GIRO 2010, SPAZIO AI CAMOSCI

ottobre 25, 2009
Categoria: News

È stato svelato oggi pomeriggio il percorso del Giro d’Italia 2010, che appare pensato per gli scalatori: cinque arrivi in salita, appena 24 km a cronometro pianeggianti. Previste le scalate a Terminillo, Monte Grappa, Monte Zoncolan, Plan de Corones (cronoscalata), Mortirolo e Gavia. Partenza dall’Olanda l’8 maggio, finale a Verona il 30. Cronosquadre a Cuneo, omaggi a Coppi a Novi Ligure, ai terremotati a L’Aquila e a Pantani a Cesenatico; passaggio per le strade bianche dell’Eroica.

Se le corse le facessero più i percorsi che i corridori, potremmo dire sin d’ora che il 2010 sarà indubbiamente, a livello di Grandi Giri, una stagione ben più spettacolare di questo 2009, ciclisticamente parlando già in archivio. Dopo il Tour de France, che per via della celebrazione dei 100 anni dal primo passaggio sui Pirenei ha proposto un tracciato decisamente più impegnativo rispetto al recente passato, anche il Giro del prossimo anno sembra strizzare decisamente l’occhio agli scalatori, con otto tappe finali terribili (sei tappe di montagna più o meno dure, una sola tappa per velocisti e una cronometro) e nemmeno 24 km a cronometro veri, senza contare cioè la cronosquadre, ancora in programma, e la cronoscalata, che torna dopo un anno di assenza, ancora a Plan de Corones. A nostro giudizio, fin troppo pochi, alla luce delle moltissime salite di cui Zomegnan e soci hanno infarcito l’ultimo terzo di gara. Nel complesso, il tracciato misurerà 3416,5 km, ripartiti in – stando ai numeri ufficiali forniti in sede di presentazione – sette tappe per velocisti, cinque di media montagna, cinque di alta montagna e quattro a cronometro.

La Corsa Rosa scatterà l’8 maggio da Amsterdam, con una breve cronometro di 8,4 km, seguita da due frazioni per velocisti in terra olandese, entrambe con partenza ancora da Amsterdam, e arrivi rispettivamente a Utrecht e Middelburg, entrambe pressoché piatte, con la sola insidia del vento. Il trasferimento aereo in Piemonte costringerà subito a spendere il primo giorno di riposo, per poi ripartire da Savigliano, per una cronosquadre di 32,5 km con traguardo a Cuneo. Sarà questa la prima giornata davvero importante del Giro, quella che, pur non potendo dire quasi nulla sulla condizione dei favoriti, inizierà perlomeno a creare dei piccoli divari tra loro. Il 13 maggio il Giro renderà quindi omaggio al Campionissimo, Fausto Coppi, a 50 anni dalla sua prematura scomparsa, con GPM a Castellania e traguardo, dopo una cinquantina di chilometri, a Novi Ligure.

Dopo l’abbuffata dei primi cinque giorni, con quattro traguardi su cinque a loro dedicati, i velocisti dovranno attendere tre tappe prima di tornare protagonisti, a cominciare dalla Fidenza – Carrara, che con i passi del Brattello e del Cucco, e soprattutto con la Foce di Ortonovo a meno di 8 km dal traguardo, si discosterà dal tema pianeggiante delle prime frazioni. Il Giro vivrà quindi, sabato 15 maggio, una delle sue giornate più originali ed affascinanti, con la frazione che arriverà a Montalcino dopo aver calcato per lunghi tratti le strade bianche dell’Eroica. Oltre che dallo sterrato, l’arrivo a ranghi compatti verrà scongiurato anche dal GPM di Poggio Cintella, posto a meno di 3 km dal traguardo, probabile trampolino di lancio dell’azione decisiva. La tre giorni che spezzerà una altrimenti soporifera sequela di frazioni piatte si concluderà con il primo arrivo in salita del Giro, posto a quota 1673 metri, sul Monte Terminillo, che tornerà sede di tappa sette anni dopo il trionfo di Garzelli nel 2003. Come allora, il traguardo sarà posto a Campoforogna, a circa 5 km dalla Sella di Leonessa, la vetta della salita. In precedenza non si affronteranno ascese particolarmente rilevanti, ma l’erta finale (16,1 km al 7,3%) dovrebbe essere sufficiente a far emergere i valori in gioco, e a consentire di depennare qualche nome dalla lista dei pretendenti al successo finale.

