SPLENDIDO DE MARCHI: ANTICIPA GLI SKY A RISOUL
Il friulano si impone nell’ultima tappa del Giro del Delfinato al termine di una lunga fuga, rintuzzando la rimonta di Froome e Porte nei chilometri conclusivi. Tra i due Sky, 2° e 4°, si inserisce Andrew Talansky. Crolla invece Michael Rogers, costretto a cedere il gradino più basso del podio a Daniel Moreno, malgrado l’aiuto ricevuto anche oggi da Alberto Contador.
Foto copertina: Alessandro De Marchi impegnato nell’ascesa verso Risoul (foto lequipe.fr)
È Alessandro De Marchi a prendersi la copertina dell’ultima tappa del Delfinato 2013, coronando una caccia al primo successo da professionista durata tre anni. Quale teatro, il friulano ha scelto la frazione regina, 155 km da Sisteron a Risoul, ridotti ad una mera formalità – perlomeno in ottica maglia gialla – dalla schiacciante supremazia di Froome e Porte, pressoché certi delle prime due piazze in classifica dall’arrivo in quota di Valmorel.
A lanciare il 27enne di San Daniele del Friuli è stata la maxi-fuga della prima ora promossa da Gianni Meersman e sposata, oltre a De Marchi, da Wellens, Gavazzi, Grivko, Ejssen, Quinziato, Garate, Goos, Irizar, Meyer, Losada, Molard, Astarloza, Martinez, Geslin, Quemeneur, Sarmiento, Castroviejo, Flecha, Clarke, Damuseau e Duret. A dispetto della difficoltà di controllare un drappello tanto folto e dell’assenza di reali minacce alle zone alte della graduatoria, Sky e Saxo Bank hanno concesso all’azione il benestare per partire, ma non quello per arrivare, mantenendo sempre il distacco entro margini di sicurezza, e approcciando il Col de Vars, a poco meno di 50 km dal traguardo, con 3’ scarsi di ritardo.
I battistrada si sono ben presto sparpagliati verso i 2100 metri della cima più alta della corsa, dove De Marchi ha preceduto di un pugno di secondi un Meyer impegnato in una battaglia all’ultimo sangue con una mantellina riottosa. Nel mentre, analoga sorte subiva il gruppo maglia gialla, trainato da una Saxo Bank intenta a difendere il terzo posto di Rogers e a dare la caccia alla tappa con Contador, e brevemente scosso da un allungo di Valverde, la cui pericolosità è stata ben presto sgonfiata dalle difficoltà del murciano nel tenere il passo del compagno d’avventura Barguil.
Quinziato, Losada e Wellens hanno ritrovato le ruote della coppia di testa prima dell’imbocco dell’ascesa conclusiva, ed è stato proprio il belga, iperattivo per tutti gli otto giorni di gara, ad andarsene sulle prime rampe. La ritrovata calma del gruppo dava l’impressione di lasciare via libera al giovane fiammingo verso la prima vittoria da professionista, finché, a 5 km dal traguardo, non si è materializzata dal nulla alla sua ruota la sagoma di De Marchi, capace di un amen di scavalcarlo e staccarlo.
Il margine del rosso in maglia Cannondale sul plotoncino dei big si è mantenuto rassicurante fino ai 2 km dal traguardo, malgrado i tentativi di Nieve e – soprattutto – del duo Gallopin – Contador, il secondo reduce da un capitombolo nella discesa del Vars. Neutralizzati tutti gli attacchi, e lasciato indietro il campione madrileno, costretto ad attendere un Rogers a rischio deriva, Froome e Porte hanno però deciso di chiudere con un acuto la loro marcia verso la doppietta, con la maglia gialla a tentare di ricambiare il gran lavoro del tasmaniano negli ultimi giorni con un ritorno al gregariato.
Denotando la stessa incapacità nel dettare il ritmo ai compagni che tante polemiche aveva destato all’ultimo Tour, Froome ha però finito per demolire in breve le gambe di Porte, alternando brusche ed immotivate accelerazioni ad altrettanto brusche frenate per attendere lo scudiero in affanno. Oltre a lasciare spazio al rientro di Talansky, l’andatura incostante dei due ha dunque fatto sì che il vantaggio di De Marchi calasse, ma non abbastanza da negare alla Cannondale e ai colori italiani il secondo successo al Criterium du Dauphiné, dopo quello di Elia Viviani ad Oyonnax. Froome, preso atto dell’affanno di Porte, ha anticipato Talansky in un inutile sprint per la piazza d’onore, 24’’ dopo l’arrivo del vincitore e 7’’ prima di quello di Porte, mentre Moreno, giunto insieme a Valverde e Rodriguez a 49’’, ha salvato per 6’’ il terzo posto dall’assalto di Fuglsang, capace di recuperarne soltanto undici.
Navarro, oggi 9° a 55’’, completa la top 5 in classifica generale, appena davanti ad un Rogers che con la sua crisi ha privato gli spettatori dell’ultima chance di un secondo round tra la maglia gialla e Contador, dopo quello vinto dal britannico a Valmorel. Possibile che la cosa, di certo accolta con un certo disappunto da chi sedeva in poltrona, non sia invece dispiaciuta ai due diretti interessati: Froome non vede minata la sensazione di superiorità offerta in questi otto giorni; Contador, uscito a pezzi dalla cronometro e battuto nel primo arrivo in salita, evita che il passivo assuma proporzioni tali da poter pesare al Tour de France, e guadagna certamente punti presso i suoi uomini con il sacrificio degli ultimi due giorni alla causa di Rogers. Dettagli, ma da quelli lo spagnolo e tutti gli altri dovranno partire, se vorranno evitare che la Grande Boucle si riduca ad una questione fra gli uomini in nero per la seconda edizione di fila.
Matteo Novarini