FROOME DETTA LEGGE, SI RIVEDE MOSER
Ennesima prestazione da dominatore del 27enne anglo-keniano che domina l’impegnativo prologo di Bruson con 6” su Andrew Talansky e 13” su Robert Kiserlovski e prende il comando del Giro di Romandia. Buona la prova del giovane trentino che dopo una deludente campagna delle Ardenne chiude 11° a 17” appena dietro ad Alejandro Valverde, decisamente al di sotto delle aspettative Tony Martin, Ryder Hesjedal e Ivan Basso
Foto copertina: Froome in azione nell’insolito cronoprologo in salita (foto AFP)
Si è aperta con un prologo di 7,4 km da Le Châble a Bruson la 67a edizione del Giro di Romandia, corsa che tradizionalmente vede fronteggiarsi atleti che rifiniscono la preparazione in vista dell’ormai imminente Giro d’Italia e altri che chiudono qui la prima parte della stagione per poi puntare tutto sul Tour de France, come hanno fatto negli ultimi due anni Cadel Evans e Bradley Wiggins che si sono aggiudicati la breve gara a tappe elvetica per poi ripetersi alla Grande Boucle: tra chi punta alla corsa rosa saranno al via un Ryder Hesjedal (Garmin-Sharp), apparso in grandissimo spolvero alla Liegi-Bastogne-Liegi, un Josè Rujano (Vacansoleil) reduce da un disastroso 2012 ma che ha dato segnali di ripresa nelle ultime gare, l’astro nascente Carlos Betancur (Ag2r), Robert Gesink (Blanco), un Daniel Moreno (Katusha) recente dominatore della Freccia-Vallone e frenato dalla sfortuna alla Liegi e un Ivan Basso (Cannondale) ancora alla ricerca della migliore condizione dopo un Giro del Trentino in cui ha piuttosto stentato oltre agli altri azzurri Eros Capecchi (Movistar), Rinaldo Nocentini (Ag2r), Gianluca Brambilla (Omega-QuickStep) e Marco Pinotti (Bmc), mentre non si presenteranno alla partenza di Napoli Chris Froome (Sky), grande favorito di questo Romandia dopo essere salito sul podio nella classifica generale di tutte le brevi corse a tappe disputate nel 2013, Simon Spilak (Katusha), Alejandro Valverde (Movistar), Tony Martin (Omega-QuickStep), Andrew Talansky (Garmin-Sharp), Jean-Christophe Péraud (Ag2r), Roman Kreuziger (Saxo-Tinkoff), Igor Antón (Euskaltel), Thibaut Pinot (Fdj), Jurgen Van den Broeck (Lotto-Belisol) e Damiano Cunego (Lampre-Merida), che nelle due precedenti apparizioni nella Svizzera francofona ha sempre collezionato un successo di tappa e che forse è l’azzurro più accreditato per un buon piazzamento nella generale sebbene non abbia certo brillato nelle classiche delle Ardenne.
Diversamente dagli anni precedenti in cui il prologo era stato disputato lungo distanze inferiori ai 5 km e su tracciati interamente pianeggianti il percorso che portava a Bruson era molto impegnativo con gli ultimi 2,5 km tutti all’insù, sia pure con pendenze raramente superiori al 5%, a tal punto che la media finale è stata di poco superiore ai 36 km/h. Un tale scenario ha esaltato le caratteristiche di formidabile passista-scalatore di Froome, che ha colto il sesto successo stagionale con il solo Talansky, già secondo nella generale del Romandia 2012, in grado di limitare i danni chiudendo con un distacco di 6” dall’anglo-keniano: tutti gli altri hanno accusato distacchi ben più pesanti con un sorprendente Robert Kiserlovski (RadioShack) 3° a 13”, un Richie Porte (Sky) forse in lieve calo di condizione ma comunque sempre competitivo 4° a 15”, Rui Alberto Faria Da Costa (Movistar) 5° a 16” insieme a un brillante Pinot, che non lontano da qui aveva colto uno splendido successo all’ultimo Tour de France in quel di Porrentruy, allo specialista olandese Stef Clement (Blanco) e a un Valverde che ci si attendeva forse più avanti, mentre dal 9° all’11° posto con un ritardo di 17” hanno chiuso Tom Danielson (Garmin-Sharp), Wilco Kelderman (Blanco) e un Moreno Moser (Cannondale) tornato a buoni livelli dopo una campagna delle Ardenne da dimenticare. Positive anche le prove di Betancur 12° a 18”, del rientrante Sylvester Szmyd (Movistar) 14° a 25” e del nostro Manuele Boaro (Saxo-Tinkoff) 17° a 29” lungo un percorso poco adatto alle sue caratteristiche e discrete quelle di Gesink 29° a 34” e Rujano 34° a 44” mentre hanno decisamente deluso Tony Martin, che al Giro dei Paesi Baschi aveva dimostrato di essere a suo agio anche lungo tracciati impegnativi ma che qui non è andato oltre il 16° posto a 28”, Van den Broeck 32° a 39”, Hesjedal 48° a 50”, Spilak e Kreuziger 49° e 50° a 51” e Moreno 75° a 1′09” con l’onta di essere superato nelle ultime centinaia di metri da Froome che era partito alle sue spalle: per quanto riguarda gli altri italiani Capecchi si è ben comportato chiudendo a 34” al pari di Enrico Gasparotto (Astana) mentre Cunego ha accusato un ritardo di 46”, un Pinotti comprensibilmente lontano dai suoi migliori livelli dopo un 2012 costellato di incidenti ne ha persi 47 e un Basso apparso ancora in ritardo di condizione ha chiuso a 1′02”. Froome è ovviamente anche il nuovo leader della generale e non dovrebbe aver problemi a mantenere il primato nella prima tappa in linea, 176,4 km da Saint-Maurice a Renens caratterizzati dalla scalata del Col de Mollendruz, gpm di 2a categoria con la vetta posta a 41 km dal traguardo, che dovrebbe tagliare fuori i velocisti puri e far sì che a giocarsi il successo sia un plotoncino di fuggitivi, sebbene la classifica sia ancora molto corta, oppure un gruppo di non più di un centinaio di corridori.
Marco Salonna