Tra la 9a e la 13a tappa, i velocisti, prima di un finale di fuoco, spareranno quasi tutte le cartucce residue, visto che solo l’11a tappa parrebbe tagliarli fuori. L’assenza di GPM è infatti una ragione più che sufficiente per dare quasi per certo uno sprint di gruppo sul traguardo di Cava de’ Tirreni, anche se il finale in leggera ascesa potrebbe alterare leggermente i rapporti di forza tra i velocisti. Gli sconfitti avranno comunque modo di rifarsi ventiquattro ore più tardi a Bitonto, prima della frazione più lunga del Giro, che renderà omaggio ai terremotati abruzzesi. Il 19 maggio, infatti, la Corsa Rosa farà tappa a L’Aquila, al termine di una frazione infinita (256 km), che prevede le salite di Rionero Sannitico, Roccaraso e Capo di Valle, prima dello strappetto che porterà all’arrivo, che dovrebbe stroncare anche la resistenza dei velocisti più avvezzi alle pendenze.

Dopo altre due tappe per velocisti a Porto Recanati e Cesenatico (malgrado due salite della Nove Colli, Perticara e Barbotto) – quest’ultima nel ricordo di Marco Pantani -, il Giro entrerà nella sua fase decisiva sabato 22 maggio, con la tappa che terminerà ad Asolo, 42 km dopo lo scollinamento del Monte Grappa, prima grande montagna alpina. Il versante scelto per la scalata è quello di Semonzo (18,9 km al 7,9%), uno dei più impegnativi a disposizione. Certo, la distanza dal traguardo è considerevole, ma la salita potrebbe essere di per sé sufficiente a creare distacchi che non sarà facile colmare negli oltre 25 km di discesa e nei 15 scarsi di pianura, prima dello strappo che porterà all’arrivo. Di certo, se anche i big scegliessero di risparmiarsi per le tante salite ancora da affrontare, la battaglia non tarderà più di ventiquattro ore. Domenica 23 maggio, infatti, vedrà il ritorno del Giro sul Monte Zoncolan, ancora dal terribile versante di Ovaro (10,1 km all’11,9%). Il tracciato sarà però molto più impegnativo rispetto al 2007, con le pedalabili salite di Sella Chianzutan e Sella Valcalda inframezzate dal breve ma ripidissimo Passo Duron (4,3 km al 9,8%), e dovrebbe consentire di scavare distacchi ben più consistenti rispetto alla precedente scalata, quando i divari tra i big rimasero nell’ordine di poche decine di secondi.

Dopo il secondo e ultimo giorno di riposo, il Giro proporrà un altro gradito ritorno, quello di Plan de Corones, teatro nel 2008 della cronoscalata vinta da Franco Pellizotti. Onestamente, avremmo preferito una riproposizione del progetto del 2006, con arrivo in linea a Kronplatz, ma anche in questa variante lo spettacolo pare sicuro. L’ascesa avverrà ancora da San Vigilio di Marebbe (12,8 km all’8,5% con punte del 24%), la più morbida delle due strade che portano al Passo Furcia, prima del tratto sterrato. Meno impegnativa ma comunque interessante sarà la 17a tappa, da Brunico a Pejo Terme, che propone la difficile scalata al Passo Palade a poco meno di 70 km dal termine, prima della salita di 8 km (di cui solo 5 realmente in salita) che porterà al traguardo.

