SORPRESA NAVARDAUSKAS, TREGUA TRA I BIG

maggio 15, 2013
Categoria: News

Secondo successo stagionale per il passista veloce lituano della Garmin-Sharp, sulla carta tra i meno quotati dei 20 fuggitivi di giornata, attacca insieme a Daniel Oss per poi staccare il trentino sull’ascesa finale e conquistare in solitaria il traguardo in cima al Vajont con Stefano Pirazzi che chiude 3° e rafforza la maglia azzurra di miglior scalatore, mentre gli uomini di classifica non si muovono e arrivano insieme al traguardo ad eccezione di Beñat Intxausti che guadagna 18 secondi.

Foto copertina: Navardauskas giunge solitario al traguardo del Vajont (foto Bettini)

A 50 anni dalla frana del monte Toc che costò la vita a circa 2000 persone il Giro d’Italia approda al Vajont in occasione dell’11a tappa, 182 km con partenza da Tarvisio caratterizzati dalla lunghissima ma molto pedalabile ascesa di Sella di Campigotto poco oltre metà percorso seguito da un lungo tratto in discesa e pianura e da una salita finale di 7 km con pendenza intorno al 6% non certo proibitiva per gli uomini di classifica ma sufficiente per tagliare fuori i velocisti; era pertanto pressochè scritto già prima della partenza che sarebbe andata via una fuga da lontano e sono stati decine i corridori che hanno tentato di andarsene finchè dopo 80 km percorsi a ritmo sostenutissimo, tanto che la media della prima ora è stata di 53 km/h complice il tracciato costantemente in leggera discesa, hanno avuto via libera da parte del gruppo Ramunas Navardauskas (Garmin-Sharp), Guillaume Bonnafond (Ag2r), Paul Martens (Blanco), Daniel Oss (Bmc), Leonardo Duque (Colombia), Cayetano Sarmiento (Cannondale), Egoi Martinez (Euskaltel), Johan Le Bon (Fdj), Vladimir Gusev (Katusha), Juan Josè Cobo (Movistar), Jens Keukeleire (Orica-GreenEdge), Yaroslav Popovych (RadioShack), Patrick Gretsch (Argos-Shimano), Eugeni Petrov (Saxo-Tinkoff), l’ex maglia rosa Salvatore Puccio (Team Sky), la maglia azzurra Stefano Pirazzi (Bardiani-Csf), due atleti già protagonisti della frazione del Montasio in cui sono stati ripresi a pochi km dal traguardo come Jackson Rodriguez (Androni) e Serge Pauwels (Omega-QuickStep) e infine Danilo Di Luca (Vini Fantini), sulla carta l’uomo da battere in virtù dell’ottima condizione dimostrata fin qui: dunque ben 20 corridori di altrettante formazioni diverse in avanscoperta con le sole Lampre-Merida e Lotto-Belisol a non essere rappresentate oltre naturalmente all’Astana della maglia rosa Vincenzo Nibali che si è schierata compattamente in testa al plotone con una velocità di crociera che ha fatto sì che il vantaggio degli uomini di testa, tutti comunque piuttosto lontani nella generale, si mantenesse intorno ai 5 minuti.
Lungo l’ascesa verso Sella Campigotto è successo poco o nulla, salvo lo scatto di Pirazzi per prendere i punti del gran premio della montagna e una breve fuoriuscita dal gruppo di Robert Vrecer (Euskaltel) che si è immediatamente rialzato, mentre nella successiva discesa Gretsch ha allungato e, facendo valere le sue doti di passista che nel 2008 a Varese lo hanno portato alla medaglia d’argento nella prova a cronometro dei Mondiali under 23 alle spalle di Adriano Malori, è arrivato ad avere fino a 2′ di margine sugli ex compagni di fuga che stentavano a trovare un accordo, finchè ai -25 dal traguardo Di Luca non si è mosso in prima persona venendo però immediatamente ripreso: è stato quindi Bonnafond a provare a prendere il largo ma l’azione decisiva è stata quella di Navardauskas e Oss, entrambi sulla carta privi di chances di vittoria in caso di arrivo insieme agli altri ai piedi della salita finale, che hanno superato a doppia velocità il francese e hanno proseguito di buona lena, guadagnando rapidamente terreno sia sul resto dei contrattaccanti che hanno continuato a scattarsi in faccia tra loro sia su Gretsch che dopo il grande sforzo precedente ha esaurito la benzina, venendo ripreso ai -16 dal traguardo e distanziato poco più avanti su uno strappetto.
Sulle prime rampe della scalata verso il Vajont Navardauskas ha tentato ripetutamente di staccare Oss che ha risposto alle prime due accelerazioni ma a 5 km dal traguardo non ha più retto il ritmo del lituano che si è involato verso il successo, il secondo stagionale dopo quello in una tappa del Tour de Romandie caratterizzato da un finale convulso, confermando il grande feeling con il Giro d’Italia dopo le due giornate in maglia rosa della passata edizione e regalando un sorriso alla Garmin-Sharp dopo il crollo di Ryder Hesjedal: Oss ha chiuso con un ritardo di 1′08” mentre per il terzo gradino del podio l’ha spuntata Pirazzi, il che gli ha consentito di rafforzare una maglia azzurra che salvo imprevisti dovrebbe saldamente mantenere fino a Brescia, chiudendo a 2′59” seguito a breve distanza da Puccio, Martens, il grande deluso di giornata Di Luca e Martinez tutti a 3′07” e via via dal resto dei fuggitivi. In gruppo l’Astana, con un Paolo Tiralongo in ripresa dopo i guai fisici della prima metà del Giro ha controllato la situazione e i timidi tentativi del giovane Diego Rosa (Androni), comunque autore una corsa rosa fin qui egregia, e di Francis De Greef (Lotto-Belisol) ma anche di un Michele Scarponi (Lampre-Merida) intenzionato a riscattarsi dopo la mezza crisi del Montasio non hanno sortito effetti e il solo Beñat Intxausti (Movistar) è riuscito ad avvantaggiarsi nel finale e guadagnare 18” sugli altri uomini di classifica giunti tutti insieme al traguardo, balzando al 9° posto in una generale sempre guidata da Nibali con 41” su Cadel Evans (Bmc), 2′04” e 2′05” su Rigoberto Uran e Bradley Wiggins (Team Sky), 2′12” su Robert Gesink (Blanco) e 2′13” su Scarponi: la lotta per la maglia rosa si riaccenderà nel weekend franco-piemontese con gli arrivi in quota di Bardonecchia-Jafferau e del Col du Galibier, peraltro con previsioni meteo tutt’altro che confortanti, e nel frattempo torneranno in scena le ruote a cominciare dalla 12a tappa, 134 km da Longarone a Treviso con gli strappi di Cà del Poggio e del Montello che non dovrebbero creare problemi agli sprinter alla luce degli ultimi 35 km interamente pianeggianti.

Marco Salonna

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