ALTRO ROUND A NIBALI: VINCENZO IN ROSA DOPO LA CRONO
Il siciliano chiude 4° la cronometro di Saltara, cedendo soltanto 11’’ a Bradley Wiggins, rifilando quasi 4’ all’ex capoclassifica Intxausti, e impossessandosi della maglia rosa dopo tre anni. All’inglese, vittima di una foratura, sfugge anche la vittoria di tappa, soffiatagli per 10’’ dal sorprendente Alex Dowsett. Tra gli uomini di classifica, ottime le prove di Evans, Scarponi e Gesink. Grandi delusi di giornata Sanchez, che scivola ad oltre 3’, e Hesjedal, crollato nella seconda parte.
Foto copertina: Nibali veste la maglia rosa sul podio dell’ottava tappa (foto Roberto Bettini)
Prendete la classifica che, alla partenza di Napoli, vi aspettavate di trovare stasera, dopo la maxi-cronometro di Saltara; ora rovesciatela, e avrete più o meno la graduatoria che la strada ha plasmato nei primi sette giorni di gara. Il primo snodo chiave della Corsa Rosa, quello che doveva sulla carta regalare a Bradley Wiggins un patrimonio di almeno un paio di minuti su tutti gli avversari, segna invece il passaggio dei galloni di favorito sulle spalle di Vincenzo Nibali, quarto di tappa e nuova maglia rosa di un Giro che ancora deve avventurarsi sul suo terreno preferito.
Che i propositi di supremazia del britannico fossero destinati ad essere ridimensionati, lo si era capito molto presto: dopo un buon avvio, sufficiente a fugare i dubbi su eventuali postumi fisici del capitombolo di ieri, a rallentare la sua marcia ha provveduto una foratura, il cui impatto è stato aggravato dalla lentezza del soccorso dell’ammiraglia Sky. Nemmeno l’evidente blocco psicologico di Wiggo nell’affrontare anche la curva più innocua, però, autorizzava a prevedere i 52’’ accusati nel primo settore dal capoclassifica Alex Dowsett, fra i primi a lasciare la rampa di partenza e al comando ad ogni intermedio sino al termine della prova.
Il successivo tratto, meno tortuoso e più piatto, ha permesso all’inglese di limitare meglio i danni, prima di una brillante ascesa al muro finale che ha addirittura messo a repentaglio la leadership di Dowsett, e ha perlomeno allontanato le prospettive di un’impronosticabile Caporetto.
Penultimo a partire, prima di un Intxausti ben presto costretto a salutare ogni velleità di permanenza in rosa, Nibali ha approfittato meglio di tutti della prova inopinatamente umana del quattro volte olimpionico, creando addirittura a lungo l’illusione di poter fare bottino pieno. Al mostruoso primo intermedio (8’’ di vantaggio su Dowsett), è seguito un meno entusiasmante secondo (1’07’’ di ritardo), prima di una chiusura in linea con quella dell’avversario di riferimento, per un tempo finale più di alto di 21’’ rispetto al vincitore, ma soprattutto di appena 11’’ rispetto a Wiggo.
Se nessuno ha saputo cogliere meglio dello Squalo l’occasione offerta dallo Skyborg di punta, altri hanno comunque visto salire le loro quotazioni; primo fra tutti Cadel Evans, ora secondo a 29’’ da Nibali, nonché autore di un significativo miglior tempo parziale sul muro conclusivo. Alle loro spalle, in graduatoria, si collocano altri due uomini per i quali il Giro sarebbe dovuto essere tutto in salita dopo la crono, che si trovano invece adesso sul podio provvisorio o appena sotto: Robert Gesink, 3° a 1’15’’, sorprendentemente brillante su strade strette e tortuose, a dispetto della fama di guidatore non eccelso, e Michele Scarponi, 5° a 1’24’’, non nuovo a brillanti difese contro il tempo.
Proprio stretto fra i due, a 1’16’’, si trova ora Wiggins, la cui sola opzione per vincere il Giro sembra essere quella di correre in modo antitetico rispetto ai piani: attaccando in salita anziché difendendosi, impiegando la corazzata a disposizione per dinamitare la corsa anziché per addormentarla. Fondamentali, in questo senso, saranno Henao ed Uran, entrambi ancora in top 10: 7° a 2’11’’ il primo (sarebbe addirittura 3° senza il terreno perso ieri per attendere il capitano), 10° a 2’49’’ il secondo. Una risorsa – quella di potersi giocare al momento opportuno dei compagni nelle parti alte della classifica – che Wiggo condivide con il solo Scarponi, forte ancora di un Niemec al 9° posto della generale a 2’44’’, appena 1’’ dietro Mauro Santambrogio.
Se l’inglese esce male dalla crono, può tuttavia rallegrarsi parzialmente pensando di aver recuperato più del previsto su almeno un paio di avversari: Samuel Sanchez, ora distante addirittura 3’43’’ dalla maglia rosa, dopo una di quelle inspiegabili giornate di mediocrità che ne hanno spesso minato il rendimento sulle tre settimane, e soprattutto Ryder Hesjedal, discreto nella prima metà ma disastroso nella seconda, pur restando 6° in classifica a 2’06’’. Entrambi dovranno lavorare di fantasia per rimontare, e già da domani gli sconfitti della crono potrebbero trovare terreno fertile per la vendetta. Le quattro salite della Sansepolcro – Firenze esortano infatti alla battaglia, e il giorno di riposo in programma per lunedì strizza ulteriormente gli occhi agli attaccanti. Il GPM di Vetta le Croci – 4 km al 9% di media – appare il trampolino più intrigante.
Matteo Novarini