MOLLEMA COME UNA MOLLA ALL’ULTIMO KM A VUOTO IL BEL GIOCO DI SQUADRA GARMIN

giugno 10, 2013
Categoria: News

Tappa spenta, sotto la pioggia battente, fino all’ultima ascesa dove nonostante il vento da bufera varie squadre si sfidano a viso aperto. Si giunge però all’ultimo km con un nulla di fatto, e l’arrivo si traduce in una serie di scatti a premiare la miglior scelta di tempo: la mossa più azzeccata è di Bauke Mollema, ma la scarsa selezione ci avvia a uno Svizzera molto aperto.

Foto copertina: Mollema a braccia alzate sul classico traguardo di Crans Montana (foto Bettini)

La fuga del mattino è quella di tutto il gruppo dalla neve della Novena (Nufenen), il passo over 2400 previsto proprio in avvio di tappa. Come quest’anno è capitato spesso, ecco il taglio del tracciato a mezzo bus, tappa scorciata a 130km, e tanto dislivello in meno. Non si può però dire che la gara sia stata facile, flagellata da una pioggia incessante e corsa su ritmi altissimi (oltre 50km/h la media della prima ora, grazie anche al dislivello leggermente negativo). Al di là delle battute, la fuga della prima ora, quella tradizionale, viene annullata ancor prima dell’ultima ascesa, e non rivestirà dunque alcuna rilevanza per la gara.

Verso Crans Montana, però, si nota subito che l’acqua gelida non ha spento gli ardori dei contendenti: BMC, Omega (con Boonen in prima persona!), Garmin si alternano in trenate impressionanti che portano ad abbordare la salita su ritmi che farebbero quasi pensare alla preparazione di una volata sul piano.

La prima mossa di un uomo importante la porta Pinot, dopo nemmeno un km: con lo schema che abbiamo già visto recentemente praticato dalla Movistar al Delfinato, un compagno avvantaggia il francese che prova a partire lontanissimo dall’arrivo. Niente da fare per lui, oltre ai team già citati anche Blanco e Ag2R si incaricano di chiudere ogni spiraglio.

Ai -12km parte forte, e prende il largo, D. Martin della Garmin. La mossa acquista ancora più significato quando un paio di km dopo Hesjedal abbandona il gruppo con uno scatto violentissimo, e si riporta sul compagno trascinandosi dietro il solo Kangert. Martin cederà dopo non molto, dato un buon impulso all’azione con robuste tirate, e i due reduci del Giro, usciti con ben diverso umore dalla corsa rosa, proseguono assieme per cinque km, con Kangert via via meno attivo e poi definitivamente al gancio, aggrappato alla ruota del canadese. Ai -5km, attacco secco di Ryder, e Kangert esce dai giochi.

Dietro le altre squadre con ambizioni lavorano in buona alternanza, ma il vantaggio non si riduce più di tanto: d’altronde il ritmo non deve essere stravolgente, se il gruppo è ancora composto da quasi cinquanta unità. Lavora fin troppo la Orica del leader, con un uomo solo, Albasini, che verrà perfino lasciato libero per un attacco alquanto avventizio.
Le cose cambiano ai -6km, quando uno scatto esplosivo, nel senso di kamikaze, operato da Kruijswijk dà uno scrollone al peloton dal quale cascano come pere mature un Andy Schleck ancora non competitivo e il capitano della Sky, tale Tiernan-Locke già fenomeno imrpovvisato delle categorie inferiori. L’olandesino fa una bella sparata, ma quando sarà rimontato dal gruppo che avanza con bel altra inerzia, il fuorigiri verrà pagato caro.

Si giunge così senza troppa fantasia al finale di gara, abitudine triste e inveterata rispetto alla quale oggi dobbiamo rendere omaggio solo alla bella giocata Garmin. Spilak, Pozzovivo, Pinot ci provano in rapida successione dai -2,5km ai -1800m, ma Daniel Martin è attentissimo nelle vesti di stopper per proteggere il compagno, dimostrando una brillantezza che non ci si aspettava più dopo averlo visto soffrire assai durante la sua anteriore fuga, prima solitaria poi al servizio del compagno Hesjedal.

Inspiegabile, se non come rodaggio per il Tour, il botto proposto da Van Garderen, in teoria capitano BMC: la sua accelerazione fa fuori metà del vantaggio di Hesjedal, ma lo sforzo lo precipiterà in un’inchiodata che gli costerà quasi un minuto di ritardo in vista della generale.
A questo punto, sentendo l’odore del sangue, si muovono il padrone di casa Tschopp e quindi Bauke Mollema. Passata la flamme rouge Ryder appare sempre più imballato, e quando il giovane olandese della Blanco mette il turbo, non c’è speranza di resistere per nessuno.

Meyer, arrivando a poco meno di 30”, salva di un niente la maglia. Bravissimo, ma la presenza di 30 corridori entro il minuto dice molto della scarsa selettività della tappa così ridotta, nonostante il maltempo. Hesjedal fa comunque quarto, ma ancor più stupefacente il sesto di D. Martin, con tutto il lavoro fatto. Misere consolazioni per l’intraprendenza Garmin, ma qualcosa è, e ci saranno altre occasioni.

Nei fuochi d’artificio conclusivi spiccano un altro svizzero, oltre a Tschopp, cioè Frank della BMC, e il puledro di razza Thibaut Pinot, il futuro della Francia nei GT (un futuro che potrebbe farsi presente già a luglio). Bene anche Kreuziger, e benissimo una pattuglia italiana che arriva intorno ai 20”, in una trafila di tricolori ininterrotti che comprende nell’ordine Scarponi, Visconti, Pozzovivo, Ulissi e Moser, con questi ultimi due specialmente incoraggianti, pur con tutti i limiti delle indicazioni che può dare una tappa come quella odierna.

Gabriele Bugada

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