VIVIANI ROMPE IL GHIACCIO A OYONNAX
Arriva finalmente il primo successo stagionale per il 24enne veronese che riesce a rimanere nel gruppo dei migliori in salita e si impone allo sprint davanti a Gianni Meersman, alla seconda piazza d’onore in due giorni, e a Tony Gallopin mentre David Veilleux conserva la maglia gialla. Ancora in ritardo Andrew Talansky e Thomas De Gendt, abbandona Jelle Vanendert.
Foto copertina: la prima vittoria del 2013 per Elia Viviani (foto Bettini)
La seconda tappa del Giro del Delfinato, 191 km da Châtel a Oyonnax, si presentava così come quella di Champéry che l’ha preceduta come una frazione di media montagna con sei ascese contrassegnate come presenti lungo percorso, le più significative delle quali erano la Côte de Communal posta a 40 km dalla conclusione e il Col du Sentier, arcigno strappo di 2,7 km al 7,6% di pendenza media seguita da 12 km quasi tutti in discesa piuttosto tecnica verso il traguardo. Il primo attacco di giornata è stato portato da Markel Irizar (RadioShack) ma a prendere il largo dopo una ventina di km sono stati il portoghese Josè Mendes (NetApp-Endura) e i francesi Rudy Molard (Cofidis), Arnaud Gérard (Bretagne-Seche) e un Thomas Damuseau (Argos-Shimano) già a lungo in fuga nella frazione inaugurale e a caccia di punti per la classifica degli scalatori, di cui al termine della corsa diverrà leader spodestando la maglia gialla David Veilleux (Europcar), ma questa volta il gruppo non ha commesso l’errore di lasciare troppo spazio ai battistrada con l’Omega-QuickStep di Gianni Meersman, secondo a Champéry aggiudicandosi per dispersione la volata del gruppo, che nel momento in cui il vantaggio degli uomini di testa aveva superato i 5′ ha preso il comando del plotone rimpiazzando la Europcar e non l’ha praticamente più lasciato fino al termine: il ritmo sostenuto impresso dalla corazzata belga, soprattutto con un Tony Martin che si è messo a completa disposizione del team pur avendo la possibilità di conquistare la maglia gialla, ha fatto sì che la fuga venisse annullata a circa 20 km dal traguardo, con Molard ultimo ad arrendersi dopo aver staccato i compagni d’avventura sulla Côte de Communal, e che una cinquantina di atleti, malgrado le salite in programma non fossero nulla di trascendentale, perdessero terreno tra cui Thor Hushovd (Garmin-Sharp), Vasil Kiryienka (Team Sky) e Simon Gerrans (Orica-GreenEdge) ma anche due potenziali uomini di classifica al Tour de France come Andrew Talansky (Garmin-Sharp) e Thomas De Gendt (Vacansoleil), già in difficoltà nella tappa di Champéry in cui il belga terzo un anno fa al Giro aveva accusato un problema di pulsazioni cardiache decisamente più alto del normale, mentre peggio ancora è andata a Jelle Vanendert (Lotto-Belisol) che è stato in assoluto uno dei primi corridori a staccarsi ed è stato costretto al ritiro.
Lungo le rampe del Col du Sentier è stata sempre l’Omega-QuickStep a condurre le operazioni finchè a 1 km dalla vetta non sono scattati Josè Herrada (Movistar) e Ivan Santaromita (Bmc), reduci entrambi da un discreto Giro d’Italia, e soprattutto Rein Taaramae (Cofidis), che in vista dello scollinamento ha raggiunto e superato lo spagnolo e il comasco ed è rimasto da solo al comando, dimostrando di aver ritrovato almeno in parte quel colpo di pedale che ne aveva fatto una delle maggiori promesse per le grandi corse a tappe prima che venisse frenato da diversi problemi fisici: l’estone ha guadagnato fino a 15” sul gruppo, dal quale proprio nelle ultime rampe hanno perso contatto Nacer Bouhanni (Fdj) e Michael Matthews (Orica-GreenEdge) che sarebbero stati tra i grandi favoriti nello sprint finale), e li ha mantenuti lungo tutta la discesa ma quando la strada è tornata pianeggiante ha dovuto arrendersi al ritorno del plotone tirato dalla Cannondale di Elia Viviani, molto bravo a rimanere con i migliori fino a quel momento. Anche il Team Sky si è fatto vedere nelle prime posizioni con Geraint Thomas e Peter Kennaugh ma la volata conclusiva si è rivelata una sfida a due tra Meersman e Viviani, con il veronese che ha atteso che fosse il fiammingo a lanciarsi per primo per poi saltarlo nettamente negli ultimi 150 metri e alzando finalmente le braccia in questo 2013 che fin qui l’aveva visto collezionare solo piazzamenti, ultimi dei quali due secondi posti al Giro d’Italia entrambi alle spalle di Marc Cavendish: a sua volta Meersman ha dovuto nuovamente accontentarsi della piazza d’onore mentre ben più distanziati hanno chiuso tutti gli altri con Tony Gallopin (RadioShack) terzo davanti al sorprendente neopro sudafricano Reinardt Janse Van Rensburg (Argos-Shimano), al veterano Anthony Geslin (Fdj) e all’altro transalpino Armindo Fonseca (Bretagne-Seche). In assenza di abbuoni la classifica generale è rimasta sostanzialmente invariata e vede Veilleux leader con 1′56” su Meersman e 1′57” su Gallopin, Warren Barguil (Argos-Shimano), Alejandro Valverde (Movistar) e tutti gli altri big a partire da Chris Froome (Team Sky) e Alberto Contador (Saxo-Tinkoff): la terza tappa, 167 km da Ambérieu-en-Bugey a Tarare, sebbene nel complesso il profilo altimetrico sia più leggero rispetto alla frazione di Oyonnax, presenta un finale simile con l’abbordabile ascesa del Col des Sauvages a 9 km dal traguardo e potrebbe costituire una buona occasione per Viviani di fare il bis.
Marco Salonna