LO SQUALO ATTACCA, STACCA TUTTI E VINCE
Arrivo in solitaria per Vincenzo Nibali (Astana) sul traguardo di Sega di Ala. Il siciliano dell’Astana ha preceduto di 7 secondi Mauro Santambrogio (Vini Fantini) e di 44 la coppia Niemec (Lampre-Merida)-Aru (Astana). Più staccato invece Bradley Wiggins causa incidente meccanico durante la scalata finale. Per Nibali c’è anche la soddisfazione di vincere anche la classifica generale di questa 37esima edizione del Giro del Trentino.
Foto copertina: Nibali stacca Santambrogio e si lancia verso il vertice del Giro del Trentino (foto Bettini)
Niente fuga oggi, ma questo si sapeva; d’altronde quell’ultima dura salita era troppo appetibile a coloro che avessero ancora voglia di smuovere le acque in classifica generale. Sull’ultima ascesa le acque si sono smosse alla grande con un Vincenzo Nibali in ottima condizione che è riuscito a staccare sulle ultime rampe un Mauro Santambrogio in versione “Hard to die”.
Un plauso va anche allo sconfitto di questa tappa, ovvero Maxime Bouet, che, nonostante abbia perso la maglia di leader, è riuscito, con la fuga bidone del primo giorno, a rendere il Giro del Trentino una corsa diversa da quella che poteva essere.
Tappa odierna che partiva da Arco e terminava a Sega di Ala dopo aver percorso 166 chilometri contraddistinti da 2 GPM nell’ultima parte: Brentonico di 2a categoria ai meno 34 dall’arrivo e la salita finale di Sega di Ala segnalata addirittura come Hors Categorie (“fuori categoria) per quei 13 chilometri con pendenza media del 9% e massima del 20.
Prima parte della frazione animata da una fuga composta da dieci corridori: Serpa (Lampre-Merida), Gautier (Europcar), Sella (Androni-Venezuela), Zardini (Bardiani-CSF), Bongiorno (Bardiani-CSF), Pantano (Colombia), Txurruka (Caja Rural), Taciak (CCC Polsat), Huzarski (NetApp-Endura) ed Antunes (Ceramica Flaminia). Fuggitivi che avranno un vantaggio massimo di circa tre minuti, ma il gruppo tirato in particolare dagli uomini Vini Fantini per Santambrogio annullano il vantaggio ai piedi della salita finale. Sulle prime rampe dell’ascesa si muove prontamente l’Astana di Vincenzo Nibali con Agnoli e Tiralongo che con il loro ritmo scremano il gruppo ad una ventina di unità. É Tiralongo che rompe gli indugi e allunga portandosi dietro Nibali e pochi metri dopo anche tutti i favoriti, tranne Wiggins: l’inglese, causa la rottura del cambio, è costretto a fermarsi e ripartire solo dopo il cambio della bicicletta, ma il tempo trascorso non permetterà all’inglese di recuperare il gap.
Nel frattempo in testa alla corsa sono rimasti sette corridori: Tiralongo che fa il ritmo seguito da Nibali e Aru (Astana), Santambrogio (Vini Fantini), Niemec (Lampre-Merida), Evans (BMC) e Locatelli (Bardiani-Csf).
Ai meno 5 dalla vetta c’è il primo allungo di Nibali, l’azione del siciliano costringe alla risposta immediata il solo Santambrogio, che dopo un grande sforzo riesce a rientrare su Vincenzo. Dietro rimangono uniti ad inseguire Evans, Niemec e Aru.
Ma questo Nibali non si accontenta, ed è così che sull’ultima rampa prima del falsopiano, si alza sui pedali e riparte: questa volta per Mauro Santambrogio non c’è nient’altro da fare che arrendersi.
Al traguardo Nibali giunge a braccia alzate precedendo il capitano della Vini Fantini di 4 secondi. Seguono nell’ordine: Niemec ed Aru a 44 secondi, Evans a 1′01”, Locatelli a 1′10, Pirazzi a 1′35, Garcia e Wiggins a 1′37 e, decimo, Rolland a 2′20.
In classifica generale c’è il ribaltone: Bouet essendo arrivato con 4′30 di ritardo è costretto a capitolare e a consegnare la maglia di leader a Vincenzo Nibali che si aggiudica anche la classifica finale. Sul podio salgono Santambrogio e Bouet: il primo con un ritardo di 21 secondi di ritardo, mentre il secondo con 55.
In prospettiva Giro d’Italia spiccano senz’altro le vittorie di Nibali, ma non possiamo dimenticare Bradley Wiggins: il vincitore dello scorso Tour de France è parso in forma nonostante i guasti meccanici. Ottime le prove dei giovanissimi Locatelli e Aru, con il sardo che si aggiudica fra l’altro la maglia di migliore giovane. Discreta la performance di Evans, mentre da rivedere quelle di Basso, Scarponi (ma almeno il marchigiano della Lampre si è fatto vedere nella tappa di ieri) e Pellizotti.
Paolo Terzi