L’ultima giornata di relativa quiete è fissata per giovedì 27 maggio, quando il traguardo di Brescia accoglierà in Piazza della Loggia i girini, già con la testa alla due giorni di montagne che li attende. Il giorno successivo, infatti, dopo aver preso il via dalla stessa Piazza della Loggia, a 36 anni esatti dalla strage, la Corsa Rosa vivrà forse la sua giornata chiave. La frazione che arriverà all’Aprica, infatti, appare sulla carta la più adatta per far saltare per aria la corsa. Dopo un primo passaggio dall’arrivo, i corridori affronteranno l’ascesa di Trivigno (11 km al 7,6%), prolungamento di 4 km circa del Valico di Santa Cristina, cui farà seguito una discesa ripidissima verso Tirano. A 45 km dal termine la corsa approccerà le rampe del Passo del Mortirolo (12,8 km al 10,3%), dove chi vorrà attaccare troverà terreno ideale per farlo. Tanto più che, dopo la discesa, la seconda scalata all’Aprica presenterà un’interessante novità, ossia uno strappo di 1200 metri all’11,8%, con punte del 15%, a meno di 12 km dal termine (si salirà infatti da una strada parallela a quella tradizionale).

Dopo la tappa da grandi distacchi del giorno precedente, il Giro vivrà la sua ultima giornata chiave il 29 maggio, con la Bormio – Passo del Tonale. A 50 anni dalla prima scalata del Passo Gavia – quella del dramma di Massignan -, e dopo aver affrontato in precedenza Forcola di Livigno, Passo d’Eira e Passo di Foscagno, il Giro salirà verso i 2618 metri della Cima Coppi, sia pure dal suo versante meno nobile e impegnativo, quello di Bormio (24,9 km al 5,6%). Dalla vetta mancheranno appena 30 km, di cui i primi 17 in discesa (tecnicissima) verso Ponte di Legno. Al termine della picchiata non vi sarà spazio per recuperare, ma si approccerà immediatamente l’ascesa del Passo del Tonale (11 km al 5,7%). Dopo tutto questo ben di Dio di montagne, i cronomen avranno la possibilità di rifarsi in minima parte domenica 30 maggio, con i 15,3 km a cronometro di chiusura, con partenza e arrivo a Verona, movimentati dalla salita delle Torricelle (affrontata in senso inverso rispetto alle due edizioni dei Mondiali).

Nel complesso, dunque, il Giro 2010, come detto in apertura, si presenta decisamente più impegnativo rispetto alla passata edizione, e riprende il canovaccio dei Giri più duri dell’era Zomegnan (2006 e 2008), rispetto ai quali, anzi, offre ancora meno spazio agli specialisti del tic-tac. Proprio questa, assieme all’ormai annosa questione dei trasferimenti (appena 3 tappe su 21 partiranno da dove si era arrivati il giorno prima) è l’unica critica che ci sentiamo di rivolgere ad percorso comunque spettacolare e non privo di alcuni tratti originali (primo fra tutti lo sterrato, ma anche il ritorno sul Monte Grappa e l’inedita salita di Trivigno, che sarebbe bello, prossimamente, vedere dal durissimo versante opposto). In tutta franchezza, pur non essendo dei fanatici delle prove contro il tempo, 23,8 km a cronometro per specialisti ci sembrano davvero troppo pochi a fronte di tutte le salite in programma, e dubitiamo costituiscano un incentivo ai corridori stranieri a prendere parte alla Corsa Rosa. E edizioni quali quella dello scorso anno sono lì a dimostrarci come spesso il lotto partenti, ai fini dello spettacolo, valga più di qualche chilometro a cronometro in meno o una salita in più.

Matteo Novarini

Nella foto Bettini il podio finale del Giro del Centenario

Nella foto Bettini il podio finale del Giro del Centenario

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