SEMPRE CANCELLARA: A ROUBAIX PIEGA UN IMMENSO VANMARCKE
aprile 7, 2013
Categoria: 4) PARIGI - ROUBAIX, News
Dopo il pezzo di bravura del Giro delle Fiandre, lo svizzero bissa alla Parigi – Roubaix, sia pur faticando più del previsto per spezzare la resistenza di uno strepitoso Sep Vanmarcke, battuto allo sprint. Tagliati fuori da due contatti con i tifosi a bordo strada Vandenbergh e Stybar, giunti al Carrefour de l’Arbre in compagnia dei due. Male gli italiani, con Paolini messo fuori causa da una foratura e Pozzato mai in corsa per le posizioni di testa.
Foto copertina: Uno stremato Fabian Cancellara al termine della Parigi – Roubaix (foto AFP)
In assenza di Sagan e Boonen, la 111a Parigi – Roubaix poteva essere poco più di una passerella per Fabian Cancellara, ingiocabile per chiunque appena una settimana fa, sulle strade del Giro delle Fiandre. Proprio lo status di stra-favorito, combinato forse con un paio di cadute nei giorni scorsi, ha invece rischiato di mandare all’aria i propositi di trionfo dello svizzero, costretto a chiudere in prima persona su qualsiasi tentativo negli ultimi 50 km di gara, e non straripante come al Fiandre quando ha preso l’iniziativa e ha tentato di involarsi in solitaria verso il Velodromo, come in occasione dei due precedenti successi sulle pietre.
Che la giornata di Spartacus potesse rivelarsi meno rilassante del previsto – per rilassante che possa essere una Roubaix – lo si era capito già prima di metà gara, quando, dopo quasi tre ore di gara a medie da prima settimana di Tour de France, BMC e Team Sky avevano provato a stuzzicarlo con un’azione a sorpresa, con l’arrivo distante ancora 135 km: Phinney, Boasson Hagen e Thomas si sono intrufolati in un drappello di dodici uomini, costringendo la Radioshack ad un inseguimento di una decina di chilometri che ha contribuito ad isolarne il leader prima del giusto.
Poco più avanti, ad avvantaggiarsi sono stati Hayman (sempre Team Sky), Koretzky, O’Grady e Steegmans (Omega Pharma, formazione che strada facendo sarebbe diventata la principale minaccia per Cancellara), capaci di acquisire un vantaggio massimo prossimo ai due minuti, calato però drasticamente durante l’attraversamento della Foresta di Arenberg. A pilotare il gruppo attraverso il passaggio simbolo della Roubaix è stato ancora Phinney, il cui ritmo non ha prodotto la selezione vista in altre edizioni, ma è stato sufficiente a dimezzare il plotone, generando sufficiente confusione da consentire la sequenza di attacchi dei chilometri immediatamente successivi.
A trovare l’attimo buono per evadere sono stati Michael Schär (ancora BMC) – costretto però ad un inseguimento di una ventina di chilometri prima di agguantare il drappello di testa, nel frattempo ridottosi ai soli Hayman e Steegmans – e Damien Gaudin, tanto scomposto in bicicletta quanto attivo nell’ultimo quarto di gara. Non altrettanto fortunati i tentativi di Koren, Boom, Stannard, Guarnieri, Bonnet, Breschel, Elmiger, Sinkeldam, Vansummeren, Terpstra e Paolini, che hanno tuttavia contribuito a vario titolo ad animare un frangente potenzialmente interlocutorio, e soprattutto a falcidiare un fronte Radioshack a lungo rimasto compatto, ma dissoltosi improvvisamente con l’avvicinarsi della fase calda.
Per assistere alla prima vera selezione si è dovuto attendere il tratto di Mons-en-Pévèle, dove a dare la scossa è stata la Omega Pharma, con Vandenbergh e Terpstra. Ai due si sono uniti il compagno Stybar, le coppie Vanmarcke – Boom (Team Blanco) e Gaudin – Turgot (Europcar), e gli indipendenti Langeveld, Flecha, Paolini, Van Avermaet ed Eisel, oltre all’ovvio Cancellara.
