A LIENZ SORRIDONO BOUET E IL TEAM SKY
Tappa d’apertura divisa in due al Giro del Trentino edizione 2013. Nella prima semitappa il successo va a Maxime Bouet (Ag2r La Mondiale) che regola in volata i suoi 2 compagni di fuga, Cerny (CCC Polsat) e Rodriguez (Colombia), con il gruppo che ha lasciato fare, dormendo incredibilmente. Nella seconda è il Team Sky che si aggiudica la cronosquadre, precedendo di 13 secondi la Astana e di 16 secondi la Lampre-Merida.
Foto copertina: Bouet a segno nella semitappa d’apertura del Giro del Trentino (foto Bettini)
Iniziare a pedalare alle 9 e 30 e finire alle 17. Poco male per una tappa che complessivamente, sommando quindi le due semitappe, misurava circa 140 chilometri. Sicuramente non sono mancati i colpi di scena, soprattutto nella prima prova.
Prima prova lunga 128 chilometri e che aveva sia come partenza che come arrivo, Lienz. Percorso facilissimo per 100 chilometri e da non sottovalutare negli ultimi 20, data la presenza di un GPM di 2a categoria.
Prima parte di gara animata da una fuga composta da nove corridori: Bouet (Ag2r La Mondiale), Cerny (CCC Polsat), Dal Santo (Ceramiche Flaminia), Kotchekov (Rusvelo), Moyano (Caja Rural), Rodriguez (Colombia), Van Rensburg (MTN Qhubeka) e Gang Xu (Champion System). Il loro vantaggio massimo è stato raggiunto a circa metà gara quando ha toccato i sei minuti prima che il gruppo cominciasse seriamente l’inseguimento.
Proprio in quel momento sono iniziate le indecisioni e probabilmente i litigi per trovare un accordo volto a permettere al gruppo di rientrare sui fuggitivi, ma non c’è stato niente da fare: nessuna squadra ha voluto prendersi l’onere della rincorsa ai battistrada. E se nel plotone si sono guardati, non si può dire la stessa cosa per i corridori in testa alla corsa; anzi, i nove ne hanno approfittato e il loro vantaggio di fatti è lievitato fino ai nove minuti, segnalato peraltro a 30 chilometri dall’arrivo; quindi la tappa se la sarebbero giocata loro. I primi movimenti avvengono sulla salita posta 15 chilometri dall’arrivo dove è il colombiano Rodriguez ad imporre il proprio ritmo che sfalda i battistrada, lasciandone 3 soli al comando: oltre a Rodriguez, ci sono anche Bouet e Cerny.
Questi tre se ne vanno direttamente al traguardo, giocandosi la vittoria allo sprint. Il primo che prova lo scatto è Cerny, cercando probabilmente il colpo a sorpresa, ma Bouet fa buona guardia e si riporta sotto, cominciando a sua volta la propria volata, e la sua progressione è impossibile da rimontare dagli altri che non possono fare altro che arrendersi. Il francese dell’Ag2r, che diventa anche il leader della corsa, precede Cerny (Classe 1993, da tenere d’occhio) e Rodriguez. Gli altri fuggitivi giungono al traguardo con un ritardo di 39 secondi e vengono regolati da Nicola Del Santo. Gruppo a 6 minuti e 51.
Nel pomeriggio c’era da affrontare una cronometro a squadre di 14 chilometri con un percorso adatto a quelle squadre che fanno della compattezza una propria forza.
Il verdetto del cronometro è inequivocabile: primo posto per il Team Sky di Bradley Wiggins che copre i 14 chilometri e 100 metri del percorso in 15 minuti e 20 secondi alla media di 55 km/h.
Secondo posto per l’Astana di Vincenzo Nibali che giunge al traguardo con un ritardo di 13 secondi, mentre un sorprendente terzo posto per la Lampre-Merida di Michele Scarponi con un ritardo di 16 secondi dalla formazione britannica. Quarto posto per il Team NetApp. Deludono invece BMC che chiude a 49 secondi di ritardo (va detto però che Cadel Evans e compagni sono solo in 6 effettivi, al contrario delle altre squadre che sono in 8), e la Cannondale di Ivan Basso che conclude a 51 secondi dal Team Sky.
Cambiamento in classifica generale con l’avvicendamento, per via della miglior performance della propria squadra nella crono, tra Bouet e Cerny con quest’ultimo nuovo leader della gara.
Domani primo arrivo impegnativo della corsa a tappe, con il traguardo fissato in quota a Vetriolo Terme dopo aver percorso una salita di 15 chilometri circa con una pendenza media del 7.6 %. Attesi i primi colpi di “cannone”, sempre che i big non dormino come oggi…
Paolo Terzi