso al prossimo Tour, decide, dopo la delusione dell’attacco a vuoto con rimbalzo nelle retrovie di ieri, di imitare Contador nella moda del campione gregario. Si mette quindi al servizio del compagno Frank, scandendo un passo regolare ma asfissiante che, pur col contagocce, va a svuotare il gruppo dei migliori, fino a ridurlo a una dozzina di unità; tra le quali, naturalmente, manca il leader della generale fino ad oggi, ovvero l’australiano Cameron Meyer, che si era fatto valere a crono e aveva meritoriamente resistito, già con più di un affanno, nell’arrivo di ieri.
Sono invece presenti, oltre ai due BMC, capitano e gregario a ruoli invertiti, bei nomi quali Scarponi, Kreuziger, Pinot, Rui Costa (il campione in carica), Daniel Martin, Mollema, Visconti, Kangert, Peraud e Spilak. Oltreché, l’abbiamo anticipato, un inatteso Peter Sagan che, pur concentratissimo e dunque non certo dedito a una pedalata di svago, non sembra neppure soffrire eccessivamente il selettivo passo imposto da Van Garderen lungo la salita.
In prossimità del Gpm Kreuziger allunga il gruppetto con una bella progressione, e in discesa è un attimo spezzare la lunga fila indiana. Se ne vanno in quattro, il ceco, lo slovacco, il corridore di casa Frank e il campione in carica Rui Costa. Da dietro è soprattutto Daniel Martin a dannarsi per recuperare, ma senza esito; cade, purtroppo, Scarponi, che esce di classifica ma almeno non dalla gara.
Il finale fila liscio come l’olio, gli uomini di classifica del quartetto hanno interesse a tirare a tutta senza attendismi, e senza inventarsi chissà che per levare la tappa a Sagan. Anzi, pare a volte che le sue tirate di testa finiscano per togliersi di ruota involontariamente i compagni! La volata è senza storia, ci prova Rui Costa che ha un discreto spunto, ma qui “discreto” proprio non basta.
Un gran trionfo che dischiude nuovi orizzonti al 23enne campione, senza ovviamente pensare già alle grandi corse a tappe, che implicano altre attitudini (ieri Sagan sull’arrivo in salita ha salvato la gamba, arrivando lemme lemme a dieci minuti)… almeno per adesso!
Tra gli inseguitori si segnala un bell’allungo di Mollema, che dopo uno scatto violentissimo difende un distacco di qualche secondo sul resto del gruppetto, e la vittoria da parte di Visconti nella ristrettissima volata a seguire. Bella prova anche per il siciliano, che un po’ a sorpresa dopo una crono e due tappe di montagna si trova quarto in classifica generale. In maglia c’è Frank, a meno di mezzo minuto Kreuziger, che proverà a far proprio ancora una volta lo Svizzera sulle rampe dell’Albula. Proprio come Contador, Van Garderen riesce a restare in top ten nonostante il lavoro di gregariato. A meno di sorprese, la generale si deciderà tra l’Albulapass di venerdì e la crono di domenica. Nel frattempo, potremmo goderci qualche altro Sagan show nelle tappe mosse intercalate a quelle giornate cruciali.
Gabriele Bugada