CAMERON MEYER VOLA NEL VENTO
Grazie anche a condizioni atmosferiche oltremodo favorevoli rispetto a molti dei rivali il 25enne australiano domina in quel di Quinto la breve crono d’apertura del Tour de Suisse infliggendo 10” a Niki Terpstra e 14” a Heinrich Haussler con i nostri Matteo Tosatto e Giovanni Visconti 10° e 11°, mentre Peter Velits e Ryder Hesjedal guadagnano terreno sui rivali diretti per la classifica generale.
Foto copertina: l’espressione di Meyer alla partenza della crono di Quinto (foto Keystone)
Per il quarto anno consecutivo il Tour de Suisse, giunto alla sua 76a edizione, ha preso il via dal Canton Ticino ma a differenza delle ultime tre stagioni la breve crono inaugurale è stata disputata non più a Lugano bensì in quel di Quinto lungo un percorso di 8,1 km quasi interamente pianeggiante e molto meno impegnativo rispetto a quello dei prologhi precedenti. Sebbene la maggior parte dei big che preparano il Tour de France siano in gara al Giro del Delfinato, come avviene ormai da qualche anno a questa parte, il campo partenti è comunque di tutto rispetto con Rui Alberto Faria da Costa (Movistar), trionfatore a sorpresa nel 2012, che dovrà difendere il suo titolo dall’assalto di Simon Spilak (Katusha), Peter Velits (Omega-QuickStep), Janez Brajkovic (Astana), Daniel Martin (Garmin-Sharp), Jean-Christophe Péraud (Ag2r), Bauke Mollema (Blanco), Igor Anton (Euskaltel), Thibaut Pinot (Fdj), Diego Ulissi (Lampre-Merida), del vincitore nel 2008 Roman Kreuziger (Saxo-Tinkoff), della corazzata RadioShack composta da Andreas Klöden, Maxime Monfort e un Andy Schleck apparso sulla via della rinascita nella settimana delle Ardenne e soprattutto da Tejay Van Garderen (Bmc) che si presenta come uomo da battere dopo aver dominato un Giro di California in cui ha mostrato evidenti progressi in salita, senza dimenticare i reduci del Giro d’Italia Tanel Kangert (Astana), Wilco Kelderman (Blanco) e i nostri Michele Scarponi (Lampre-Merida), Domenico Pozzovivo (Ag2r) e Damiano Caruso (Cannondale) oltre a un Ryder Hesjedal (Garmin-Sharp) che, dopo aver abbandonato la corsa rosa a causa di un virus, torna in gara per ritrovare la miglior condizione in vista del Tour de France. Ai successi parziali punteranno invece i vari Fabian Cancellara (RadioShack), vincitore nel 2009 ma lungo un percorso molto poco esigente, Peter Sagan e Moreno Moser (Cannondale), Philippe Gilbert e Greg Van Avermaet (Bmc), Michael Albasini e Matthew Goss (Orica-GreenEdge), John Degenkolb (Argos-Shimano), Alexander Kristoff (Katusha), Enrico Gasparotto (Astana) e Giovanni Visconti (Movistar).
La crono di Quinto è stata fortemente condizionata dal vento che intorno alle 15 del pomeriggio, dopo che erano giunti al traguardo una sessantina di corridori, ha iniziato a spirare fortissimo in senso contrario nel lungo rettilineo che conduceva all’intertempo di metà percorso, creando per gli ultimi a partire uno svantaggio quantificabile intorno alla trentina di secondi, solo in parte bilanciato dal secondo tratto in cui vi erano diverse curve che hanno limitato l’incidenza del vento a favore: ne è scaturita una classifica finale decisamente anomala in cui a spuntarla è stato un atleta comunque di alto livello nelle prove contro il tempo come Cameron Meyer (Orica-GreenEdge) che ha conquistato il suo primo successo su strada in Europa ma che può vantare nel suo palmarès due titoli nazionali a cronometro e una tappa e la classifica generale del Tour Down Under del 2011 oltre a ben sei titoli iridati su pista tra corsa a punti, americana e inseguimento. Il 25enne australiano, fratello dell’altrettanto quotato Travis, ha inflitto distacchi pesanti a tutti i rivali con Niki Terpstra (Omega-QuickStep) 2° a 10”, il ritrovato Heinrich Haussler (Iam Cycling) 3° a 14”, Alex Rasmussen (Garmin-Sharp) 4° a 15” e uno scalatore puro come Gorka Verdugo (Euskaltel) addirittura 5° a 16” insieme a Reto Hollenstein (Iam Cycling) con il giovane tedesco Michel Koch (Cannondale) 7° a 17” con il nostro Matteo Tosatto (Saxo-Tinkoff) che ha fatto segnare il miglior tempo a metà gara e ha chiuso ottimo 10° a 19” con Visconti 11° a 20”, mentre il grande favorito Cancellara è stato tra i più penalizzati dal meteo e, pur avendo recuperato 6” su Meyer nel secondo tratto, non è potuto andare oltre il 16° posto a 22”, facendo comunque nettamente meglio rispetto agli atleti partiti con simili condizioni di vento, tra i quali anche Sagan e Moser, primo e secondo un anno fa a Lugano, che sono riusciti a limitare i danni chiudendo rispettivamente a 35” e 37”. Per quanto riguarda gli uomini che lotteranno per il successo finale i migliori sono stati Velits ed Hesjedal che hanno chiuso con un distacco di 19” e al pari di Monfort e Pinot che ne hanno persi 25 e 32 sono stati tra i primi a partire, a differenza di Rui Costa che comunque si è ben comportato perdendo 40”, seguito da Mollema a 41”, Brajkovic e Kelderman a 42”, Kloeden a 43”, Kreuziger e un discreto Pozzovivo (che ha gareggiato in condizioni di vento già non ideali ma migliori rispetto agli ultimi), a 44”, Péraud e un Van Garderen sotto tono a 45”, Ulissi a 46”, Caruso a 50”, Daniel Martin a 58”, Scarponi a 1′00”, Andy Schleck e un deludentissimo Spilak a 1′07” e Anton a 1′13”. Chi ha perso terreno avrà comunque modo di recuperare già nella seconda tappa, sebbene dal percorso originario che prevedeva la partenza da Quinto e l’arrivo a Crans Montana sia stato tagliato il transito sul passo Nufenen a causa delle abbondanti nevicate cadute anche in Svizzera nell’ultimo mese: il via è stato dunque spostato in quel di Ulrichen ma resta confermata l’ascesa finale, 14,5 km al 6,8% di pendenza media impegnativi soprattutto nella prima parte e affrontati per l’ultima volta nel 2007 con il successo di Thomas Dekker su Gerrit Glomser e Gilberto Simoni.
Marco Salonna