Vandenbergh ha confermato la gran vena nel tratto di Pont-Thibaut à Ennevelin, portando una nuova accelerazione cui hanno replicato soltanto Vanmarcke, Langeveld e Gaudin, orfano del compagno, vittima di una foratura. Flecha, Paolini, Van Avermaet e Stybar sono tornati sotto a 31 km dal termine, mentre Cancellara, rimasto per un attimo attardato insieme agli altri componenti del gruppetto di testa, è stato costretto ad impegnarsi in una trenata delle sue per rientrare, evitando che la situazione di otto contro quattro potesse tagliarlo fuori.
In contemporanea con il recupero dello svizzero è nata – tanto per cambiare sotto l’impulso di Vandenbergh – l’azione che avrebbe deciso la gara: Vanmarcke è stato l’unico ad accodarsi al tarantolato belga della Omega Pharma, mentre Cancellara, perso di nuovo l’attimo, si è lanciato al contrattacco nel settore di Bourghelles à Wannehain, seguito dal solo Stybar, mentre Paolini veniva estromesso dai giochi da una foratura.
La progressione con cui l’elvetico aveva recuperato 40’’ in un pugno di chilometri ai due fuggitivi, senza ricevere cambi da Stybar, pareva il prologo all’ennesima dimostrazione di forza, salvo poi rivelarsi invece il suo massimo exploit di giornata. Nemmeno sul Carrefour de l’Arbre è giunto il tanto atteso affondo del bernese, cui ha però semplificato la vita il più che riuscito tentativo della Omega Pharma di battere il record del mondo di sfiga in corsa ciclistica: Vandenbergh (per la verità già in affanno) è stramazzato a terra dopo pochi metri di pavé, in seguito al contatto con uno spettatore che ha assimilato troppo letteralmente il concetto di “dentro la gara”, mentre Stybar, ancora pienamente in lizza per il successo, ha atteso gli ultimi metri del settore per urtare un altro tifoso, ebbro di entusiasmo e forse non solo (ma la scena è poco chiara, causa riprese solo dall’alto), e perdere la pedalata quanto bastava per veder scappare i compagni d’avventura.
Vanmarcke, per la prima volta in un condizione di giocarsi una grande classica, ha mostrato una personalità non da neofita, affrontando in testa gli ultimi tratti sulle pietre e collaborando quasi alla pari con Cancellara, perfino dopo l’ultimo scatto ai -4 dello svizzero. La maggiore esperienza ha però consentito a Spartacus di intraprendere lo sprint doveva voleva, partendo alla ruota del belga, per poi sfilarlo sul rettilineo d’arrivo.
31’’ più tardi, recuperando quasi un minuto per via del quasi-surplace inscenato dai leader all’interno del velodromo, Terpstra ha regolato Van Avermaet e Gaudin, salvando quantomeno il podio per la Omega. Stybar, Langeveld e Flecha, giunti nell’ordine a 39’’, sono riusciti a resistere per 11’’ al ritorno di quello che era stato a lungo il terzo gruppetto, comprendente, fra gli altri, Chavanel e gli sfortunati Paolini e Vandenbergh.
Cancellara ha così affiancato il suo nome a quelli di Lapize, Rebry, Van Looy, Merckx, Moser e Museeuw, grazie ad un successo paradossalmente ancor più prezioso e significativo in quanto non frutto della solita, schiacciante superiorità: per la prima volta in carriera, Fabian ha saputo prevalere su un rivale per un giorno alla sua altezza, trovato sorprendentemente in Vanmarcke. È forse proprio il ragazzo di Kotrijk l’eroe di giornata, nonché il nome attorno al quale i belgi, ormai prossimi al tramonto dell’era Boonen, possono pensare di costruire il futuro nelle corse a loro più care.
Matteo Novarini