MORI – POLSA: LANCETTE IN RESTA, E’ “CRONOSCALATA TIME” SULLE ORME DI MERCKX
È giunta l’ora della cronoscalata, il primo dei tre atti più attesi, la terna di tappe più impegnative del Giro 2013. Oggi si pedalerà contro il tempo per 19 chilometri e mezzo, prevalentemente tracciati in salita. La pendenza non è di quelle da selezione, ma la lunghezza dell’ascesa e le forze in scemando lasceranno il segno sulla classifica generale.
Quando le lancette riprenderanno a scorrere inesorabili sul quadrante e la strada punterà costantemente verso il cielo, sarà arrivato il momento della cronoscalata. Il primo atto del trittico montano che decreterà il nome della 78esima maglia rosa assoluta è costituito da una tappa non molto gradita ai “puristi” della salita, che vorrebbero le grandi ascese destinate unicamente alla certamente più appassionante sfida uomo contro uomo. Non si può dar loro torto e basta pensare alla salita verso Oropa per rendersene conto: cosa è rimasto impresso nella memoria dell’appassionato, inciso a caratteri rosa nella storia del Giro? Non certo la vittoriosa ma asettica scalata contro il tempo di Bruseghin nel 2007, surclassata dalle tappe dell’epocale crisi di Indurain (1993) e dello strepitoso recupero di Pantani (1999). E chi avrà qualche annetto in più aggiungerà a questo elenco anche il successo di Taccone nel 1963, seconda di quattro affermazioni consecutive del corridore abruzzese.
Quest’anno, però, bisogna dire che gli organizzatori hanno imboccato la giusta strada perché quella che conduce a Polsa, la stazione di sport invernali del comune di Brentonico, è proprio una delle ascese ideali per questo tipo di frazioni. Con i suoi 19 Km al 5,2% appartiene, infatti, alla categoria delle salite pedalabili, quelle denotate da pendenze che non sono naturalmente in grado di provocare grandi selezioni e stuzzicare gli appetiti degli scalatori. Ascese che, insomma, lascerebbero di norma il tempo che trovano ma che, con l’avversario dello stesso tempo da affrontare, ottengono il loro momento di rivalsa su ascese più dure e blasonate. A esser sinceri la Polsa il segno l’aveva lasciato al Giro, per ben due volte, ma erano altri tempi e altri fondi. Fu nel percorso del Giro del 1970 ed ebbe una notevole importanza perché servì come trampolino di lancio a Merck verso la maglia rosa, che vestirà al termine di quella tappa e poi terrà sino alla conclusione della corsa rosa. Ma 43 anni fa non ci si fermava nel piazzale dove quest’anno si farà l’arrivo poiché subito dopo i “girini” erano attesi dall’appendice verso la Cima Polsa, dura sia per le pendenze (media del 7,3%, massima del 25%), sia per il fondo stradale che in quell’ultimo tratto era sterrato, così come nella fase iniziale della successiva discesa.
La tappa che per la terza volta porterà il Giro alla Polsa (ci si salì anche nel 1969, quando al GPM scollinò in testa il bresciano Michele Dancelli) prenderà le mosse da Mori, precisamente dal velodromo che nel 2010 ha ospitato i campionati italiani di ciclismo su pista. Siamo all’imbocco della “depressione di Loppio”, la valle che collega Rovereto e la valle dell’Adige con l’Alto Garda. L’attraversamento di questo centro – i cui monumenti più importanti sono la chiesa di Santo Stefano, i palazzi Salvadori e Salvotti e il santuario di Santa Maria di Montalbano – avverrà in pianura e per incontrare la salita bisognerà lasciar scorrere sotto le ruote i primi 1000 metri. Abbandonata la statale per Riva del Garda e la “depressione di Loppio” (il corridoio vallivo che collega Rovereto e la valle dell’Adige con l’Alto Garda), uno per volta i corridori imboccheranno la provinciale che risale le pendici nordorientali del Monte Baldo, in direzione di Brentonico, iniziando così la lunga ascesa verso il traguardo. Superati sette panoramici tornanti (in tutto se ne incontreranno 23) e affrontati i primi 3,1 Km della salita – fin qui si saranno “digeriti” 193 metri di dislivello, al 6,2% di media con un massimo del 12,3% – si giungerà a Besagno, frazione di Mori sorta sul luogo ove si trovava un accampamento romano e dove è possibile ammirare, nella piazzetta centrale, un tabernacolo affrescato con la Crocifissione, dipinto in occasione del passaggio di queste terre alla Repubblica di Venezia. Entrati nel territorio municipale di Brentonico, altri 3000 metri inclinati al 6,5% (qui la massima si attesta al 14%), condurranno i “girini” alle porte di Crosano, un tempo una delle più popolose frazioni del comune. La strada proporrà altri 1,4 Km d’ascesa al 6,7% (massima del 12%) per poi farsi pianeggiante per 700 metri nell’attraversamento di Brentonico, località di villeggiatura che in epoca medioevale fu la sede del Capitanato di Giustizia dei Quattro Vicariati (gli altri tre erano Ala, Avio e Mori) ed era conosciuta per le sue cave di marmo rosso e giallo. Tra le bellezze di questo centro, che fu sede d’arrivo della citata tappa del Giro del 1970, spicca la secentesca chiesa intitolata ai Santi Pietro e Paolo, al cui interno è conservato il più antico organo della regione, realizzato nel XVII secolo da Giovanni Bertè. Chi, invece, fosse alla ricerca di un bel panorama con il quale rifarsi gli occhi potrà intraprende la camminata verso le rovine del Castello di Dossomaggiore, citato nella “Historia Langobardorum” di Paolo Diacono e distrutto nel ‘700 da soldati francesi.
Un brevissimo tratto in ripida discesa porrà termine a questo primo “intervallo”, conducendo all’ingresso della frazione di Fontèchel dove, lasciata la strada che fa ritorno al fondovalle, s’imboccherà quella che punta verso San Valentino (località turistica situata presso l’omonimo passo e che fu sede d’arrivo della frazione decisiva del primo Giro di Padania, vinto da Ivan Basso) senza però raggiungerla perché dopo poche centinaia di metri si svolterà in direzione di Prada. Nel frattempo sarà ripresa la salita e nella fattispecie si tratterà della seconda delle tre balze di cui è costituita, la più breve e facile, lunga 1400 metri e caratterizzata da una pendenza media del 4,9% (massima del 14%). Seguirà un secondo e ultimo intermezzo in quota, previsto in lieve discesa, che terminerà in vista del passaggio da Prada, una delle più alte frazioni brentonicane, i cui primi abitanti furono, secondo una leggenda, un manipolo di briganti al soldo di una certa “donna Giulia”. Qui giunti si riprenderà a salire e stavolta definitivamente, senza più interruzioni, sino al traguardo, posto 492 metri più in alto. Per arrivarci bisognerà percorrere poco più di 7 Km, incontrando gli ultimi dieci tornanti e pendenze che faranno di questo tratto il più ripido della cronoscalata, con un’inclinazione media del 6,7% e un picco del 16%, il più elevato dell’intero tracciato, raggiunto a 2 Km dall’arrivo. Un finale che prenderà di “polsa” il Giro a tre giorni dalla fine. Finora non si sarà certo scherzato, ma da oggi la sfida si farà serrata!
Mauro Facoltosi
FOTOGALLERY
Foto copertina: Giro del 1970, Merckx sulla Polsa poco prima dell’attacco decisivo
(www.visitrovereto.it)