PAOLINI, 36 PRIMAVERE E UNA ROSA

maggio 6, 2013
Categoria: News

Terza tappa movimentata e appassionante fino all’ultimo quella tra Sorrento e Marina di Ascea. Il 36enne veterano della Katusha, alla sua prima partecipazione al Giro, conquista la vittoria sul traguardo cilentano e fa sua anche la maglia rosa. Da segnalare alcune cadute che spezzettano il gruppo lungo la tecnica discesa finale. A farne le spese, più di tutti, Michele Scarponi.

Foto copertina: Piccoli giunge in solitaria ad Ascea (Foto Bettini)

La terza tappa del Giro 2013, corsa ancora interamente in Campania, puntava decisamente verso Sud. Da Sorrento era un lungo dipanarsi attraverso la costiera amalfitana e, giunti a Salerno, si scendeva ancora verso il Cilento, dove era posta l’arrivo nella ridente frazione di Marina di Ascea. Una tappa che inizialmente manteneva le attese della vigilia, con una fuga sganciatasi subito dopo il via e composta da 7 ciclisti: Rodríguez (Androni), Pantano (Colombia), Bellemakers (Lotto), De Backer (Argos), Boaro (Saxo-Tinkoff), Wauters (Vacansoleil) e Taborre (Vini Fantini) i quali andavano d’amore e d’accordo accumulando un vantaggio di 7 minuti sul gruppo quando mancavano 100 km all’arrivo. Il team SKY della maglia rosa Puccio tirava blandamente il plotone finchè sotto l’impulso di Argos Shimano e Omega Pharma, il vantaggio dei sette di testa iniziava a scendere intorno a metà percorso, tra le località di Agropoli ed Agnone. Salitelle e rapide discese si alternavano negli ultimi 80 km di corsa, quando il percorso della strada si avvicinava ad essere simile a quello di una grande classica. Gli otto km della salita di San Mauro Cilento iniziavano a farsi sentire sulle gambe dei ciclisti impegnati nella fuga, finchè Taborre decideva di provare un coraggioso assolo dopo lo scollinamento. La discesa che portava prima a Pollica e successivamente ad Acciaroli vedeva un progressivo avvicinamento del gruppo, anche se i velocisti puri, faticando e non poco sul GPM appena citato, avevano il destino segnato. Una tappa che alcuni avevano pronosticato essere favorevole proprio agli uomini veloci, ma che invece dimostrava la sua difficoltà proprio lungo la seconda ascesa di giornata verso il GPM di Sella di Catona. Taborre veniva infatti sopraffatto tra Ceraso e Santa Barbara da un’improvvisa accelerazione della Garmin, che con Hesjedal, affiancato da due uomini, si portava in testa a tirare e a fare un ritmo indiavolato su una salita la cui pendenza non superava il 4%. Iniziava così la bagarre negli ultimi 30 km e all’allungo del canadese si facevano via via sotto Paolini, Agnoli, Santaromita e Santambrogio, mentre la SKY del capitano Wiggins, per un attimo sorpresa dall’azione dei Garmin, doveva ‘ricomporsi’ con Henao e Uran per riportarsi sul gruppo di testa. Anche la Lampre e la Blanco si muovevano per consentire ai loro capitani di portarsi nelle prime posizioni. All’ultimo scollinamento, ai meno venti, il gruppo di testa era così formato da non più di una trentina di ciclisti, mentre vari gruppetti cercavano andare col proprio passo nelle retrovie. La rapida picchiata verso Marina di Ascea, fatta di tornanti e curve cieche, era una manna per i discesisti presenti in quel gruppo, e lo stesso Hesjedal tirava e rilanciava continuamente. Finchè, a circa sette km dall’arrivo, dopo un piccolo falsopiano, Luca Paolini decideva con uno scatto secco di lanciarsi nella seconda parte di discesa, mentre alcune cadute senza conseguenze interessavano tra gli altri Betancur, Kruijswijk e Scarponi, quest’ultimo rimasto ulteriormente attardato per la rottura della sua bici. E così, Luca Paolini andava a cogliere il successo di tappa e una meritatissima maglia rosa a coronamento di una carriera lunga e proficua. Cadel Evans regolava in volata Ryder Hesjedal ed entrambi conquistavano così abbuoni in secondi (12 e 8) che non sono certo da buttare per il prosieguo della corsa rosa. In classifica generale completano invece il podio Wiggins secondo e Uran terzo, entrambi a 17 secondi da Paolini. Scarponi, 22° a 1 minuto e 23 secondi, è l’uomo di classifica che perde più tempo e che già nella tappa di domani, da Policastro Bussentino e Serra San Bruno, con arrivo in leggero falsopiano ma preceduto dalla non banale salita di Croce Ferrata, potrebbe provare ad attaccare e rendere il Giro 2013 ancora più interessante nella sua prima settimana di svolgimento.

Antonio Scarfone

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