MARTIN IMPLACABILE, FROOME UMILIA CONTADOR
Il tedesco dell’Omega-QuickStep, imbattuto in stagione nelle prove contro il tempo, domina la crono del Parc des Oiseaux davanti al sorprendente australiano Rohan Dennis, che strappa la maglia gialla a David Veilleux, e al britannico che, alla guida della corazzata Sky che piazza quattro atleti nella top ten, rifila ben 2′45” al madrileno della Saxo-Tinkoff, autore di una prova da dimenticare, e distacchi analoghi ad Alejandro Valverde, Jurgen Van Den Broeck e Joaquin Rodriguez ipotecando il successo finale al Giro del Delfinato. Buona prova di Marco Pinotti 9° e migliore degli azzurri.
Foto copertina: Martin in azione nella cronometro odierna (foto Panoramic)
Dopo le prime tre frazioni non particolarmente impegnative in cui gli uomini di classifica sono sempre rimasti tutti insieme il Critérium du Dauphiné è entrato nella sua fase decisiva con la quarta tappa, una cronometro individuale di 32,5 km da Villars-les-Dombes al Parc des Oiseaux caratterizzata da un percorso interamente pianeggiante e da lunghissimi rettilinei, ideali per atleti di grande potenza a partire dal due volte campione mondiale di specialità Tony Martin (Omega-QuickStep): il 28enne di Cottbus, lontano in classifica generale a causa di problemi intestinali accusati nelle prime tappe, ha dettato legge volando a quasi 53 km/h di media, facendo segnare il miglior tempo ai due rilevamenti del km 11,5 e del km 21,5 e cogliendo il sesto successo stagionale in altrettante cronometro disputate con ben 47” di vantaggio sul 23enne australiano Rohan Dennis (Garmin-Sharp), medaglia d’argento alle Olimpiadi di Londra nell’inseguimento a squadre, che dopo una partenza controllata ha chiuso in crescendo conquistando la leadership della generale a discapito di David Veilleux (Europcar), che si è difeso come ha potuto ma ha accusato un distacco di 3′53” insufficiente per mantenere il primato. Il vero leader virtuale della corsa francese è però Chris Froome (Team Sky), che ha chiuso 3° a 52” precedendo specialisti come Nicolas Castroviejo (Movistar) 4° a 1′08”, Michal Kwiatkowski (Omega-QuickStep), che sarà comunque da tenere d’occhio alla luce dei progressi in salita dimostrati soprattutto alla Tirreno-Adriatico, 5° a 1′13”, Jan Barta (NetApp-Endura) 8° a 1′36” e il nostro Marco Pinotti (Bmc), che dopo un ottimo primo terzo di gara è lievemente calato strada facendo ma ha chiuso comunque buon 9° a 1′38”, e i compagni di squadra Edvald Boasson Hagen, che si conferma ad alti livelli dopo il successo di Tarare, Richie Porte e Geraint Thomas rispettivamente 6°, 7° e 10° con ritardi di 1′19”, 1′20” e 1′42” da Martin confermando il ruolo del Team Sky di grande favorita nella cronosquadre di Nizza del prossimo Tour de France malgrado l’assenza di Bradley Wiggins.
Quel che più conta sono però i distacchi inflitti da Froome agli altri uomini di classifica a partire dal suo grande rivale Alberto Contador (Saxo-Tinkoff), che dopo un avvio già al di sotto delle attese è completamente naufragato nell’ultima parte di gara subendo l’umiliazione del sorpasso dell’ex gregario Porte partito 2′ dopo di lui e chiudendo addirittura 61° a 3′37” da Martin e a 2′45” dal britannico: in linea con le prestazione del madrileno hanno chiuso anche Samuel Sanchez (Euskaltel), Alejandro Valverde (Movistar) e Jurgen Van den Broeck (Lotto-Belisol), autori a loro volta di prove decisamente deludenti distaccati rispettivamente di 3′23”, 3′29” e di 3′30” mentre si è tutto sommato in virtù dei suoi limitati mezzi contro il tic tac Joaquin Rodriguez (Katusha) che ha perso 3′48”; decisamente meglio del catalano ha però fatto il suo luogotenente Daniel Moreno, 17° a 2′27” in linea con specialisti del calibro di Michael Rogers (Saxo-Tinkoff), Sylvain Chavanel (Omega-QuickStep) e di un Thomas De Gendt (Vacansoleil) in ripresa dopo i problemi di pulsazioni cardiache troppo elevate dei primi giorni e davanti ai quotati Haimar Zubeldia (RadioShack) 24° a 2′39” e Jacob Fuglsang (Astana) 25° a 2′43”. Discreta anche la prova di Pierre Rolland (Europcar) che ha accusato un distacco di 3′22” ma le sorprese positive in assoluto di giornata possono essere considerate Daniel Navarro (Cofidis), che ha chiuso 15° a 2′20” beneficiando negli ultimi due terzi di gara del punto di riferimento di Boasson Hagen partito 1′ dopo di lui, e soprattutto il grimpeur austriaco Leopold König (NetApp-Endura), reduce dal successo in cima al Mount Diablo al Giro di California, che si è superato terminando 12° a 1′58”; per quanto riguarda infine i possibili protagonisti di casa Italia Eros Capecchi (Movistar) ha accusato un ritardo di 3′29” e Damiano Cunego (Lampre-Merida) di 3′58”.
La nuova classifica generale vede dunque Dennis al comando con 5” su Froome, 26” su Kwiatkowski, 32” su Porte, 33” su Boasson Hagen e 55” su Thomas ma ben difficilmente, malgrado nei suoi primi due anni da professionista abbia dimostrato di avere discreti numeri anche quando la strada sale, il giovane australiano potrà difendere la maglia gialla nel primo dei due arrivi in salita previsti in questo Giro del Delfinato, 12,7 km al 7% che conducono a Valmorel al termine della quinta tappa, 139 km per il resto privi di particolari difficoltà al di là di tre gpm di 3a e 4a categoria con partenza da Grésy-sur-Aix.
Marco Salonna