NAVARDAUSKAS, VITTORIA D’ASTUZIA
Terzo successo in carriera per il lituano della Garmin-Sharp abile a non farsi sorprendere dall’accelerazione degli uomini della Bmc nell’ultima curva e lesto ad anticipare tutti ai 250 metri dal traguardo, resistere al ritorno di Enrico Gasparotto e Gianni Meersman e imporsi sul traguardo di Granges. 6° e 10° Francesco Gavazzi e Manuele Mori mentre Chris Froome mantiene la maglia gialla
Foto copertina: Navardauskas si staglia su tutti sul traguardo di Granges (foto Alliance)
La seconda tappa del Giro di Romandia, 190,3 km da Prilly a Granges, ha avuto in gran parte un andamento simile rispetto a quello della frazione di Renens che l’ha preceduta con tre uomini in fuga fin dalle prime battute, ovvero Matthias Brändle (Iam Cycling) già all’attacco ieri nel finale, un Johnny Hoogerland (Vacansoleil) che sta cercando di ritrovarsi dopo i gravi incidenti che l’hanno condizionato nelle ultime due stagioni e un Marcus Burghardt (Bmc) particolarmente motivato dal fatto che l’arrivo fosse posto nella città quartier generale della formazione di Jim Ochowicz, e il gruppo sempre tirato dal Team Sky della maglia gialla Chris Froome che ha concesso loro non più di 4′ prima di avvicinarsi ai piedi dell’ultima salita di giornata e completare il ricongiungimento lungo le rampe della stessa, con Burghardt ultimo ad arrendersi: rispetto al Col de Mollendruz affrontato nella prima tappa però l’ascesa di Plagne presentava pendenze più impegnative e soprattutto era molto più vicina al traguardo con la vetta posta ai -16 il che ha fatto sì che, sotto la spinta dell’Astana di Francesco Gavazzi ed Enrico Gasparotto interessata ad eliminare i velocisti puri, nel primo gruppo rimanessero non più di 60 corridori con Marc Cavendish (Omega-QuickStep), che dopo la tappa di Renens ha avuto parole di fuoco nei confronti della sua squadra per essere stato atteso dal solo Bert Grabsch, ancora una volta tra i primissimi a perdere terreno al pari di Elia Viviani (Cannondale) oltre che di un Christian Vandevelde (Garmin-Sharp) lontano dalla condizione di un anno fa quando al Giro fu il più prezioso gregario di Ryder Hesjedal, mentre poche centinaia di metri più avanti hanno ceduto anche Giacomo Nizzolo (RadioShack), Roberto Ferrari (Lampre-Merida) e Matthew Goss (Orica-GreenEdge).
Come già accaduto sul Mollendruz è stato Josè Rujano (Vacansoleil), apparso comunque lontano parente dell’atleta capace di domare il Colle delle Finestre al Giro 2005 o il Grossglockner in quello del 2011 tanto da venire immediatamente ripreso, ad accendere la miccia e dopo il venezuelano si è mosso Pierre Rolland (Europcar), che ha acquisito fino a una trentina di secondi di margine e ha scollinato in testa, e ormai in prossimità della vetta Thibaut Pinot (Fdj), Steve Morabito (Bmc) e il terzo della generale Robert Kiserlovski (RadioShack): questi attacchi hanno messo in leggera difficoltà il Team Sky con il solo Richie Porte rimasto al fianco di Chris Froome ma le trenate dell’australiano nel primo tratto di discesa sono state sufficienti per riprendere tutti e nei 10 km conclusivi pianeggianti sono state le squadre interessate al successo di tappa a prendere in mano la situazione, a partire dalla Bmc di Dominik Nerz, dalla Blanco di Stef Clement e dall’Omega-QuickStep di Gianni Meersman, grande favorito dopo essersi aggiudicato una volta di gruppo a Renens. Ai -7 dal traguardo Chris Sørensen (Saxo-Tinkoff) ha tentato la sortita immediatamente seguito da Mikel Astarloza (Euskaltel) sui quali si sono riportati Alexander Dyachenko (Astana) e un Cameron Wurf (Cannondale) che, alla luce dell’ottima condizione dimostrata già al Giro del Trentino, potrebbe essere l’arma in più per Ivan Basso al prossimo Giro d’Italia mentre in gruppo Damiano Cunego (Lampre-Merida) è rimasto vittima di una foratura ma è riuscito in extremis a rientrare e dunque non perdere secondi in classifica generale: per qualche km sembrava che l’azione di Sørensen e compagnia potesse essere quella vincente ma poco prima del triangolo rosso il gruppo si è riportato sotto con Brent Bookwalter (Bmc) che ha preso la testa approcciando fortissimo l’ultima curva tanto che i soli Nerz, Gasparotto, Luka Mezgec (Argos-Shimano) e Ramunas Navardauskas (Garmin-Sharp) sono riusciti a restargli a ruota mentre alle loro spalle si è creato un buco che ha tagliato fuori tutti gli altri: il lituano, già maglia rosa per due giorni al Giro 2012, è stato il più lesto di tutti partendo ai 250 metri dal traguardo con una poderosa accelerazione che ha reso vano il tentativo di rimonta di Gasparotto battuto per pochi cm, mentre da dietro è rinvenuto ancora più forte Meersman che ha dovuto accontentarsi del terzo posto davanti a Mezgec, Nerz e Gavazzi con Manuele Mori (Lampre-Merida) che ha chiuso in 10a piazza: per Navardauskas si tratta del terzo successo in carriera nonchè del primo a livello internazionale dopo aver conquistato il titolo lituano in linea nel 2011 e quello a cronometro nel 2012. La classifica generale resta invariata con Froome che guida con 6” su Andrew Talansky (Garmin-Sharp), 13” su Kiserlovski, 15” su Porte e 16” su Rui Alberto Faria da Costa (Movistar) alla vigilia della terza tappa, che presenta un profilo altimetrico piuttosto simile a quello delle precedenti con quattro gpm l’ultimo dei quali verso Châbles posto a 17 km dal traguardo ma che potrebbe essere condizionata dal maltempo che ha dato tregua ai corridori nei primi giorni di gara.
Marco Salonna