MEERSMAN, PERFETTO VICE-CAV

aprile 25, 2013
Categoria: News

Il campione del mondo di Copenhagen si stacca insieme a pochi altri atleti sul Col de Mollendruz ma l’Omega-QuickStep conquista ugualmente il successo in quel di Renens grazie al 27enne fiammingo che supera in volata i nostri Giacomo Nizzolo e Roberto Ferrari. Nella top ten anche Francesco Gavazzi e Marco Marcato mentre Chris Froome, come al solito ottimamente supportato dal Team Sky, conserva senza patemi la maglia gialla.

Foto copertina: Meersman “abbraccia” il traguardo di Renens (foto Laurent Gillieron)

La prima tappa in linea del Giro di Romandia, 176,8 km Saint-Maurice a Renens, si prestava a diverse possibili interpretazioni per via di un percorso caratterizzato oltre che dalle brevi ascese di Châtel-Saint-Denis e Martherenges poste nella parte centrale anche dal Col du Mollendruz, salita piuttosto pedalabile ma lunga in ogni caso oltre 15 km con la vetta posta ai -41 dal traguardo. Ci si poteva pertanto attendere grande bagarre fin dalle prime fasi ma il primo tentativo di giornata, operato da Julien Berard (Ag2r), Garikoitz Bravo (Euskaltel) e David Veilleux (Europcar), si è rivelato quello buono e nessun altro ha tentato di evadere da un gruppo costantemente guidato dal Team Sky del leader della generale Chris Froome che ha concesso ai tre fuggitivi un vantaggio massimo vicino ai 5′ annullato a pochi km dalla vetta del Mollendruz, lungo le cui rampe si sono susseguiti gli attacchi anche ad opera di uomini importanti come Josè Rujano (Vacansoleil), Simon Spilak (Katusha), Alejandro Valverde (Movistar), Igor Antón (Euskaltel) e Pierre Rolland (Europcar) oltre che di un molto attivo Adriano Malori (Lampre-Merida), che con il senno del poi avrebbe fatto meglio a provarci nel tratto finale pianeggiante: il ferreo controllo del Team Sky, con il solito Vasil Kiryienka in prima linea, e le pendenze molto abbordabili della salita hanno infatti fatto sì che nessuno riuscisse a prendere il largo e in cima si è presentato un gruppo pressochè compatto con la significativa eccezione di Marc Cavendish (Omega-QuickStep), che ha perso contatto insieme a pochi altri corridori dando segnali non certo positivi in vista di un Giro d’Italia in cui anche quasi tutte le tappe sulla carta dedicate ai velocisti presenteranno delle difficoltà altimetriche non troppo lontane dal traguardo.
Malgrado la defaillance del campione del mondo di Copenhagen l’Omega-QuickStep ha comunque preso il comando delle operazioni nel tratto finale pianeggiante puntando sullo sprint di Gianni Meersman e la stessa cosa hanno fatto l’Astana per Francesco Gavazzi e la Bmc per Brett Bookwalter annullando il tentativo di Jeremy Roy (Fdj) e Matthias Brändle (Iam Cycling), rimasti in avanscoperta dai -25 ai -7 dal traguardo con un vantaggio massimo di 30”, e quello in verità piuttosto velleitario di Manuele Boaro (Saxo-Tinkoff) che ci ha provato ai -2 venendo immediatamente ripreso: le grandi manovre per lo sprint finale hanno visto prendere il sopravvento la Argos-Shimano con Georg Preidler a pilotare il neopro sloveno Luka Mezgec che si è lanciato in testa ma nulla ha potuto di fronte alla rimonta di Meersman, che dopo i due successi conquistati in sprint ristretti al Giro di Catalogna ha dimostrato di poter dire la sua anche negli arrivi a ranghi compatti precedendo i nostri Giacomo Nizzolo (RadioShack), che è stato costretto a disputare una prima mini-volata per portarsi nelle posizioni di testa e ha forse perso l’attimo giusto per lanciarsi, e Roberto Ferrari (Lampre-Merida), che di qui in avanti diventerà il velocista di punta della compagine blu-fucsia dopo che Alessandro Petacchi ha annunciato il ritiro dalle competizioni: Mezgec ha chiuso 4° davanti al francese di colore Kévin Reza (Europcar) e a Gavazzi mentre Marco Marcato (Vacansoleil) ha chiuso la top ten. La classifica generale resta invariata e vede Froome in maglia gialla con 6” su Andrew Talansky (Garmin-Sharp), 13” su Robert Kiserlovski (RadioShack), 15” su Richie Porte (Team Sky) e 16” su Rui Alberto Faria da Costa (Movistar): la seconda tappa, 190,3 km da Prilly a Granges, si presta anch’essa a diversi possibili scenari con le ascese piuttosto impegnative di Rochefort e Chaumont nella parte centrale del percorso e quella di Plagne sulla carta meno dura ma con la vetta posta comunque a soli 17 km dal traguardo.

Marco Salonna

Commenta la notizia